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Capitolo 10: Le lacrime della demone che infrangono l'egoismo della paura.

"Alzate pure il capo"

Tuonò Almodeus, seduto sulla sua poltrona che fungeva da trono. I servitoti presenti, ossia Hardshell, Smaug, Morello, Sergio e Conrad alzarono la testa come ordinatogli, rimanendo però con un ginocchio a terra in segno di rispetto. In piedi vi erano solo Almodea ed Hirashi, posizionate alla sinistra di Almodeus, e C che stava alla sua destra.

"Molto bene signori, direi di iniziare con il rapporto, Sergio?"

Il robot vestito con il completo marrone si alzò in piedi ed estrasse dalla giacca dei fogli, probabilmente degli appunti, prendendosi qualche secondo per decidere come esporre il tutto.

"Sono iniziate le ricerche nella foresta della Giada Oscura, se ne stanno occupando Soundwave e Cortex, per ora non ho ulteriori informazioni, ma le farò sapere tutto il prima possibile..."

"Molto bene, per quanto riguarda le nazioni invece? Con chi ci converrebbe allearci se ce ne dovesse essere bisogno?"

"Io e Conrad siamo riusciti a stilare una lista, dopo varie ricerche, riteniamo che il regno di Ashen sia la nazione con cui sarebbe più sensato stringere un'alleanza"

Almodeus parve sorpreso dalla risposta, più perché fino a quel momento il regno di Ashen era stato solo citato in secondo piano, ma mai preso in considerazione come protagonista.

"E perché? Potrei saperne il motivo?"

Il tono della domanda non nascondeva la curiosità del suo interlocutore, anche se i sottoposti scambiarono il tutto come una domanda retorica, credendo fermamente che il loro signore sapesse già la risposta, dall'alto della sua onniscienza da loro creduta tale.

"È stato fatto ad esclusione in realtà. L'impero è stato depennato poiché è la nazione più debole a livello bellico, ha l'esercito più numeroso si, ma tolto Gareth Stronghold, non vanta soldati di grandi abilità, oltre ciò, le faide interne per la successione al trono, le dispute fra i nobili, la corruzione e la malavita organizzata rendono altamente instabile il loro governo e l'esistenza stessa di questa potenza, in parole povere non sarebbero affidabili"

"Capisco, in pratica l'impero è il dipinto di uno Stato fallito..."

Almodeus si portò la mano al mento e iniziò a riflettere: Sapeva che l'impero non era nelle migliori condizioni, le varie chiacchierate con Annie e Fiora aveva portato molte informazioni a galla, tuttavia non credeva che il suddetto Stato fosse marcio fino a quel punto. Sarebbe stato più facile distruggerlo e ricostruirlo da capo, più che conquistarlo o allearcisi?

"Invece per quanto riguarda la Teocrazia?"

Almodeus alzò lo sguardo e lo sposto verso Almodea, la quale aveva posto il quesito. Non era una domanda stupida, dopotutto la Teocrazia di Reia era la nazione umana più forte del continente. Era vero che si era scontrata direttamente con Almodeus, ma era stato solo un caso e fino a prova contraria non avevano mostrato aperta ostilità contro di loro.

"Ci avevamo pensato, tuttavia credo sarebbe altamente improbabile! La Teocrazia si basa su una ferrea religione che erige l'essere umano come razza dominante, non si alleerebbero mai con una razza di esseri meccanici o demoni, anzi, questa potrebbe essere una scusa per eliminarci o considerarci nemici a priori"

Rispose preparato Sergio. La sua affermazione, seppur sensata, fece sbuffare Almodea, per lei il razzismo era un concetto stupido ed inutile, ma non poteva pretendere che tutti ragionassero con la sua semplicità da dicciottene.

"Grrr...quegli organici! Chi si credono di essere? Nessuno può credersi superiore all'Assoluto signore!"

Sbottò Hardshell, non aveva capito molto del discorso di Sergio, ma da quel poco che aveva compreso gli era parso che la Teocrazia si ritenesse superiore ad Almodeus a priori, una presunzione inaccettabile a suo dire.

"Mio signore! Mi basta una vostra parola e ridurrò a brandelli quegli organici insolenti! Vi servirò le loro teste su un piatto insanguinato!"

Il furore del robot era simile a quello di una belva sbraitante, più che di quello di un guerriero onorevole, tuttavia nessuno osò mettere in dubbio le sue parole.

"Aprezzo la lealtà Hardshell, tuttavia non possiamo distruggere cose a casaccio, daremo un pretesto per essere attaccati con una furia di imprevedibile potenza..."

Almodeus sapeva bene che il suo servitore avrebbe davvero messo in atto il piano proposto se gli fosse stato dato il permesso, e per quanto fosse cosciente che la potenza di Hardshell era indiscussa per gli abitanti del nuovo mondo, non voleva rischiare di perdere il suo soldato robotico più potente, secondo solo di forza ad Hirashi, Almodea e se stesso naturalmente.

"Come desiderate, mio signore..."

"Invece il Sacro Regno di Orwel? So che è uno stato fantoccio della Teocrazia, ma sarebbe possibile creare dissenso fra le due nazioni?"

Sergio parve sorpreso dall'idea proposta dal suo capo, osservò gli appunti e cercò di capire come rispondere al meglio al proprio padrone.

"In realtà, dopo attenti studi abbiamo scoperto che il Sacro Regno di Orwel è in realtà diviso in due, quello occidentale e quello orientale, solo quest'ultimo funge da stato fantoccio per la Teocraiza, l'altro è governato da una monarca chiamata la <Sacra Regina> o <Illuminata>, sto già mettendo in atto un piano per il Sacro Regno, tuttavia per adesso lo escluderei, poiché anche lì vi sono molte diatribe interne, il regno di Ashen rimane il più sicuro con cui allearsi"

"Capisco...sono d'accordo con te Sergio, mi fido di una delle menti più fini della Fear Tower"

Almodeus si fidava ciecamente di Sergio, il robot non era neanche lontanamente uno dei più forti, ma compensava con una grande conoscenza economica e politica, oltre che ad essere un ottimo stratega in generale.

"Grazie mio signore, non mi avvicino alla vostra onniscienza, ma aprezzo di essere considerato sapiente! Andando avanti, ora parlerei della questione delle maid, sempre se per voi va bene Lord Almodeus..."

"Questione delle maid? C'è qualche problema?"

Il demone sembrò molto interessato all'argomento, dopotutto le maid erano una sorta di ultimo acquisto per lui, tolta Frederica, erano tutte umane ed era curioso di come gli A.L bot avrebbero interagito con loro.

"Certo, purtroppo il loro numero è insufficiente per coprire l'intera Fear Tower, che si estende per 20 piani in altezza e più di 50 nel sottosuolo, fra laboratori e altre zone come l'arena o l'anfiteatro"

"Mhhh...capisco..."

Almodeus portò nuovamente la mano al mento ed iniziò a riflettere su quello che gli era stato detto. Effettivamente era impensabile pretendere che una ventina di cameriere potessero sistemare regolarmente 70 piani di una torre, contado inoltre che ogni piano aveva circa 10 stanze dalla grandezza media di un salotto, rendeva il tutto ancora più difficile, anzi impossibile.

"A questo proposito, Shockwave avrebbe una soluzione che potrebbe non solo risolvere questo problema, ma anche tenere sotto controllo le organiche ed evitare di usare gli A.L bot restanti per lavori di pulizia..."

"E quale sarebbe questa soluzione?"

"Fatele entrare!"

Sergio si girò verso il portone dell'ufficio e diede l'ordine, facendo entrare un paio di soldati A.L bot seguiti da una quarantina di donne umanoidi, di altezza compresa fra il metro e sessanta ed il metro e ottanta, tutte vestite con delle uniformi da cameriere nere e bianche identiche, le uniche differenze fra loro erano a livello corporale, come il colore dei capelli o degli occhi, e a livello comportamentale, difatti alcune avevamo un'espressione stoica sul volto, mentre altre erano più rilassate.

"Mi ammetto sorpreso, escludo che siano umane, dico bene Sergio?"

Il tono di Almodeus non tradiva la sua sorpresa, tutto si aspettava purché delle maid umanoidi nel suo ufficio.

"Esattamente, sono delle Homunculus!"

"Homunco...che?"

Domandò C confusa, non avendo ben compreso la razza delle nuove arrivate.

"Homunculus mia signora, è una specie di mostro plasmabile ed evocabile, similmente hai Golem, anche se normalmente sono usati di meno perché richiedono cibo, anzi, mangiano molto di più di un umano standard, tuttavia sono estremamente utili per lavori di fino che i Golem non possono svolgere e le loro sembianze umanoidi possono farle mischiare con le altre maid, facendole fungere da nostre infiltrate!"

"Molto interessante!, come è riuscito Shockwave ad evocare così tante Homunculus?"

"Ha utilizzato i resti dei cadaveri delle guardie uccise alla villa del Marchese Baldur..."

"Sentite...non voglio rovinare il momento, ma a me paiono un po' deboli, serviranno solo da domestiche?"

La domanda fu fatta da Hardshell, il suo tono era più confuso che provocatorio, la sua domanda era sincera e non voleva fungere da critica alle azioni dei fratelli.

"Diciamo di sì, tuttavia ognuna di loro conosce un incantesimo di difesa che consente di evocare un Homunculus Dorato, è un mostro di questo mondo che si potenzia in base a quanti evocatori sono attivamente presenti al rituale della sua evocazione!"

Sorprendentemente, la più interessata parve la stoica Hirashi, che da buona amante dei mostri quale era, si interessò subito all'argomento, rimanendo però fredda e inemotiva sia nel volto che nel suo tono di voce.

"Senti Sergio, quanto è potente questo Homunculus Dorato?"

"Potremmo paragonarlo ad un mostro di tier medio, perciò dal livello 40 al 60 io personalmente lo ritengo al pari di un Elementale del Fango, un mostro di livello 45"

Mentre Hirashi annuiva interessata, Almodeus iniziò a ragionare sul paragone: gli Elementali del Fango erano un tipo di mostro abbastanza potente, tuttavia rischioso da utilizzare, poiché più danni subiva, più diminuivano le sue dimensioni e la sua forza d'attacco, se questo Homunculus Dorato era forte quanto un Elementale del Fango senza questo svantaggio, allora era un affare.

"Molto bene Sergio, mi piace come sta andando il discorso, tuttavia devo fare una domanda, sono fedeli?"

La fedeltà era tutto alla Fear Tower, un principio su cui si basava la forza stessa della loro organizzazione, chi non era fedele meritava un destino peggiore della morte.

"Assolutamente! Shockwave ha programmato queste Homunculus per essere adattate alla nostra gerarchia, dove voi siete al vertice"

La gerarchia della Fear Tower era abbastanza semplice: Almodeus era il sovrano assoluto, con C come sua consorte e pari, seguita a ruota da Almodea ed Hirashi, dopo veniva il Trio del terrore formato da Nocturn, Anxy e Shaco, solo poi vi erano gli A.L bot Elitè come i presenti, un esempio erano Hardshell e Sergio stesso, tutti gli altri A.L bot o le domestiche umane rientravano nell'ultimo gradino della scala di comando. L' A.L bot chiamato N2 non era considerato un Elitè, ma fungeva da amministratore generale della torre.

"Molto bene, hanno dei nomi o usano anche loro un sistema numerico come gli A.L bot normali?"

La domanda non era scontata, Almodeus sapeva che solo gli A.L bot Elitè usavano nomi propri, tutti gli altri avevano un numero.

"Abbiamo optato per un sistema nominativo, si faccia avanti la rappresentante!"

A quelle parole, una delle maid si avvicinò alla scrivania, era una di quelle solari e all'apparenza spensierate, aveva dei capelli Beige con delle frange ai lati della testa, oltre ad occhi color rubino.

"È un onore indescrivibile essere al vostro cospetto, Assoluto signore, il mio nome è Fifth..."

La domestica fece un inchino, sorridendo con una naturalezza che avrebbe fatto impallidire chiunque, sembrava che fosse davanti ad un Dio per quanto rivenente cercava di essere.

"Fifth eh? Posso sapere il motivo dietro la scelta di questo nome?"

"È perché sono la quinta ad essere stata creata da padron Shockwave, tutte le mie sorelle avevano scelto nomi iconici, come Debby oppure Foth, io volevo qualcosa che mi identificasse, se volete potete cambiarmi il nome ovviamente, esisto solo per servirvi"

"No! No! Va bene il tuo nome Fifth, quello è una scelta tua, da quanto che ho capito sarai la rappresentante delle Homunculus Maid, giusto? Dovrai fare rapporto a Frederica"

"Certamente Assoluto Almodeus!"

La maid fece un breve inchino e ritornò in formazione con le altre.

"Bene, anche questo punto è sistemato, cosa manca?"

Domandò Almodeus osservando la vetrata a forma di A alle sue spalle. Stavano calando le tenebre e a breve avrebbe dovuto riprendere le vesti di Amon per incontrare Fiora e il suo gruppo alla Gilda degli avventurieri.

"Niente, abbiamo finito! Tuttavia avrei una domanda per voi mio signore, sempre se mi è concesso farla..."

"Certamente Sergio, parla pure..."

"Non mi è chiaro dove vogliate arrivare con la storia di Amon, potreste illuminarmi?"

Almodeus rimase stoico in volto, tuttavia nella sua mente anche lui si stava ponendo lo stesso quesito del suo sottoposto, dopotutto lui aveva creato il personaggio di Amon per ottenere informazioni, tuttavia doveva ammettere che apprezzava passare del tempo con sua figlia a fare missioni di poco conto, era un buon modo per staccare dall'essere il sovrano Assoluto della Fear Tower e poter rilassarsi un po'. Solo che non poteva rivelare questa verità, perché probabilmente non gli avrebbero creduto o sarebbe sembrato banale, mentire non era una cosa che gli piaceva fare, ma aveva una mezza idea su come salvarsi dalla situazione.

"Un simbolo..."

Rispose Almodeus, cercando di sembrare convincente.

"Un simbolo?"

Domandò Sergio, cercando di comprendere le intenzioni del suo padrone.

"Esattamente! Per far sì che la paura possa regnare sovrana, deve esserci speranza, e cosa può dare più speranza di un simbolo? Amon diventerà un grande eroe! Il suo nome sarà conosciuto in ogni dove!"

Tutti parvero sorpresi dell'ammissione, soprattutto Hardshell che si grattò la nuca confuso.

"Scusate se chiedo mio signore, ma voi stesso non dite sempre che dare speranza è la cosa peggiore che si possa fare?"

"È corretto Hardshell, tuttavia vale solo se la speranza viene data con lo scopo di infrangerla in secondo luogo..."

"Aspettate, volete dire che non volete infrangere la speranza che porterà Amon? Allora che senso ha?"

La domanda fu mossa da Morello, il quale parve supportare i dubbi di Hardshell.

"Non comprendi fratello? È normale! Dopotutto le nostre menti non posso raggiungere quella dell'Assoluto!"

L'attenzione si spostò su Sergio, che sembrava essere l'unico che ci stava capendo qualcosa.

"Il nostro padrone vuole che Amon sia la sua fabbrica di speranza personale! Più speranza equivale a più terrore quando è infranta! Le gesta di Amon daranno sicurezza continua nei cuori degli umani, che Lord Almodeus porterà via poco a poco, state preparando il terreno per un banchetto con i fiocchi!"

Tutti fissarono Sergio, assimilando la sua spiegazione, perfino Almodeus, il quale stava cercando una via d'uscita da questa situazione imbarazzante.

E ora come faccio? Come al solito gli A.L Bot mi glorificano come un Dio ed io devo recitare la parte di colui che sa sempre tutto solo perché loro esagerano ogni mia parola! Non posso dire che sto continuando a prendere le sembianze di Amon perché mi piace passare del tempo con mia figlia in maniera innocente, sempre se si può definire innocente uccidere mostri e banditi. Non mi va di prendere per mia un idea di Sergio, ma sono dell'opinione che la verità sarebbe troppo complessa ed imbarazzante, potrebbero addirittura non credermi!

Almodeus era oramai perso nei suoi ragionamenti, tanto che Sergio dovette chiamarlo più volte per ottenere la sua attenzione.

"Qualcosa non va mio signore? Ho sbagliato nella mia analisi?"

"Eh?, no no...è tutto corretto! Come sempre hai azzeccato!"

"Ne sono lieto padrone! A questo proposito...ho il permesso di poter ideare dei piani per aumentare la fama di Amon? Sempre se non ci avete pensato voi naturalmente!"

"Fai pure, basta che mi tieni informato"

"Sarà fatto mio glorioso ed Assoluto signore!"

Almodeus tirò internamente un sospiro di sollievo, non era la prima volta che gli A.L bot glorificavano ogni cosa che facesse pensando che fosse parte di un grande piano che solo lui poteva architettare, era imbarazzante per lui.

"Parlando di Amon ed Alcina, a breve non dovete trovarvi con quella Fiora ed il suo gruppo alla Gilda?"

A parlare fu C la quale, come sempre, teneva traccia degli impegni del marito.

"Ah si...Almodea! Prepariamoci, vorrei evitare di fare tardi"

Almodea annuì felice di rivedere gli amici, soprattutto Fiora con cui aveva oramai un legame molto profondo.

Dopo che i due demoni lasciarono la stanza, anche gli altri servitori si sparsero per la torre, lasciando C ed Hirashi da sole nell'ufficio.

"Penso che mi andrò a rilassare un po', recitare la parte della nobildonna è stancante! Tu che fai Hirashi? Ti unisci a me?"

Per quanto Hirashi fosse poco loquace e solitamente inemotiva, a C piaceva passare del tempo in compagnia della gigante bianca.

"Magari dopo, ora andrò ad allenarmi..."

"Ancora! Nikusa mi aveva detto che sei fissata, non credi di esagerare?"

C rise leggermente alla sua stessa battuta, la madre di Hirashi, Nikusa, aveva rivelato che la figlia adottiva era molto introversa e aveva pochi interessi, fra cui leggere ed allenarsi. C sapeva che Nikusa avrebbe preferito che la figlia fosse più socievole, tuttavia Shockwave, il padre adottivo di Hirashi, non aveva mai lamentato nulla della figlia, perciò non voleva forzare qualcosa sulla gigante se lei non era disposta a farlo.

"È un mio Hobby, inoltre devo essere sempre pronta per difenderti mentre siamo sotto copertura, fra qualche ora ti raggiungo...ok?"

C ruotò gli occhi a quell'affermazione, non poteva ignorare la verità in essa, tuttavia avrebbe preferito che Hirashi si svagasse un po', più che allenarsi metà del tempo, ma non poveta negare che la donna gigante sembrava apprezzare le sue sessioni di scherma e magia.

"Va bene, ma non distruggere nulla!"

Detto ciò, con un tono ironico e scherzoso, C lasciò stanza, abbandonando Hirashi da sola accanto alla vetrata dell'ufficio.

"Mh..."

Hirashi rimase ferma a fissare il vuoto per qualche minuto, i suoi occhi viola illuminavano la stanza buia insieme alla luce della luna sorgente.

"Mamma..."

Sospirò Hirashi, osservando fuori dalla vetrata, da quando era stata adottata da Nikusa e Shockwave, era sempre rimasta fedele ai genitori, soprattutto alla madre, non sapere dove essa fosse le provocava dolore, un qualcosa che Hirashi non conosceva a livello fisico, ma fin troppo bene a livello emotivo.

                                 ●

•Città Imperiale di Arel, Gilda degli avventurieri e cacciatori di mostri:

Ma dove sono? Siamo qui da quasi mezz'ora e la squadra di Fiora non si vede, eppure ci eravamo promessi di ritrovarci qui dopo il tramonto

"Papà, abbiamo sbagliato posto secondo te?"

Il demone si girò verso la figlia, anche lei stranita da quel ritardo.

"No, c'è solo 1 Gilda in questa città, perciò non credo che sia questo il problema, magari sono andati a bere da qualche parte e si sono dimenticati dell'incontro"

Sapeva che Fiora reggeva poco l'alcool, che Roman fosse un grande bevitore e Nark lo seguiva a ruota, perciò vi erano tutti i presupposti per una situazione imbarazzante come quella.

"Già, li andiamo a cercare? Magari sono in ritardo con gli acquisti, da quello che so dovevano andare a comprare delle armature e poi delle pozioni in un negozio qui vicino, alla bottega di un certo Jaako"

Almodeus si alzò ed annuì, pensando che magari si fossero persi in glorie, sperando che fosse solo questo.

Dopo una decina di minuti, Almodeus ed Almodea, mascherati da Amon ed Alcina, raggiungsero la bottega di Jaako, la quale pareva essere deserta.

"Sembra essere chiusa..."

Commentò la giovane demone, mentre provava ad aprire la porta.

"Diamo un occhiata..."

Il demone osservò dalla vetrina e notò che la porta dietro al bancone era semiaperta e vi era della luce dall'altra parte, che il proprietario stesse contando l'incasso della giornata o preparando delle nuove pozioni?

"Pare esserci qualcuno..."

Bussò alla vetrina con abbastanza insistenza, tuttavia non ricevette risposta.

Strano

Qualcosa non quadrava, si sentiva puzza di morto.

"Magari non ci sente papà, entriamo a controllare?"

Almodeus annuì e forzò la porta, rompendo la serratura ed entrando senza fare troppo rumore per evitare di venir scambiati per dei ladri.

"C'è qualcuno? Noi vorremmo..."

Il demone si interruppe quando notò qualcosa bloccare l'apertura completa della porta. Abbassò lo sguardo e notò un corpo accasciato e circondato da del sangue. Conosceva chi era.

"Roman..."

Mormorò Almodeus, non dovebamdosi neanche abbassarsi per controllare, sapeva già che fosse morto.

"Oddio...no!"

Gridò la figlia osservando il cadavere.

È normale che abbia questa reazione, tuttavia devo evitare che faccia troppo rumore.

"Alcina shhh! Il sangue è ancora fresco, è morto da poco..."

La ragazza annuì e avanzò insieme al padre verso la porta socchiusa, ma vennero bloccati dalla vista di un altro corpo sul pavimento, questa volta quello di Nark.

"Anche Nark? Papà, secondo te Fiora ed Annie sono..."

"Non lo so figlia mia, lo scopriremo a breve, ma ti prometto che la tua tristezza potrà sfogarsi"

Il demone smise di sussurrare ed avanzò, la vista di quei cadaveri gli provocava...rabbia, non tanto perché importasse a lui, ma perché era consapevole che importava a sua figlia, la tristezza di Almodea è qualcosa che non poteva tollerare.

Chi ha fatto questo pagherà con la vita!"

"C'è qualcuno?"

Chiese Almodeus, avvicinandosi alla porta semi aperta dietro al bancone, aprendola lentamente in attesa di un attacco a sorpresa. A giudicare dal sangue, Nark e Roman erano morti di recente, perciò era plausibile che l'assassino fosse ancora lì. Tuttavia, il suddetto attacco a sorpresa non accade, le uniche cose in quella stanza erano delle pozioni, alambicchi e un cadavere in una pozza di sangue.

"E questo chi è?"

Domandò Almodea, osservando il cadavere sconosciuto davanti a loro. Pareva essere un uomo sulla cinquantina, grassoccio e con la barba.

"Potrebbe essere il proprietario della bottega, ha la gola recisa come Roman, questo implica che la morte dei due uomini, e forse anche quella di Nark, sia opera della stessa persona, molto abile se è riuscita ad ucciderli in un solo colpo e senza doverli neanche ferire prima"

"Credi che sia una rapina finita male? Dopotutto ci troviamo in un negozio"

"La tua ipotesi è sensata, tuttavia..."

Rispose Almodeus, per poi girarsi verso una vetrina piena di pozioni distillate. Voleva essere sicuro prima di parlare ancora, non credeva del tutto che quella fosse stata una semplice rapina.

"Le pozioni sono ancora qui, non pare essere stato rubato nulla"

"Cavolo! Allora ho sbagliato! Non ci capisco più niente!"

Commentò Almodea, visibilmente frustrata. Almodeus la capiva, lei voleva trovare il colpevole il pio velocemente possibile e ridurlo in pezzi.

Il suo occhio e la sua mano destri stanno pulsano di colore cremisi, si sta arrabbiando, devo calmarla prima che entri in una furia sanguinaria cieca e commetta un genocidio...di nuovo.

"Sai, non è del tutto sbagliata la tua teoria..."

"Che intendi? Hai detto tu che non è stato toccato nulla, giusto?"

"Io ho detto che <pare> non sia stato toccato nulla, non sapendo cosa ci fosse qui prima del misfatto è difficile dire se manca qualcosa dopo, tuttavia l'apparente ordine non esclude che un oggetto possa essere stato rubato"

"Scusa Papà, ma non ti seguo..."

"Se chi ha ucciso Nark e Roman è venuto qui con un obbiettivo specifico in mente, è probabile che prenderebbe solo quello..."

"Ah...ora ho capito! Ma cosa ha preso?"

"Ancora non lo so, ma trovando questo misterioso qualcuno, c'è lo faremo dire..."

Girò per la stanza, doveva trovare qualche indizio che li portasse al colpevole, ma per il momento era contento che sua figlia si stesse calmando

"Hem...papà, puoi venire qui un momento?"

Il demone si girò verso Almodea, che era tornata nella stanza precedente, il sul tono di voce spezzato non indicava nulla di buono.

"Si, piccola macchia?"

Domandò Almodeus, avvicinandosi alla figlia, ma lei non rispose, si limitò ad indicagli una posizione davanti a sé, ossia un lato del bancone.

"Ma cosa..."

Se non vedesse al buio, Almodeus non ci avrebbe creduto. Davanti a loro, seduto contro il muro e con la testa leggermente abbassata, c'era il cadavere di Annie, ricoperto di tagli e sangue, con gli occhi cavati e il ventre aperto.

"Non siamo davanti ad un assassino, questo è uno psicopatico in piena regola!"

Sbottò Almodea.

Ha ragione, già uccidere un bambina è qualcosa di difficile da fare emotivamente, ma perfino sfigurarla così, e per cosa poi?

"Uno psicopatico con la fissa per le costole, si è preso quelle di Annie e le ha anche cavato pure i denti"

"Che?!"

Fece avvicinare sua figlia al cadavere della bambina e le fece notare che dal ventre aperto era visibile la mancanza delle costole e dell'intera gabbia toracica.

"Ma che se ne fa un Killer di una gabbia toracica!? Cioè...che merda dai!"

Almodeus si stava arrabbiando, tuttavia qualcosa non quadrava nella testa del demone anziano.

Perché prendersi la briga di torturare Annie ma lasciare Nark, Roman e il presunto proprietario immacolati? Era solo uno strano fetish? Oppure l'assassino l'ha fatto per un motivo?

"Perché..."

Aomodeus si alzò e si allontanò, lasciando Almodea ad osservare il corpo.

Non riesco a caprine il senso! Perché questa distinzione di trattamento? Io ho compiuto gesta molto più brutali, tuttavia c'era sempre una logica dietro, anche i pazzi anno i loro ragionamenti in fondo, così come gli psicopatici e i pervertiti.

"A cosa stai pensando papà?"

"A perché l'assassino ha lasciato gli altri immacolati ma ha ucciso Annie così brutalmente, non mi quadra..."

"Se io dovessi ridurre così qualcuno, lo farei per farlo soffrire il più lentamente possibile, magari davanti ad un caro per avere due piccioni con una fava..."

Le parole di Almodea fecero aprire gli occhi al padre sotto l'elmo.

Ma certo! Voleva fare soffrire Annie, ma soprattutto chi stava guardando! Era tutto uno spettacolo per godersi il tormento, siamo alle prese con un pervertito che gioisce nel dolore altrui, peccato per lui che mia figlia sia a sua volta una pervertita che gioisce dell'altrui sofferenza, solo di chi gli sta antipatico però.

"Sei un genio piccola macchia! L'obbiettivo dell'assassino era far soffrire sia Annie, sia chi stesse vedendo quello spettacolo, questo ci porta all'unica mancante qui...Fiora"

Vedendo quanto teneva ad Annie, è naturale che Fiora sia stata distrutta da ciò che è sucesso, tuttavia è l'unica che non è presente qui, chissà dov'è e se è viva.

"Papà, c'è un porta che non abbiamo controllato"

La ragazza indicò una porta alla loro destra, accanto al cadavere di Nark. Con tutto quello che c'era lì, quella porta chiusa passava molto in sordina.

"Hai ragione, ora la apro, stai pronta!"

"Si papà, ho proprio voglia di uccidere chi ha fatto tutto questo!"

Mia figlia si sta scaldando, vedo che inizia già ad emettere energia demoniaca, non vorrei essere nei panni dell'assassino, lo attende una morte lenta e dolorosa.

Il demone si avvicinò alla porta chiusa e afferrò la maniglia, per poi aprire lentamente. Era una piccola stanza con delle scale che portavano al piano di sorta, tuttavia l'attenzione di entrambi i demoni venne attratta da quello che si ritrovarono difronte: il cadavere di Fiora, crocefisso al muro con due pugnali conficcati nelle braccia e, come la sorella, anche lei era ricoperta di sangue, spogliata dal bacino in su, con il ventre aperto e le costole cavate. Inoltre, sulla testa, aveva una coroncina fatta con i denti insanguinati strappati di Annie.

Che spettacolo rivoltante...

"NO, NO, NO!"

Almodea si avvicinò immediatamente a Fiora ed iniziò a piangere, abbracciando il cadavere crocifisso al muro. Fra tutti, lei era quella a cui si era affezionata di più.

"Perché ogni mio amico muore?!"

Piccola macchia...

La rabbia di Almodeus si tramutò in tristezza mentre osservò sua figlia pulire via il sangue dal corpo di Fiora, in un vano tentativo di migliorare una situazione totalmente tragica.

"Almodea, io..."

Iniziò il demonio, sospirando e zittendosi. Non aveva idea di che cosa fare, lui era la paura, non la compassione. Che razza di padre era se non riusciva neanche a consolare sua figlia in un momento del genere?

Sono un fallimento come genitore, ma questo l'ho sempre saputo in fondo.

"Piccola macchia, ti prometto che troveremo chi ha fatto questo, avrai la tua vendetta, lo giuro sul mio nome..."

Almodea si staccò dal cadavere e abbracciò il padre, posando la testa sul petto della sua armatura. Era raro un abbraccio del genere, così disperato e così...vulnerabile.

"Papà, non possiamo fare niente? Mon c'è qualche magia che possa riportarla in vita?"

Almodeus iniziò a pulire le lacrime dagli occhi di sua figlia, scuotendonla testa.

"No purtroppo, Anxy mi ha parlato di un incantesimo di resurrezione di basso livello originario di questo mondo, tuttavia richiede che il corpo sia in buono stato, è questo non è il caso"

Almodea abbassò lo sguardo, si rifiutava di farsi vedere in faccia così debole e distrutta.

"Farò venire qui Shockwave per fargli esaminare i corpi per scoprire indizi che a noi non sono evidenti. Gli dirò di conservarli e di provare a renderli presentabili per una degna sepoltura, li faremo seppellire nel cimitero della Fear Tower, farò preparare una stanza per loro, potrai andarli a trovare quando vorrai..."

"Grazie papà..."

Almodea si strinsè a lui, la sua voce era spezzata e le sue lacrime rosse continuavana a caderle dagli occhi. Per il padre, vederla in quello stato fu...doloroso.

Giuro che troverò cui ha fatto questo alla mia piccola macchia, a costo di uccidere miliardi di persone!

                                ●

•20° piano della Fear Tower, ufficio di Almodeus:

Almodeus se ne stava seduto sulla sua poltrona, con una mano sul volto, a riflettere sul da farsi mentre aspettava le analisi di Shockwave, era visibilmente frustrato, nonostante fosse l'incarnazione del Terrore Assoluto, in quel momento era come un umano, impotente davanti alla sofferenza, seppur temporanea, della figlia.

"Tesoro, Almodea è chiusa in camera e non esce..."

il commento di C fece alzare il volto al demone, che osservò la moglie entrare nell'ufficio con un aria triste in volto. Lei era al corrente di tutto ed aveva provato a parlare con la figlia per consolarla, ma questa si era rintanata in camera sua e non voleva vedere nessuno.

"Lo so, lasciamola sola..."

Il tono di Almodeus era abbattuto, quasi arrendevole, un tono che mai qualcuno avrebbe pensato di affibiare al sovrano Assoluto della Fear Tower. Tuttavia lui non era solo un concetto ed un Re, ma anche un padre e la cosa a cui teneva di più era la felicità di sua figlia, avendo fallito nel garantirla, non si sentiva in diritto di usare altro tono se non quello di uno sconfitto.

"Secondo te, quanto ci metterà a riprendersi?"

"Non lo so! Lasciamole il suo tempo! Ha 18 anni ed ha perso già 4 amici in un colpo! Proviamo a metterci nei suoi panni amore mio: è una adolescente single che si ritrova in un mondo che non conosce, ha perso una persona cara da qualcuno che non sa chi sia e su cui non può sfogare la propria rabbia sopra! Non possiamo pretendere che affonti il tutto a testa alta senza farsi buttare giù, sarebbe da egoisti"

C annuì, suo marito aveva ragione, la loro figlia era una demone pervertita che si divertiva con il dolore altrui, che uccideva arbitrariamente innocenti e non, facendosi zero problemi morali o etici sfruttando il fatto che era estremamente potente. Ma rimaneva pur sempre un'adolescente, voleva farsi amici, voleva scoprire se stessa ed il mondo, inoltre non era mossa soltanto da cattiveria o godimento personale, ma semplicemente dall'istinto di seguire la propria volontà e appagare i propri desideri.

"Parlando di egoisti, è ironico di come io faccia di tutto per evitare che Almodea si arrabbi e commetta un genocidio di massa, ma poi sono il primo che è disposto a distruggere un regno, sventrarne gli abitanti innocenti e ridurre tutto in cenere quando a mia figlia cade una lacrima, ma dopotutto la paura è egoista! La paura fa sempre quello che vuole, non gli importa di niente e di nessuno, la paura arriva e fa i suoi comodi, gli altri devono solo abbassare il capo e attendere in silenzio che vada via, consci di un suo ritorno inevitabile..."

Il tono di Almodeus ora risultava molto più deciso, ma vi era del rammarico, come se non fosse totalmente fiero di quello che aveva detto, soprattutto sulla prima parte.

"Tesoro...lo so che sei la paura e che sei fine a te stesso, però quando parli di Almodea non sei solo il Terrore Assoluto, ma sei anche un padre e ragioni come tale..."

C si avvicinò al marito, che era seduto alla sua scrivania, e gli appoggiò una mano sul braccio, l'incredibile differenza di dimensioni fra i due avrebbe fatto ridere chiunque, ma quello non era un momento per le risate.

"Inoltre, se proprio vogliamo parlare di egoismo, tu lo sei anche per un altro motivo...non puoi pretendere che Almodea non soffra mai, perché la sofferenza è parte stessa di quella grande Light Novel che è la vita, non sempre c'è l'happy ending, il cavaliere che vuole proteggere la principessa? Magari viene tradito da essa proprio sul finale e rimane un suo schiavo sessuale a letto per sempre, oppure la regina oscura che sta sempre sul suo trono e continua ad affrontare un eroe fino a quando non viene uccisa da esso."

"Dove vuoi arrivare con tutte queste citazioni?"

"Non importa egoista o meno, Almodea soffrirà nella sua vita, ha avuto delle crisi in passato e questa è la sua crisi peggiore fino ad adesso, quello che tu devi fare ora è aiutarla a superarla, sei la paura in persona! Il concetto più potente che esista! Tu non sei il villain della storia, ne sei l'autore, decidi tu come il racconto si conclude. Una storia la si scrive a partire dal finale, non dall'inizio..."

Almodeus aprì leggermente gli occhi, il discorso di sua moglie gli aveva ricordato non solo perché la amava più di ogni altra cosa, insieme alla figlia ovviamente, ma anche che lui non poteva decidere come si svolge la storia in ogni singolo capitolo di essa, ma può decretarne il finale.

"Come al solito tu sai sempre cosa dire per farmi stare meglio, mia amata"

Il tono di Almodeus era tornato alla solita tonalità di sicurezza mista ad inevitabilità, il suo umore era decisamente migliorato.

"Grazie tesoro, comunque è normale che tu ti senta così, dopotutto essere genitori è un libro difficile da leggere, anche per la paura..."

"Hai ragione, ora sono un padre e devo aiutare mia figlia a superare questo momento, tuttavia continuerò a cercare di diminuire il dolore da lei provato, tra prevenire o curare, io scelgo entrambe"

C rise a queste parole, era proprio da Almodeus riscrivere le regole e piegarle al suo volere, su una cosa aveva ragione, la paura poteva fare quello che voleva e niente poteva fermarla.

"Mi fa piacere di averti aiutato tesoro, sono comunque sorpresa dalla reazione di Almodea, la sua tristezza è elevata per quella Fiora, so che ne era molto amica, ma la conosce da poco più di 1 settimana..."

"Sai com'è fatta nostra figlia, lei è imprevedibile! Una persona potrebbe starle simpatica fin da subito e un'altra potrebbe farle venire voglia di commettere un genocidio. Credo che avesse trovato in Fiora una personalità affine, una ragazza simile, si conoscevano da poco, ma il cuore di Almodea si era già legato a lei..."

Almodeus sospirò, non pensava che una situazione del genere potesse capitare nel nuovo mondo, fino a quel momento quella nuova realtà si era sempre dimostrata debole e inferiore a loro, tuttavia quella circostanza lo aiutò a ricordare che l'universo ha sempre più di un modo per farti soffrire.

"Senti tesoro, sono curiosa di sapere...anche a te dispiace per la morte di quei 4?"

La domanda di C fece aprire leggermente l'occhio destro di Almodeus, che per quanto aveva compreso a pieno il quesito, era rimasto comunque confuso.

"Che intendi?"

"Quello che ho detto, ti dispiace per la morte dei 4 umani oppure ti interessa solo di Almodea? Anche tu ci eri amico in teoria..."

Almodeus stesse in silenzio, doveva riflettere sulla risposta, provaca sentimenti contrastanti e non voleva che venissero fraintesi mentre cercava di spiegarli.

"Ammetto di essere dispiaciuto, Roman mi ricordava molto di Brom, un vecchio amico del nostro mondo d'origine, sempre positivo e pronto ad aiutare, nonché amante delle bevute. Annie era molto interessante, una bambina prodigio che gira con un orsacchiotto, capace di ridurre in cenere una foresta con un tocco, però spaventata della sua stessa ombra, Nark invece era un idiota microcefalo"

"Sei ingiusto amore! Non sarà stato così tanto male!"

"Ci provava con nostra figlia di continuo..."

"Ritiro tutto! Era un idiota microcefalo al 100%! Non meritava la morte, ma sono sicura che sarebbe arrivata per mano di Almodea in qualunque altro scenario"

Almodeus e C su misero a ridere per il repentino cambio di marcia di lei, ma l'allegria finì presto ed i 2 tornarono seri, più rilassati di prima però, avrebbero di sicuro ricominciato a parlare, se qualcuno non avesse bussato alla porta.

"Scusatemi padron Almodeus e padrona C, ma padron Shockwave mi ha detto di riferirvi che desidererebbe vedervi nel suo laboratorio..."

A parlare era stata una delle nuove Homunculus Maid, si chiama Foth ed aveva i capelli biondi e gli occhi marroni, in quel momento doveva essere di turno nelle vicinanze del laboratorio principale di Shockwave al piano -68 della Fear Tower.

"Ok, arrivo subito..."

Almodeus si alzò immediatamente dalla poltrona, sistemando il cappello a cilindro e la giacca.

"C, sei tu al comando fino al mio ritorno..."

"Come desideri tesoro, spero che Shockwave ti porti ottime notizie!"

                                  ●

• -68° piano della Fear Tower, Laboratorio principale di Shockwave:

"Eccoci, entrate pure padron Almodeus, padron Shockwave vi attende..."

Foth fece un breve inchino e si mise accanto alla porta del laboratorio, che essendo automatica non richiedeva nessuno che la aprisse manualmente. Almodeus entrò nel laboratorio e i suoi occhi caddero sopra al tavolo in mezzo alla sala, il cadavere di Fiora era posato sopra di esso e Shockwave lo aveva appena terminato di esaminare.

"Spero ci siano buone notizie..."

Disse Almodeus avvicinandosi, sperava davvero che il suo scienziato e mente piu intelligente della Fear Tower avesse qualcosa di utile per lui.

"La risposta è duplice mio signore, purtroppo Anxy ha confermato che i corpi sono troppo danneggiati per l'incantesimo di resurrezione, tuttavia sono riuscito a localizzare il colpevole da voi cercato..."

Il demone osservò il sottoposto e alzò un sopracciglio.

"Davvero? Dove si trova?"

Shockwave premette un pulsante sul suo braccio sinistro e il suo occhio bionico iniziò a produrre un ologramma 3D di quello che sembrava un cimitero, con una cinta di mura che lo separava dalla città.

"Nel cimitero della città di Arel, più precisamente nel mausoleo centrale..."

Almodeus fu sorpreso dalla rivelazione, tuttavia aveva ancora molte domande e voleva delle risposte.

"Come ne sei così sicuro?"

Shockwave non si scompose alla domanda, non che fosse possibile per lui. Rimase freddo ed inemotivo come sempre e procedette a spiegare la sua indagine.

"Analizzando i cadaveri ho trovato una traccia di energia magica sulle ferite, soprattutto sui corpi di Fiora e di Annie, sono state colpite da un'arma incantata, perciò ho cercato di trovare un segnale magico simile a quello di suddette armi..."

Il robot si mosse verso una console di comando alla sua destra ed iniziò a digitare, mostrando una sorta di scanner attualmente attivo su tutta la città di Arel. Puntò con il dito una zona più scura, ad indicare l'enorme presenza magica.

"Sei sicuro che sia la stessa fonte magica?"

"Si, isolando varie interferenze, ho appurato che le armi magiche sono nel cimitero della città..."

"E con loro l'assassino, ottimo lavoro Shockwave!"

Almodeus iniziò a battere le mani, contento del risultato, ma soprattutto del fatto che finalmente avrebbe potuto far sfogare la disperazione della figlia.

"Ci sarebbe anche un'altra informazione, mio signore..."

Lo interruppe Shockwave, rimanendo inemotivo come sempre.

"Dimmi tutto, cosa c'è?"

Il robot annuì ed indicò nuovamente il punto precedentemente portato in primo piano, ossia il cimitero della città di Arel.

"Una delle interferenze riguardava un secondo fascio di forza magica, ben più potente del primo..."

Il demone parve sorpreso ed osservò il radar.

"Quanto potente?"

Shockwave osservò i dati, come per essere sicuro di dare la risposta corretta.

"L'energia magica è grezza ed instabile, con aumenti e diminuzioni casuali, tuttavia, posso accertare che è pari di potenza ad un mostro di livello compreso fra il 60 e il 65"

Almodeus aprì gli occhi, leggermente sorpreso. Energia ad un livello 60/65?, era al pari di un mostro di tier medio come un Black Knight oppure un Elementale del Fango, sicuramente temibile per chi era originario di quel mondo, ma nulla di complesso per lui e i più potenti dei suoi sottoposti, Almodea avrebbe potuto sconfiggere un mostro di quel livello senza neanche impegnarsi poi troppo.

"Sai cosa lo genera? Un mostro oppure più entità?"

Shockwave scosse il capo, non avendo una risposta concreta.

"Purtroppo i dati sono troppo instabili per una risposta corretta al 100%, tuttavia una sola cosa è certa, l'assassino che state cercando si trova nel cimitero, insieme a questa anomalia magica e..."

Il drone si fermò, come se sembrasse leggermente confuso dai dati che stava leggendo in quel momento.

"Strano, sfugge ad ogni logica..."

Il tono del drone rimase freddo ed inemitivo, ma la sua frase fece comprendere che qualcosa lo aveva sorpreso, seppur leggermente.

"Che intendi?"

"Sembra che nel cimitero siamo presenti una trentina di esseri umani, alcuni probabilmente delle guardie a difesa del muro di cinta, tuttavia il sistema rivela numerosi movimenti al di là della muraglia, impossibili per solo una decina di persone..."

                                 ●

•Cimitero della città fortificata di Arel:

Uno dei soldati tremava come una foglia dal freddo. Afferrò la propria lancia e si strinse nelle spalle, l'armatura di pelle con qualche piastra di metallo non aiutava nel stare al caldo, non con un tale freddo.

"Serata fiacca, eh Jack?"

Gli chiese il suo collega Eimen, cercando di riscaldare l'ambiente con le sue pessime battute.

"Si, dei soldati del regno di Ashen non c'è traccia..."

Rispose Jack, sospirando. Avrebbe voluto buttarla sul ridere, ma non ci riuscì. Era stanco per il freddo, oltre per il fatto che aveva già lavorato per più di 5 ore e ne aveva altre 3 davanti. Dopo qualche minuto, Jack sospirò nuovamente.

"Vero, chissà perché ci chiedono di tenere d'occhio il cimitero, so che l'impero ha un esercito numeroroso, ma che senso ha spendere soldati per guardare le tombe di qualche nobile?"

Sbottò Jack, mentre il suo collega sbadigliò e si appoggiò la lancia sulla spalla, come se fosse annoiato dalla riposta che stava per dargli.

"Perché qui dietro sono seppelliti molti nobili, sepolti dalle loro famiglie con beni di grande valore, senza guardie i tombaroli verrebbero a fare man bassa di tesori!"

Effettivamente era vero. Era usanza per una famiglia nobile imperiale seppellire i proprio defunti con qualche piccola fortuna, la mancanza di guardie sarebbe una situazione paradisiaca per gli Hunter, o cacciatori di tesori. Da quello che Jack sapeva, nel regno, quello dell'Hunter, era un impiego molto popolare, perfino più dell'avventuriero.

"Senza contare i non-morti, la loro razza si genera quando ci sono tanti cadaveri vicini, o almeno così dicono..."

"Hai ragione! Mi dimentico sempre di loro...comunque hai-"

"Hey! Voi 2!"

Jack venne interrotto dal Capitano Balik, un uomo sulla trentina, con i baffi, occhi verdi e capelli castani.

"Basta battere la fiacca! Dobbiamo stare allerta! L'imperatore ha detto che il regno potrebbe attaccarci da un momento all'altro!

Jack annuì, per lui la preoccupazione del Capitano Balik era più che legittima, il regno di Ashen era conosciuto per fare attacchi a sorpresa, tuttavia l'impero era sempre riuscito a respingerli a fatica.

Avranno meno soldati, ma quei regnicoli sono forti.

"Bene, dobbiamo cambiare le postazioni, voi 2..."

Il Capitano non fece in tempo a finire la frase che si sentirono dei rumori dall'altra parte del portone.

Che diavolo saranno?

"Che è stato?"

Se lo chiese anche Jack, sarebbe stato sfortunato essere attaccati proprio adesso.

"Venite! Lancie pronte!"

Ruggì il Capitano, facendosi seguire sulle mura. Scrutatorono l'orizzonte, ma non pareva esserci niente, vi era solo una nebbia molto fitta e le solite tombe. Si osservarono a vicenda e cercarono di capire cosa stesse succedendo.

"Voi vedete qualcosa?"

Chiese il Capitano, ma nessuni riuscì a rispondere. Jack scosse la testa, per poi spostarsi verso Eimen e chiedere la stessa cosa, ma questo non gli rispose, paralizzato dal terrore.

"Hey amico? Che hai?"

"Troppi! C'è ne sono troppi!"

"Ma troppi cosa?!"

Jack si girò verso la direzione che stava guardando il suo collega e riuscì a notare di come la nebbia si stava dilatando leggermente, non di troppo, ma abbastanza da farli paralizzare dal terrore.

"Q-Quelli sono dei non-morti! Saranno a centinaia, se non migliaia!"

Commentò terrorizzato Jack, osservando quello che sembrava un esercito di scheletri e zombi. Iniziò a balbettare preso dal panico, ma il Capitano Balik gli tirò un pugno in testa per farlo calmare.

"Silenzio femminucce! È nostro dovere difendere questo portone per evitare che arrivino ad Arel! Alte le lancie e sguainate le spade!"

Jack obbedì agli ordini e iniziò ad uccidere gli scheletri e zombi che si stavano arrampicando sulle mura. Quei mostri non avevano cervello, ma sapevano come scavalcarsi a vicenda, le mura erano alte a mala pena 5 metri, non sarebbe stato difficile arrivare in cima con una simile tattica.

"Sono troppi! Non ce la faremo mai! Dobbiamo...ahhh!"

Gridò Eimen, facendo girare Jack verso di lui, vedendo che era stato morso da degli zombi. Il Capitano provò a soccorrerlo, spingendo giù i morti viventi e facendoli cadere dalle mura, ma purtroppo uno di loro riuscì ad afferrare il soldato ferito e trascinandoselo giù con lui. Se Eimen non era morto dalla caduta, lo sarà presto per i non-morti.

"Ritirata! Sono troppi! Dobbiamo chiedere supporto ai soldati in città!"

Gridò il Capitano, finalmente convinto che la loro non era altro che una futile resistenza. Jack si girò subito verso di lui e lo seguì giù dalle scale, pronto a correre per la sua vita. In quel momento però, l'uomo vide un'ombra alzarsi verso di loro e si paralizzò dal terrore. Osservò attonito quello che pareva essere uno scheletro gigante, alto all'incirca sugli 8 metri, stava scavalcando il muro e non c'era niente che si potesse fare.

"Non riusciremo a salvarci...siamo finiti!"

I mostri avanzavano, alcuni erano già sulla cima del muro e a breve sarebbero stati da loro.

Non posso morire! Non voglio! Qualcuno ci salvi!

Slash!

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