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Capitolo 15: La calma prima della tempesta

Il portone del salone si aprì di colpo, rivelando quattro figure in armatura colorata, intente ad avvicinarsi ad un trono che dava loro le spalle. La stanza era enorme, con molti ricami in oro sulle pareti e alcuni stand, in uno di questi era visibile un'armatura completa dorata, con bocche di leone sulle spalle e al centro del petto. Nonostante le visibili riparazioni, erano presenti ancora alcuni graffi, soprattutto sulla spallina destra.

"Ci siamo tutti Gold"

Disse il cavaliere dall'armatura rossa, il Red Dragon Lord, avvicinandosi al trono al centro della stanza, che dava su un colossale camino, raffigurante la bocca aperta di un leone dormiente.

"Grazie di essere venuti qui miei fedeli compagni. So che, tolto Red, vi siete tutti ritirati, ma se vi ho convocato, è perché ho bisogno dell'aiuto dei miei vecchi compagni"

Le parole della figura sul trono erano sincere e lasciavano trasparire ammirazione.

"Non serve scusarsi Gold, se tu ci hai riunito tutti qui, vuol dire che è successo qualcosa di grave!"

Fu il cavaliere dell'armatura nera a parlare, Beetlhop o il Beetle Black Lord, il più grande e robusto dei quattro, con una corazza spessa e delle corna da coleottero sulle spalle e in fronte. La sua voce profonda, quasi intimidatoria, unita al suo aspetto colossale, lo rendeva senza dubbio il più temibile dei cavalieri presenti.

"Già, si può sapere cosa succede?"

"Vero, da come parlava Red, sembrava qualcosa di terrificante"

Parlò il cavaliere di platino, il Platinum Wolf Lord, seguito a ruota da quello argenteo, Il Silver Fish Lord. Entrambi risultarono interessati e abbastanza preoccupati dall'improvvisa chiamata.

"Red non stava esagerando amici miei..."

Le parole della figura suo trono, il Golden Lyon Lord, avevano un tono solenne, che riusciva a mala pena a tratterene la preoccupazione celata dietro di esse.

"Supponevo..."

Sospirò Beetlhop, osservando l'armatura dorata sullo stand a lato della stanza.

"Rinnovo le mie scuse se non vi ho rivelato subito il mio aspetto quando ci eravamo conosciuti, non avrei mai potuto accompagnarvi altrimenti, la mia specie si fida poco di umani e semi-umani, ma ora abbiamo altro di cui parlare!"

Il tono del Golden Lord si fece più preoccupato, come se temesse la reazione dei propri compagni. Notando il cambio nella voce del proprio leader, Beetlhop incrociò le braccia e spostò lo sguardo verso trono, che nascondeva il vero aspetto del Golden Lord.

"Gold, qualunque cosa sia successa, noi siamo pronti! Siamo potenti! Magari non siamo al tuo livello, ma non vuol dire che siamo deboli! Dopotutto se tu non dovessi porti dei limiti, saresti l'essere più potente su questo mondo!"

Le parole del cavaliere erano piene di ammirazione, nonostante la durezza del tono, che fece sembrare il tutto simile ad un richiamo, più che ad un incoraggiamento.

"Non ne sarei così sicuro..."

Le parole di Gold sorpresero tutto il gruppo. Mentre i cavalieri si riprendevano dallo stupore, Golden Lyon Lord tornò con la mente allo scontro con quel misterioso essere che aveva affrontato solo pochi giorni prima. Non aveva mai provato paura in battaglia, lui era il cavaliere del leone, il più orgoglioso, forte e coraggioso fra i propri compagni. Nonostante sapesse bene che ciò fosse vero, il solo pensare di trovarsi di fronte quella presunta Dragonoide gli mandava scosse gelide lungo la schiena e faceva aumentare la velocità del battito cardiaco a tal punto da provocargli dolore.

È questa la paura? L'ansia di non essere in grado di vincere?

Sospirò e provò a calmarsi, riusciendoci a pena.

"Miei fidati compagni, credo che qualcosa di oscuro sia arrivato nel nostro mondo..."

"L'ho avvertito anch'io, magari porterà del bene"

"Lo escludo..."

Gold si fermò, in passato molte presenze maligne erano state d'aiuto e avevano portato a finali positivi, perciò l'idea di Silver non era del tutto sbagliata. Ma questa volta era sicuro che qualunque cosa fosse giunta nel loro mondo, non fosse buona.

"Sento che il suo allineamento è malvagio, qualcosa che può solo portare alla distruzione del nostro mondo, per questo vi ho chiamato, miei fidati compagni! So che vi siete ritirati, ma vi chiedo di tornare nuovamente in azione, per difendere questo mondo, anche solo per un'ultima volta..."

Le parole di Gold perforarono i cuori dei presenti, soprattutto di Beetlhop, che si fece avanti ulteriormente, mettendosi accanto a Red, come per simboleggiare il supporto che voleva dare al proprio leader.

"Gold, io sono con te! Se c'è da lottare, su Beelthop puoi contare!"

"Mi fa piacere amico mio, voi altri ci state?"

"Non possiamo tirarci indietro, vero Silver?"

"Sì Platinum, sono d'accordo!"

"La mia risposta la sai già Gold!"

Dopo che Red ribadì la propria scelta, Beetlhop si girò nuovamente verso l'armatura dorata, mostrando interesse sugli evidenti segni della lotta avvenuta fra Almodea e Gold.

"Si può sapere cosa ha danneggiato in quel modo la tua armatura, Gold?"

Nel pensare alla risposta, Gold venne preso nuovamente dal panico al ricordo del suo scontro con Almodea, ma riuscì a tenere a freno le proprie emozioni ed a mantenere un tono autorevole.

"È stata una dragonoide sconosciuta, si è rivelata una nemica estremamente potente, la più forte è spaventosa che abbia mai affrontato! Il suo nome dovrebbe essere Almodea, se non ho capito male..."

Nonostante l'armatura lo coprisse del tutto, era possibile notare la sorpresa di Beetlhop a quelle parole.

"U-Una dragonoide? Esiste un mezzo-drago così forte? A tal punto di tenerti testa?"

Balbettò il coleottero, per lui era impensabile che una dragonoide potesse aver tenuto testa a Gold, capace di sconfiggere perfino draghi purosangue.

"Non sappiamo se fosse una dragonoide in realtà..."

Commentò Red, entrando a gamba tesa nel discorso fra i due.

"Che intendi?"

"Anch'io ero presente allo scontro e, prima di essere messo al tappeto, ho usato Dragon Obliterator su di lei, ma non ha avuto effetto, nonostante sia estremamente efficace sui draghi..."

"Proprio questo mi ha fatto dubitare che fosse un drago, la sua energia era troppo corrotta, aveva un comportamento simile a quello di un demone"

Terminò Gold al posto di Red, rimando seduto sul proprio trono.

"Aspetta, un demone? Siamo sicuri? Se così fosse sarebbe al pari di uno dei 12 Arcidemoni, i nemici giurati della Teocrazia...insieme a noi ovviamente"

La domanda di Silver attirò tutti gli sguardi su di sè, per quanto fosse risaputo che solo 2 dei 12 Arcidemoni erano demoni veri e propri, il titolo stesso veniva solitamente usato per intendere esseri estremamente potenti.

"Un attimo, calmi tutti...E se fosse davvero una dragonoide? Se non ricordo male, c'è ne una fra gli Arcidemoni. Una del suo livello potrebbe resistere a Dragon Obliterator lanciato da Red"

Intervenne Platinum.

"Forse, ma non sarebbe stata in grado di tenere testa a me e Red insieme senza provarci nemmeno"

Rispose freddamente Gold, in modo tale che non ci fossero dubbi ulteriori.

"Sono sicuro al 100% che sia un demone, le domande che dovremmo porci però sono: come ha fatto ad arrivare qui? Chi le ha dato un nome? Ed è stata evocata oppure si è evocata da sola come Lord Cremesis?"

Le domande messe in gioco da Gold portarono tutti a zittirsi e ragionare. I demoni erano creature potenti, ma avevano dei limiti nel mondo dei mortali, il fatto che questa misteriosa demone, o dragonoide quel che fosse, potesse mostrare così tanta forza anche se teoricamente indebolita, era sconcertante.

"Se così fosse, potrebbe essere una primordiale, questo spiegherebbe la sua forza..."

Il commento di Beetlhop fu ricevuto con sostegno da parte degli altri cavalieri, era l'unica spiegazione che riuscivano a darsi.

"Perciò, cosa dovremmo fare Gold?"

La domanda di Silver ruppe i borbotti di assenso, nessuno dei cavalieri presenti avrebbe saputo rispondere alla domanda con certezza e perciò si eramo tutti girati verso il loro leader, sperando di udire delle perle di saggezza.

"Per ora rimaniamo nell'ombra, non sappiamo se questa demone abbia altri alleati, oltre quella donna gigante, inoltre dobbiamo stare attenti alla Teocrazia..."

"Già! Solo perché c'è un male maggiore, non possiamo dimenticare quello minore! Reia è in guerra con il Re degli Elfi oscuri e non possiamo illuderci che si fermerà a loro. Avrebbe attaccato anche il regno degli Elfi, se li avesse trovati..."

Gli elfi erano divisi in due grandi famiglie, Elfi normali ed Elfi oscuri. Dopo una lunga guerra di successione, il regno si spaccò in due, con gli Elfi che si nascosero in qualche posto sconosciuto grazie alla magia dell'albero Yggdrasill, invece gli Elfi oscuri erano rimasti nel regno originale, entrato, da qualche decennio a quella parte, in guerra con la Teocrazia di Reia.

"Hai ragione Red, non possiamo agire direttamente senza valutare la potenza avverarsia, ma dobbiamo comunque rispettare il nostro voto, quello di difendere questo mondo da chiunque voglia distruggerlo!"

La voce di Beetlhop tuonò bella stanza, raccogliendo velocemente consensi.

"Allora direi di metterci in gioco, miei fidati compagni, non sbaglieremo ancora..."

Le parole di Gold motivarono i cavalieri, che alzarono le braccia al cielo, pronti all'azione.

                                  ●

Axel stava camminando nei corridoio del grande palazzo centrale, il cuore di Lootust, la capitale della Teocrazia di Reia. Era appena uscito dalla stanza principale, dopo aver scortato il Dodicesimo cardinale alla riunione d'emergenza che si stava ora tenendo. Avanzando per il corridoio, notò una figura femminile seduta su un tavolino, intenta a giocare a scacchi da sola. La ragazza vestiva un maglioncino verde acqua e dei pantaloni neri, aveva i capelli neri e bianchi, stessa cosa per le iridi degli occhi.

"Oh eccoti, non mi aspettavo di vederti..."

Le parole di Axel vennero per lo più ignorare dalla ragazza, che prese un pedone bianco e lo spostò in C3, mossa inutile a dire del ragazzo.

"Scacchi, eh?"

"Sì, non capisco perché debbano iniziare i bianchi, non credo che la prima mossa sia così importante, il gioco rimane molto difficile..."

La voce della ragazza era calma e disinteressata, da come giocava si vedeva che non fosse abile e avesse solo conoscenze di base.

"Non per niente è un gioco ideato dai 12 grandi Dei"

Rise Axel, neanche lui era granché al gioco, ma era sicuramente più abile della sorella.

"Comunque fratello, perché i cardinali si sono riuniti?"

"Avresti già dovuto avere il rapporto scritto, o sbaglio?"

"Non l'ho letto, meglio prendere uno e farmelo dire..."

L'occhio bianco della ragazza si spostò verso Axel, facendogli passare un brivido gelido lungo la spina dorsale.

"Ok ok, te lo dico io..."

Sbuffò, ricomponendosi. L'unica persona più potente di lui nella Teocrazia era sua sorella Zeshi e sapeva benissimo che lei non avrebbe esitato a saltargli adosso per soddisfare la propria curiosità.

"Io e le Scritture della Discordia ci siamo imbattuti in una dragonoide di incredibile potenza. La Nobile Sabia è gravemente ferita, Ribombè, Romanshè e altri 4 sono morti..."

Zeshi annuì a quelle parole e mosse un'alfiere nero per portarlo davanti ad una torre bianca, facendo da scudo alla regina.

"Capisco, perciò questa mezzo-drago è stato in grado di far fuori 6 seggi, ferire una dei membri più esperti e tenere testa a te? È corretto?"

Axel annuì alla domanda, portando le mani sui fianchi.

"Sì, c'era qualcosa nei suoi occhi che portava morte. Per poco ho dubitato che fosse una semi-umana, neanche loro sono così malvagi..."

"Senti fratellino, secondo te chi vincerebbe? Me o quella dragonoide?"

Axel si aspettava quella domanda, Zeshi aveva sempre avuto la fissa della forza, ne era attratta e voleva che tutti sapessero che lei era la più forte. Non era sicuro che quale risposta darle, nonostante avesse provato in prima persona la potenza devastante della sorella e, che lui sapesse, solo il Golden Lyon Lord sarebbe riuscito a tenergli testa, era tutta la vita che la Teocrazia lì addestrava per ucciderlo. Il motivo della sua indecisione stava nella dragonoide, l'aveva affrontata per troppo poco tempo, era impossibile determinarne la potenza, ma il solo fatto che avesse resistito alla Matrice del Comando, la rendeva al pari, se non superiore a sua sorella a puro livello teorico. Non avrebbe mai potuto dirglielo però, perché sapeva per certo che se glielo avesse riferito, lei sarebbe partita alla ricerca della draghessa, per affrontarla fino alla morte.

"Tu, senza dubbio"

Mentì, rispondendo in maniera più conveniente per lui, consapevole che Zeshi avrebbe disobbedito nuovamente agli ordini del Dodicesimo cardinale e sarebbe sicuramente uscita in cerca di sfida e intrattenimento.

"Sospettavo, però sarei curiosa di vedere un essere in grado di sconfiggermi, dubito che esista però..."

Axel ruotò gli occhi a quella affermazione, sua sorella aveva alcune perversioni e fissazioni per lui strane, perciò evitò di pensarci troppo su, farlo lo mandava in confusione ogni volta.

"Comunque, sorella mia, i cardinali hanno dato ordine di non uscire dalla capitale se non per missioni speciali"

Zeshi ruotò gli occhi, sbuffando annoiata. Axel rise leggermente a quella reazione, sua sorella non avrebbe mai obbedito, solo il Dodicesimo cardinale sapeva tenerla a bada, entro certi limiti.

"Io vado a vedere come sta la Venerabile Sabia, vedi di non batterti ancora da sola eh"

Axel riprese a camminare per il lungo corridoio, ridendo sotto i baffi della sua stessa battuta, nel mente Zeshi se ne rimase a giocare, fregandosene dell'ironia del fratello.

                                  ●

Una leggera folata di vento passava fra gli alberi della foresta della Giada Oscura. Un drone metallico volò fra gli alberi, per poi attaccarsi al petto di Soundwave, che si trovata in piedi su una piccola collinetta.

"Anche oggi nessuna traccia degli Orchi, si può sapere dove si trovano?"

Sbuffò Conrad, avvicinandosi all'altro robot, osservando il paesaggio. Soundwave si limitò a scuotere la testa, per poi alzare i tacchi ed iniziare a camminare verso un altro punto della foresta.

"Per te, dove sono?"

Domandò il robot in impermeabile verde, seguendo il fratello.

"Si può sapere dove si trovano?"

Essendo teoricamente muto, Soundwave usò la voce di Conrad per rispondere alla domanda di quest'ultimo.

"Neanche tu lo sai eh?"

Rise il detective, sistemandosi il capello.

"Per me sono scappati..."

Commentò uno dei tre scagnozzi di Conrad, erano esperimenti riusciti di Shockwave, armi biologiche che servivano da bodyguard per il robot in impermeabile.

"Possibile, qui la terra è poco fertile, è praticamente un mini deserto dentro la foresta, si staranno spostando..."

Concluse Conrad, ritenendo non ci fosse nulla di più, lui era abituato a cercare persone, non mostri o branchi di bestie. Mentre i vari robot seguivano Soundwave, questo si fermò di colpo, attirato da alcuni cespugli in movimento.

"Hai sentito qualcosa?"

"Sentito qualcosa"

Soundwave girò lo schermo che aveva sul volto verso i cespugli, facendo alcuni passi verso di essi con una disinvoltura disarmante, magari era data dal fatto che Conrad e scagnozzi fossero pronti a fare fuoco su chiunque si stesse nascondendo lì. Una volta giunti davanti al cespuglio, fece uscire dal proprio ventre due tentacoli elettrificati, pronto a parallizare chi li stesso spiando.

"Squit! Squit!"

Uno scoiattolo uscì fuori dai cespugli, squadrò leggermente il robot e se ne andò via spaventato. Vedendo ciò, il drone ritirò i tentacoli e tornò dagli altri.

"Falso allarme?"

Domandò Conrad, abbassando il proprio fucile. Soundwave annuì senza proferire parola, come sempre, per poi far apparire alcuni dati sul proprio schermo, generando un portale davanti a loro.

"Torniamo alla torre, l'Assoluto sarà contento delle informazioni!"

Commentò il drone, entrando le portale dopo Soundwave, seguito a ruota dai propri scagnozzi.

"Squit! Squit!"

Una volta chiuso il portale, un paio di scoiattoli si avvicinarono al punto dove i robot erano spariti. Una figura apparve dell'oscurità della foresta, e appoggiò una mano ad un albero.

"L'Assoluto? Cosa vuole dalla foresta? Devo avvisare Trinity..."

"Alzate pure il capo"

Tuonò Almodeus, sedendosi alla propria poltrona, osservando i propri sottoposti.

"La conquista della foresta della Giada Oscura è alle porte! Sarà la prima azione militare che attueremo in questo mondo, mi aspetto il massimo dell'impegno!"

"Si!"

Risposero tutti all'unisono alle solenni parole del sovrano assoluto, alcuni eccitati, altri ansiosi per la loro prima missione.

"Assoluto padrone, come intendete muovervi?"

Domandò Sergio, fantasticando già sul mirabolante piano che supponevo fosse stato preparato dal loro onnisciente padrone.

"Manderemo degli emissari ad ogni villaggio, essi dovranno portare un messaggio ben preciso: sottomissione o morte!"

Le parole di Almodeus sorpresero tutti i presenti, tolto Shockwave. Sergio credette inizialmente che questa idea fosse troppo semplicistica e che il loro signore avesse altri intenti nascosti. Nonostante tali dubbi, il drone rimase zitto, non volendo mancare di rispetto al proprio padrone.

"Oh sì! Sarà per me un onore sottomettere ogni tribù in nome vostro, mio signore!"

Ruggì Hardshell, pieno di grinta.

E ora chi glielo dice?

Pensò Almodeus, gratandosi la fronte.

"Hem...Hardshell, tu non sei fra gli emissari che ho scelto"

"Cosa?"

L'entusiasmo del drone si spezzò in mille pezzi.

"P-Perchè? Mio Assoluto signore, vi prego! Datemi..."

"Silenzio Hardshell! Lord Almodeus ha parlato! Lui sa, noi no! Le tue richieste sono un insulto al nostro signore!"

"Eh? No! Non intendevo prevaricare..."

Hardshell si era messo in ginocchio, a pregare il proprio padrone di lasciarlo agire, ma le parole dure di Morello lo fecero andare nel panico.

"Calma! Non ho escluso Hardshell per qualche motivo futile, ho solo ritenuto fosse più adatto mandare altri soggetti, dotati di immunità al controllo mentale per evitare problemi nel caso dovessimo imbatterci negli avverarsi affrontati da Almodea"

Le parole solenni del demone placarono gli animi dei sottoposti, fecero soprattutto passare il panico di Hardshell, il quale si rialzò in piedi e si mise ad ascoltare le motivazioni date dal proprio padrone. Dal canto suo, Almodeus aveva scelto i vari emissari con un processo ad esclusione, deppenando per primi i subordinati meno diplomatici e più inclini alla violenza, come Hardshell o Nikusa.

"Ora, se è tutto chiaro, passerei agli emissari..."

Dopo aver ricevuto solo segni di approvazione, Almodeus prese un respiro profondo, pronto per annunciare gli emissari che avrebbero dovuto portare le sue parole alle varie tribù della foresta.

"Gli emissari saranno: Almodea, Shaco ed Hirashi. Almodea si occuperà degli Oni, Shaco degli Orchi e Hirashi degli Uomini Lucertola, ci sono domande?"

Il demone spostò lo sguardo verso Shaco, che come al solito se ne stava a ridersela. Normalmente lo avrebbe escluso, ma la natura imprevedibile del clown lo rendeva estremamente difficile da inquadrare, e con Nocturn impegnato altrove per una missione secondaria, Shaco era una delle opzioni migliori. Hirashi ed Almodea erano state scelte, invece, per permettere loro di fare esperienza, soprattutto alla seconda delle due. Parlando di Hirashi, la sua riunione con la madre era avvenuta in maniera abbastanza calma, anche se Almodeus aveva udito che la donna avesse perfino sorriso una volta che Nikusa l'aveva abbracciata, qualcosa più unico che raro.

"Hem, solo una mio signore..."

"Dimmi pure Sergio"

"Chi andrà dai Goblin? Ci sono anche loro nella Giada Oscura"

Almodeus annuì a quella domanda, ma aveva già una risposta pronta.

"Andrò io! Penserò io a sottomettere i Goblin, diciamo che mi sono riservato questo piccolo divertimento"

Le parole di Almodeus fecero sembrare che la scelta fosse stata fatta su basi a puro scopo d'intrattenimento, ma in realtà il ragionamento del demone era leggermente più complesso. Aveva scelto volontariamente il bersaglio più semplice, ossia i Goblin, così che rimanessero ad Hirashi e Almodea quelli più complessi, obbligandole ad impegnarsi.

"Altre domande?"

"Sì, io! Se mi è concesso chiedere, cosa ne facciamo dei Troll? Dopotutto nei territori della Giada Oscura vi è una piccola catena montuosa abitata da troll di montagna"

Almodeus trovò la domanda mossa da Cortex molto coerente, effettivamente era normale che venisse il dubbio sul perché i troll fossero stati esentati dalla conquista.

"La risposta è semplice Cortex, noi stiamo conquistando la Foresta per evitare che i mostri possano invaderci in futuro ed i Troll sono i più lontani da noi, sarebbe inutile mandare delle forze a sterminarli"

Nel suo discorso, Almodeus fece intendere che ogni interazione avuta con i Troll avrebbe portato ad una battaglia, ciò era data dalla superbia di queste creature, che mai si sarebbero sottomesse ad avversari che ritenevano più deboli di loro.

"Se non ci sono altre domande, io darei inizio alle preparazioni..."

Il demone ottenendo solo dei consensi, perciò si schiarì la gola e passò a spiegare come avrebbero dovuto muoversi.

                               ●

Al calar della notte, la foresta della Giada Oscura dormiva sonno tranquilli, ignara dell'imminente tsunami che l'avrebbe da di lì a poco travolta. Mentre tutti riposavano, due figure si incontrarono in segreto vicino ad un albero segnato con una X sul tronco cavo. Erano entrambi uomini, uno alto e snello, vestito da giullare e con una maschera sorridente che gli copriva il volto, lasciando solo veder l'occhio sinistro da una piccola apertura. Il secondo uomo era invece poco più basso, vestito in abiti eleganti e con un bastone da passeggio nella mano destra, indossava anch'esso una maschera, statica e priva di emozioni. Quando i due si incontrarono, si salutarono calorosamente, fu quello alto a parlare per primo:

"Allora Gerud, come va con il nostro piano?"

"A gonfie vele Laplace! Lui sarà molto contento di come stiamo manipolando il Re dei Troll! Ben presto avremo quello che Lui vuole"

Il giullare si mise a ridere a quelle parole, ma mantenne un tono e posizione subordinate.

"Ahahah! Ne sono contento Gerud! Non vedo l'ora di fare rapporto! A questo proposito, serve altro al tuo capo?"

"Per ora no! Tutto procede alla perfezione! Ben presto l'intera foresta della Giada Oscura sarà sua!"

"Sarà il caos! E dal caos, si genera la pace e il divertimento!"

Le risate del giullare surclassarono di gran lunga quelle di Gerud, ma entrambe le voci sparirono nel glorioso silenzio della notte. Ancora una volta la foresta tornava a dormire sonni tranquilli, ma per quanto lo sarebbero stati?

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