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Versione Revisionata.
«Settimana prossima ci sarà la festa di Halloween e ancora non so che indossare», borbottò quasi con disperazione Josephine mentre si attorcigliava una ciocca di capelli castana ramata tra le dita. La ragazza in risposta ricevette solamente un «mettiti nuda» da parte di Natalie che la fece infuriare e arrossire come un pomodoro.
Elizabeth, invece, scrollò le spalle annoiata mentre rileggeva per l'ennesima volta la conversazione con Cabe, di quella mattina. Sulle sue labbra carnose si formò un accenno di sorriso poi come se fosse appena stata schiaffeggiata in pieno viso, tornò seria e puntò i suoi occhi color cioccolato verso destra, dove adesso Cameron Powell e la sua cerchia di amici stavano facendo la loro entrata.
«La banda di idioti sta facendo la sua entrata», mormorò acidamente Elizabeth, infilandosi il cellulare in tasca e digrignando i denti quando vide Cameron sorridere maliziosamente ad una ragazza del primo che lo aveva salutato.
Cameron e i suoi amici, tra chiacchiere e spintoni, si avvicinarono alle tre ragazze per poi passar loro accanto e sghignazzare, indicandole schernosamente. Neanche i bambini sono così stupidi, pensò adirata Elizabeth, roteando poi gli occhi.
«Avete qualche problema, eh?», sbraitò Elizabeth rossa dalla rabbia, afferrando poi per un braccio Cameron e facendo, indubbiamente, girare tutti verso di lei.
Caleb Montgomery, il migliore amico di Cameron, ghignò perfidamente poi si piazzò davanti a Elizabeth. «Che vuoi grassona?», chiese, facendo schioccare la lingua contro al palato.
«Vuoi morire per caso?», sibilò a denti stretti lei, avvicinando il suo viso a quello del moro che continuava ad avere quel ghigno fastidioso sul volto. Elizabeth avrebbe tanto voluto toglierglielo a suon di schiaffoni, ma non poteva far più di tanto a scuola, soprattutto se non voleva venir rimproverata dal preside Mcallister.
Cameron alzò gli occhi al cielo mentre cercava di fermare il suo migliore amico che aveva già stretto i pugni, tenendogli bloccate le braccia dietro alla schiena. Cameron sapeva che Caleb non si sarebbe fermato dal tirarle un pugno, anche se si trattava di una ragazza; a lui non importava, gli importava solamente di fare a botte con qualcuno.
«Ma sentila! Non riesci nemmeno a muoverti senza fare fatica e vuoi picchiarmi, eh moby dick?», cazzo, ora lo ammazza pensò Cameron mordendosi il labbro inferiore.
«Finiscila Montgomery. Hai rotto il cazzo», sibilò Natalie al fianco dell'amica per poi tirargli uno schiaffone in pieno viso. Caleb la fissò sbalordita poi digrignò i denti con forza, contraendo la mandibola e conficcandosi le unghie nei palmi delle mani per la rabbia.
Elizabeth strinse i pugni lungo i fianchi e facendosi forza, caccio indietro le lacrime che cercavano prepotentemente di uscire poi esalò un profondo respiro, «Ma va a farti fottere!», sbraitò furiosa, tirandogli un calcio negli stinchi per poi girare i tacchi e gioire dei gemiti di dolore che Caleb stava emettendo in quel momento.
«Ti sta bene, coglione!», gli urlò in faccia Josephine per poi raggiungere la sua amica, insieme a Natalie che stava reprimendo la voglia di uccidere di botte quel coglione di Caleb.
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