Richard batté con forza contro la porta del bagno, dove Tessa si era nascosta e chiusa a chiave dopo essere scoppiata a piangere senza motivo, «Amore, ti prego esci da quel bagno e parlami. Che succede?» domandò disperato lui.

«No! Ti sto rovinando la vita.» sbraitò lei, singhiozzando bruscamente mentre affondava la testa tra le ginocchia rannicchiate al petto. Non voleva che Richard si rovinasse la vita per lei. Non poteva obbligarlo a fare sempre tutti quei chilometri e quelle ore in macchina per poterla vedere. Non era giusto nei suoi confronti.

Lui tirò un altro pugno contro la porta, sentendo gli occhi bruciare per il nervosismo, «Tu non mi stai rovinando la vita, lo vuoi capire? Ti amo da morire Theresa».

Perché improvvisamente Tessa si era messa a piangere? Aveva detto qualcosa di sbagliato? Fatto qualcosa di sbagliato? No, era improbabile perché era scoppiata in lacrime appena aveva messo piede nella sua camera da letto con Ophelia nella gabbietta.

«Oh, ma davvero? Ricky, appena ti ho detto di stare male, tu ti sei precipitato qui e sei arrivato dopo tre ore perché per l'appunto abitiamo a tre ore di distanza... Non è giusto nei tuoi confronti. Non puoi correre da una parte all'altra per colpa mia. Stasera devi anche lavorare quindi dovresti riposarti e non guidare per altre tre ore per arrivare a casa tua!» sbraitò lei, stringendo i pugni per la collera nei suoi stessi confronti. Stava rovinando la vita al suo ragazzo.

Richard sospirò bruscamente, scuotendo appena il capo poi si appoggiò con la schiena contro alla porta, sapendo benissimo che Tessa era nella stessa posizione dell'altra parte, «Per me non ci sono problemi a viaggiare per venire a trovarti, lo sai questo? E poi per una cosa del genere mi staresti rovinando la vita? Ma non scherziamo. Tu rendi migliore la mia vita, Tessa, mettitelo in testa».

Inclinò il capo all'indietro poi sorrise con tristezza al pensiero di Tessa così sofferente per un problema per lui inesistente, «Posso sempre trasferirmi qui. Comprare un appartamento in cui andare a viverci insieme.» replicò lui con voce pacata.

Tessa incominciò a ridere istericamente tra le lacrime, «E con il lavoro come fai? Ti svegli alle tre del mattino per andarci?» sbraitò con un tono di voce carico di nervosismo.

«Posso chiedere al mio capo di raccomandarmi nel bar che c'è qui a Greenvich Village. Il mio capo ha una catena di bar insieme a suo fratello che abita qui. Il bar che c'è qui a Greenvich Village è molto grande e famoso quindi un lavapiatti o cameriere in più potrebbe servire.»

La castana smise di ridere, sentendo i battiti del suo cuore aumentare a quelle parole. Richard avrebbe cambiato completamente la sua vita per stare con lei? Lo farebbe davvero?

«Cambieresti la tua vita per stare con me?» domandò con stupore lei, asciugandosi con le guance bagnate con la manica della felpa.

«Sì, perché ti amo tantissimo Tessa e voglio stare con te qualsiasi cosa accada.» disse con fermezza nella voce. Tessa sorrise dolcemente, tirando su col naso, «Ti amo anche io Ricky.» farfugliò lei poi si alzò in piedi e sbloccò la porta.

Richard, sentendo la chiave girare nella toppa, si alzò a sua volta e aspettò che Tessa aprisse la porta. Una volta che fu aperta, afferrò la sua ragazza da un braccio, senza darle tempo di aprire bocca e l'avvolse in un grande e inebriante abbraccio che non aveva intenzione di non sciogliere per un po' di tempo. Amava averla tra le sue braccia e sentirla aggrapparsi a lui come in quel momento.

Tessa strusciò il suo viso contro al petto duro e caldo di Richard poi si mise in punta di piedi e sfiorò brevemente le sue labbra, «Scusa per la mia crisi...» sussurrò debolmente.

Richard scosse il capo, «Stai tranquilla, è tutto okay. Ora andiamo a salutare la piccola Ophelia che si sarà spaventata nel sentire tutte queste grida.» replicò lui in un sussurro. Tessa annuì, abbozzando un dolcissimo sorriso che fece venire le farfalle nello stomaco al suo ragazzo che ricambiò quel gesto, baciandole poi la punta del naso.