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14

Sono 3000 parole e spero vi piacciano.
Dedico il capitolo alle ragazze del gruppo di whatsapp.. spero che vi piaccia.
(Un grande grazie a ravenxblood per avermi sopportata)
[Kayla]

"Non sono sicura di aver capito cosa intendesse il professore con quell'affermazione sulla cinematografia degli anni venti." Mormorai, picchiettando più volte la penna sul mento e lanciando uno sguardo a Emma, una compagna di corso che avevo conosciuto all'inizio di quella folle prima mattinata al college.

"Io non sono sicura di aver capito almeno una cosa che quel tizio ha detto nelle ultime tre ore." Alzò le spalle sospirando e poi si guardò intorno, osservando le persone che continuavano a passare davanti alla panchina dove eravamo sedute e soprattutto la coda che continuava ad aumentare all'entrata della mensa. "Chi è questa persona che stiamo aspettando? Perché l'unica cosa che ho capito è che vuole farmi morire di fame."

Sorrisi appena e mi guardai intorno a mia volta, cercando la figura di Blake in mezzo a tutte quelle persone. Quando avevo detto a Emma che dovevo aspettare una persona prima di andare in mensa, non mi ero sbilanciata più di tanto sul dirle chi era quella persona, soprattutto chi era per me. Non lo avevo fatto per nascondere la mia relazione con Blake, ma per lasciar decidere a lui se voleva rendere la nostra relazione così tanto pubblica anche in mezzo al campus.
"Il mio coinquilino." Dissi sorridendo subito dopo, vedendolo camminare nella nostra direzione insieme a qualche suo nuovo amico. Mi alzai, facendo fare lo stesso ad Emma, e aspettai che si avvicinasse lui a me.

"È quello lì?" Domandò squadrando Blake dalla testa ai piedi. "Sai se è fidanzato?" Non fece in tempo a finire la frase che Blake- non appena fu davanti a noi- mi circondò le spalle con un braccio e mi attirò a sé, baciandomi velocemente sotto lo sguardo attento della mia amica. "Direi proprio di no." Mormorò quando mi staccai dal mio ragazzo, alzando le sopracciglia davanti alle mie guance rosse per l'imbarazzo.

"Ciao bellissima, come è andata la mattinata?"

"Tutto bene." Cercai di cancellare il sorriso che si era impresso sulle mie labbra qualche secondo prima e mi girai verso la ragazza al mio fianco. "Lei è Emma, frequenta il mio stesso corso di cinematografia. Emma lui è Blake, il mio ragazzo."

"Piacere di conoscerti." Blake spostò la mano dalla mia spalla alla mia schiena e mi presentò i suoi due compagni di corso di economia: Adrian e Caleb, due ragazzi paragonabili a due armadi. "Andiamo a mangiare? Sto letteralmente morendo di fame."

"E quando mai non hai fame." Sbuffai prendendo la mia borsa dalla panchina e prendendo la mano al mio ragazzo che mi stava porgendo la sua. "Emma, tu dopo che lezione hai?"

"Media, tu?"

"Storia contemporanea." Mormorai, sospirando per cercare di spazzare via il panico che mi stava venendo per l'inizio di quel corso, nuovamente da sola. "Da quanto ho capito è in un edificio dall'altra parte del campus."

"Io ho la macchina qui vicino, se vuoi ti posso dare un passaggio, tanto io ho finito per oggi."

"Mi faresti davvero un grande favore!" Esclamai sorridendo, ricevendo una stretta di mano da Blake che mi fece capire che forse non avevo dato la risposta secondo lui "giusta".

Passammo quasi dieci minuti in cosa attendendo il nostro turno e quando- dopo aver preso da mangiare ed aver pagato, ci sedemmo su un tavolo un po' in disparte, sentii Emma ringraziare il cielo perché finalmente poteva mangiare qualcosa di commestibile.

"Quindi," Iniziò, mettendo poi in bocca una patatina fritta. "Siete coinquilini?"

Annuii e continuai a mangiare, cercando di capire dove voleva andare a parare con quel argomento.

"Cosa, davvero?" Domandò stupito Adrian, lanciando poi un'occhiata a Caleb. "E avete altri coinquilini?"

"No, i nostri genitori hanno deciso di farci vivere insieme per questi anni perché ci conosciamo sin da quando eravamo bambini." Replicò Blake, rubando dal mio piatto delle patatine per portarle sul suo già vuoto. "Anche se hanno scoperto dopo che stavamo insieme e di questo non erano esattamente contenti i suoi quando l'hanno scoperto."

"Vuoi biasimarli?" Domandai, riprendendo le patatine dal suo piatto.

"Amica mia, voi si che siete fortunati, potete scopare quando volete senza che nessuno vi disturbi."

Quando sentii quella frase mi andò di traverso il boccone che stavo mandando giù e- accompagnata dalle risate dei tre ragazzi e dalle pacche sulla schiena da parte della mia amica- sentii Blake dire a Emma che loro sarebbero diventati davvero amici.

***

"Scusami, questo posto è libero?"

Alzai lo sguardo dal cellulare ed incontrai quello di un ragazzo sorridente. Annuii un paio di volte e poi tornai a leggere il messaggio che Kaiden mi aveva mandato quella mattina dopo aver parlato con mio fratello, il quale non era per niente contento che abitassi insieme al mio migliore amico, nonché mio ragazzo.
Risposi velocemente al messaggio del ragazzo, promettendogli che quando sarei tornata a casa lo avrei chiamato per parlarne meglio, e poi riposi il telefono nella borsa, prestando attenzione alla professoressa.

"Scusami ancora." Mormorò il ragazzo, facendomi spostare l'attenzione su di lui. "Per caso ci siamo già visti da qualche parte, perché il tuo viso mi è davvero familiare."

"Non credo." Mi passai una mano tra i capelli, sentendomi completamente a disagio, e cercai di mantenere l'attenzione sulla spiegazione della professoressa, ignorando lo sguardo persistente del mio vicino di banco.

"Comunque io sono Jeremy." Mi porse la mano e mi obbligai a stringerla, dicendo piano il mio nome. "Come mai hai scelto questo corso?"

"Ho sempre amato la storia, soprattutto molto di più rispetto ai programmi di montaggio media e condivisione." Sospirai, ripensando al perché ora detestavo così tanto quelle cose.

"Ci credo, cioè, è interessante come cosa." Rimase in silenzio per dieci minuti, facendomi finalmente ascoltare la lezione, ma poi tornò a parlare, facendomi innervosire. "Mi chiedevo se ti andasse di bere qualcosa dopo la lezione, sai, per conoscerci meglio."

Serrai la bocca in una linea sottile e afferrai il telefono dalla borsa mentre rispondevo al suo invito. "Mi dispiace Jeremy, ma sono impegnata."

"Nel senso che sei fidanzata o che dopo non puoi?"

"Entrambe le cose."

Kayla:
Puoi venirmi a prendere fuori dall'aula?
Ho bisogno di vederti .
[2.13]

Blake:
Tutto bene?
A che ora finisci?
[2.13]

Kayla:
Dieci minuti.
Dopo ti spiego tutto.
[2.14]

Quando finalmente la professoressa ci disse che potevamo andarcene, raccolsi velocemente le mie cose e mi catapultai verso l'uscita dell'aula, ignorando il saluto del ragazzo che era seduto al mio fianco. Non riuscivo a capire perché, ma le attenzioni che mi aveva dato quel ragazzo mi avevano fatto sentire quasi in gabbia da quanto erano pressanti. Aspettai impazientemente che la fila avanzasse e, non appena fui fuori, mi ritrovai a respirare profondamente, cercando fin da subito Blake con lo sguardo.

"Buona giornata, Kayla."

Sorrisi appena a Jeremy e poi mi diressi velocemente verso l'auto di Blake, abbracciandolo non appena mi ritrovai davanti al ragazzo appoggiato al cofano.

"Che succede, Kay?"

"Niente di preoccupante, solo che mi mancavi davvero tanto." Alzai il viso verso il suo e gli diedi un bacio sulle labbra.

"E?" Domandò sulle mie labbra, accarezzandomi le guance con i pollici. "Cosa ti ha messo tanto a disagio?"

"Solo delle avance di un ragazzo. Non ha fatto niente di male, anche perché non appena gli ho detto di essere fidanzata ha cambiato subito atteggiamento, solo che mi sono sentita soffocare dalla sua insistenza... sembrava quasi sapesse già ciò che avrei risposto in quel modo."

"Se succede di nuovo, non esitare a chiamarmi, ci penso io a farlo smettere di parlare."

Scossi la testa e poi mi alzai sulla punta dei piedi, allacciando le mani sulle sue spalle e premendo in maniera decisa le mie labbra sulle sue, fregandomene solo per un secondo di tutte le persone che ci circondavano. "Lo sai che adoro quando fai il geloso, vero? Mi fai sentire desiderata."

"Se è per questo posso farti sapere più spesso quanto ti desidero, anche in modi più espliciti della gelosia."

"Coglione." Risi staccandomi da lui e andando verso la portiera del passeggero. "Andiamo a casa? Ho davvero bisogno di dormire."

***

La cosa che trovai divertente fu il fatto che, quando entrammo in casa, le nostre intenzioni erano estremamente diverse dal dormire.
Certo, il fatto che lo avessi provocato per tutto il viaggio in macchina sul fatto che non ricordassi molto della sera prima (cosa non vera), lo aveva fatto abbastanza innervosire, ma avergli fatto sapere-non intenzionalmente- che quel giorno indossavo là lingerie che aveva visto la seconda volta che stavamo per fare l'amore ma eravamo stati interrotti, gli aveva dato abbastanza carica da prendermi in braccio non appena superata la soglia dell'entrata.

"Tanto per fartelo sapere." Ansimai, dando una spinta con la mano alla porta per farla chiudere e lanciando la borsa per terra, infischiandomene del fatto che dentro vi era anche il cellulare. "Ricordo ogni singolo istante di ieri." Baciai le sue labbra, sentendo subito la sua lingua tra di esse, e mi lasciai andare ad un bacio decisamente più focoso di quello che ci eravamo dati nel parcheggio dell'Università.

"Come potresti dimenticarti di me sopra di te? Gemevi troppo per star fingendo." Mi morse il labbro, facendomi rilasciare un ansito, e mi sentii sprofondare per le sue parole fin troppo spinte. Non potevo dire che, in quel momento, quell'affermazione non aumentasse le scosse di piacere che stavo provando in quell'istante nel basso ventre, ma nonostante tutto mi sentivo in imbarazzo. Mi fece sedere sull'isola della cucina e mise subito le mani alla base della mia maglietta, sollevandola e lanciandola a terra senza degnarla di uno sguardo, puntando i suoi occhi solo sul tessuto in pizzo rosa che copriva ancora il mio petto. "Quanto amo il fatto che nessun altro ragazzo possa vedere questo."

Attaccò di nuovo le sue labbra alle mie e nel frattempo slacciò il reggiseno, facendolo cadere al mio fianco sul piano in granito; appoggiò le mani dove fino a qualche secondo prima c'era il gancetto del reggiseno e mi spinse verso di sé, facendo aderire il mio corpo nudo al suo ancora vestito. Quando allacciai le gambe dietro al suo bacino, lo sentii sospirare, provando probabilmente piacere dallo sfregamento che si era creato sul tessuto dei miei pantaloni sui suoi; interruppi il bacio solo per sfilargli la maglietta e per scalciare via le scarpe ed i calzini, ormai solo accessori inutili.

Feci scendere le mie mani sul suo sedere e tastai le sue tasche, tirando fuori il portafoglio e appoggiandolo vicino al mio reggiseno, poi portai la mia attenzione al bottone dei suoi jeans, che faticai ad aprire da quanto le mani mi tremavano in quel momento.
Nel giro di qualche momento sia io che Blake stavamo scalciando a terra i nostri pantaloni, buttandoli in un punto qualsiasi delle stanza, dove probabilmente li avremmo trovati incastrati nei punti più impossibili. Era incredibile quanto ciò- che fino a qualche mese prima temevo- in quel momento mi stava quasi logorando dall'interno, quanto quel contatto così carnale mi mancasse.

Aprii con mani tremanti il portafoglio e gli passai la bustina del preservativo, dimenticandomi subito dopo dell'oggetto in finta pelle che avevo tra le mani e buttandolo a terra senza nemmeno accorgermene.

Le mani di Blake si mossero sui miei fianchi e trascinarono, in modo fin troppo lento, i miei slip lungo le mie gambe a penzoloni.
"Almeno questa volta ho avuto la soddisfazione di toglierti questi maledetti cosi." Ghignò, lasciando cadere a terra il mio intimo-ed i suoi boxer- e chinandosi per lasciare un bacio tra i miei seni, ora gonfi e turgidi.

Annuii con la testa, non sapendo esattamente a cosa stavo acconsentendo in quel momento, e poi lo osservai mentre srotolava il lattice sottile sul suo membro eretto, facendomi provare una fitta di lussuria che mi fece stringere le cosce tra di loro.

"Non pensi che dovremmo andare in camera?" Non sapevo esattamente per in quel momento gli stessi chiedendo una cosa del genere, ma non era esattamente nei miei programmi fare sesso dove mangiavamo ogni mattina. Ansimai quando appoggiò le mani sulle mie ginocchia, divaricandomi con poca forza le gambe e si avvicinò a me, baciandomi le labbra come se solo quelle potessero ancorate a questo momento magnifico. "Dopotutto qui man-" Rimasi senza fiato quando unì i nostri corpi bollenti senza alcun preavviso e premetti le unghie sulla pelle delle sue spalle, lasciando quelli che il giorno dopo probabilmente sarebbero stati dei segni violacei.

"Perché?" Gemette vicino al mio orecchio quando morsi- senza rendermene conto- la pelle tra il collo e la spalla, trattenendo così un urlo prossimo a lasciare le mie labbra  quando iniziò a muoversi nel mio corpo affamato di lui. Allacciai le caviglie appena sopra al suo sedere e spinsi i talloni su di esso per avvicinarlo ancora di più a me, cosa ormai praticamente impossibile.

Nella stanza risuonavano solo il rumore delle nostre pelli che continuavano a scontrarsi, provocando un suono che- se non fossi stata in quella situazione- avrei detestato e si sentivano i nostri gemiti che continuavano ad aumentare man mano che ci andavamo in contro con i bacini. Aveva una sua mano ferma sul mio fianco, tanto stretta ad esso da lasciare il segno, e l'altra in movimento: prima su un seno, poi sull'altro, fino a finire tra le pieghe delicate e bollenti della mia intimità. Era come un percorso che si continuava a ripetere, come se non riuscisse a capire nemmeno lui su cosa preferiva concentrarsi.

"Perché qui ci mangiamo ogni mattina." Mormorai tra un bacio e l'altro, sforzandomi di mettere una parola sensata dietro l'altra. Non appena riuscii a completare la frase, Blake infilò rudemente la lingua nella mia bocca e spinse nello stesso modo con il suo bacino, facendomi andare quasi fuori di testa per quell'assalto che il mio corpo stava subendo e stava amando.

Improvvisamente fermò i suoi movimenti e io mi ritrovai a gemere per protesta, oramai troppo presa da quella dolce tortura per fregarmene di ciò che avevo detto qualche minuto prima. Appoggiò le mani sulle mie cosce e- sempre mantenendo i nostri corpi incastrati tra loro- mi sollevò dal bancone, facendomi emettere un gemito ben più acuto di quelli che avevano lasciato le mie labbra nei minuti prima. "Oh Dio."

Fece un paio di passi verso il corridoio, ma poi si fermò, cambiando completamente direzione e camminando velocemente verso il divano, sendendosi di peso, facendomi così sbattere sulle sue gambe.

"La camera è troppo lontana." Ringhiò, ricominciando a baciarmi subito dopo e appoggiando le mani sui miei fianchi, sollevandomi dal suo bacino fino ad essere quasi svuotata dal corpo di Blake e facendomi ricadere pesantemente su di lui, mandandomi scosse di piacere in tutto il corpo.

Non avevamo mai fatto l'amore in quella posizione (non che l'avessimo fatto tante volte da poter dire di aver provato tante posizioni) e mi sentivo strana ad avere io il controllo sul piacere che potevo far provare ad entrambi e soprattutto a Blake. Mi sentivo estremamente bene e vedere i suoi occhi serrati e la testa del mio ragazzo ricadere sui cuscini del divano, con la bocca semiaperta, dalla quale uscivano imprecazioni e frasi incomplete, quasi senza senso.

"Sei meravigliosa, Kay." Soffiò nel momento stesso in cui mi sentii investire da una sensazione paradisiaca a me ancora nuova. Strizzai forte gli occhi e sentii a malapena le mani di Blake che continuavano ad accompagnarmi negli ultimi movimenti che avrebbero presto portato anche lui all'orgasmo.
Mi sentivo come se fossi in un mondo parallelo, perfettamente consapevole di ciò che stavo facendo e provando, ma allo stesso tempo catapultata al di fuori di quella realtà di piacere. Rimasi cosciente quel tanto da sentire le labbra di Blake mormorare più volte il mio nome e da vedere i muscoli delle sue braccia e del suo addome tendersi sotto al mio corpo, facendogli provare quello che probabilmente stavo provando ancora in quel momento.

Crollai sul suo petto caldo e ascoltai il rumore provocato dai nostri respiri affannosi mescolati, cercando di riprendermi da quello che- fino a quel momento- era stato l'orgasmo più forte che io avessi mai provato. Appoggiai la fronte sulla sua spalla e baciai il petto con le labbra super sensibili, gonfie e rosse per i troppi baci; sorrisi leggermente quando Blake avvolse le braccia sulla mia schiena, attirandomi a sé nonostante faticasse ancora a regolarizzare il respiro.

"Sai," mandai giù la saliva e feci un respiro profondo prima di riprendere a parlare. "stamattina non mi è nemmeno passato per la mente che avremmo concluso il primo giorno di college facendo sesso."

"Felice di aver scombussolato le tue previsioni." Appoggiò una mano tra i miei capelli leggermente umidi e li tirò appena, quel tanto da farmi capire di alzare la testa verso di lui. "Davvero molto molto felice."

"Idiota." Risi, dandogli poi un bacio sulla guancia e poi spostandomi dal suo corpo per sedermi al suo fianco. "Credo di aver bisogno di una doccia."

"Allora andiamo a fare una doccia, mia selvaggia ragazza."

"Non credo che potrei reggere di nuovo, Blake, sono praticamente senza forze già adesso." Dissi lentamente, essendo forse più sincera di quanto avrei voluto, anche se davvero non sarei riuscita a reggere di nuovo delle emozioni del genere senza crollare.

"Vorrà dire che ci fermeremo solo a fare una semplice doccia."

"Grazie." Ti amo, pensai.

***
E dopo questa mi ritiro.

Ps. L'ultima volta ho aggiunto all'ultimo un messaggio, ma lo ribadisco adesso: BASTA COPIARMI LE STORIE.

Alice

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