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Capitolo 17


L'indomani mattina mi svegliai in tranquillità nella mia stanza.

C'era un particolare e assordante silenzio intorno a me, e la cosa non poteva che essere strana visto il tipo di persone con cui vivevo.

Mi alzai lentamente senza mettermi fretta, pensando che magari per una volta avevano solo calmato i bollenti spiriti di ogni mattina. Scesi sotto in cucina ma sembrava non esserci l'ombra di nessuno in casa, qui iniziai ad insospettirmi.

-Steve? ... Bucky?- Urlai in giro per la casa senza ottenere una risposta

-Tony? Nat?-

Sembrava proprio non esserci nessuno.

-Scat? Falcon? Visione?-

Nessuna risposta.

Sbuffai prendendo il cellulare dalla mia tasca ma in esso c'era qualcosa di strano.

Un conto alla rovescia che segnava gli ultimi 7 minuti, non sapevo cosa significasse.

Stufa di questa misteriosa situazione, decido di chiamare Bucky per cercare di capire dove fossero tutti e perché ci fosse quel conto alla rovescia sul mio telefono.

"-Pronto?-

-Si può sapere dove siete finiti tutti?!-

-Amore ciao ehm, siamo in missione.-

-In missione?!!-

-Si ecco.. Tony supponeva che con te al nostro fianco lo s.h.i.e.l.d avrebbe attaccato prima e che quindi..-

-Quindi cosa? Bucky ti avevo detto che la missione era stata organizzata in primis da me e voi che fate? Mi lasciate indietro convinti che così le cose andranno bene e basta? Mi sistemo e vengo.-

-Non puoi.-

-E perché no sentiamo.-

-Tony ha formato una barriera protettiva attorno alla casa che non ti permetterà di uscire. E non puoi neanche chiamare nessuno che ti venga a prendere perché il tuo telefono sarà disattivato tra qualche minuto amore-

-Non chiamarmi amore! Non potete farlo Bucky! E' una missione che riguarda me non voi!-

-Ti amo piccola, a dopo.-

-No bucky, Bucky? Pronto?-"

Lanciai il telefono per terra dalla rabbia.

Perché fare una cosa simile? Solo perché ero sprovvista di super forza o super armature? Se non mi sbaglio sono anche qualche gradino più sopra della Romanoff in combattimento quindi non avevano motivo.

Evito di pensare troppo al perché e cerco una soluzione per uscire

Nonostante le barriere dovevo trovare un modo, affrontare questa cosa stando seduta sul divano di casa non mi andava proprio.

Scesi di sotto nel laboratorio del Sig. Stark e iniziai a pensare a cosa avesse potuto usare per evirare la mia uscita, ma la mia mente sembra essersi svuotata.

Nel trovare una soluzione pensai bene di tirare qualsiasi oggetto metallico contro la barriera ma ogni cosa che lanciavo tornava indietro e distruggeva in parte la casa.

Dopo più di un'ora cercando di trovare una soluzione, vidi alla fine del laboratorio un concentrato di luce blu provenire da un angolino nascosto, come se fosse una piccola cella frigorifera contenente un piccolo tesoro.

-Project A.R.C- Avvicinandomi lessi questo

Non sapevo di cosa si trattasse, ma sembrava come essere la soluzione al mio problema.

Presi una delle minuscole fiale blu-verdi all'interno della piccola cella, la esaminai lentamente e poi la scagliai contro la finestra.

Uno strano fascio di luce blu, seguito da una polvere verde acqua si poggiarono contro la barriera, distruggendola completamente. Nell'impatto, parte del fumo mi arrivò addosso, entrando anche nei miei polmoni, la cosa non fu piacevole.

Mi accasciai per terra, era come se l'aria non passasse più e stessi soffocando.

Sentivo i polmoni bruciare e le vene gonfiarsi sempre di più, il cuore pompare ad una velocità spaventosa, ma di aria neanche la traccia.

Tenevo una mano stretta alla gola, l'altra strisciava per terra cercando di arrivare a qualcosa dove aggrapparsi ma niente.

Dopo pochissimi minuti passati in quella che sembrava una lentissima agonia, l'aria divenne troppo poca, i polmoni bruciavano così tanto da sembrare il motore di un'auto più che due sacche per l'ossigeno, la pelle era come se mi cadesse, avevo perso le forze, stavo morendo.

Lentamente iniziai a perdere i sensi, vedendo sempre più sfocato quello che avevo attorno.

Ero riuscita a rompere la barriera protettiva, ma non aveva più senso, visto che nel farlo, stavo perdendo la mia stessa vita.

Chiusi gli occhi ormai esausta, aspettando di non sentire più nulla.

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