Forty nine
Allungai la mano verso il comodino e tastai alla cieca la superficie, cercando di acchiappare il telefono che aveva iniziato a suonare.
"Pronto?" Sussurrai con voce impastata, sbadigliando subito dopo a bocca aperta, dimostrando a me stessa la mia eleganza innata.
"Cheryl?"
"Che vuoi, Lucas?" Borbottai distendendomi di nuovo e coprendomi di nuovo con il lenzuolo.
"Mi avevi detto di chiamarti il prima possibile." Rise, probabilmente scuotendo la testa come era solito fare da ragazzo quando facevo qualche stronzata.
"Certo, ma questo non voleva dire chiamarmi alle tre del mattino." Sbottai, coprendomi gli occhi- da una luce inesistente- con la mano libera.
"Sono appena sceso dall'aereo, Cher. Quando ho visto le tue mail ho composto subito il tuo numero. Sai che puoi chiamarmi anche tu quando vuoi, vero?"
"Non voglio disturbarti, Luke, tu hai una vita davvero più impegnata della mia." Mormorai, girandomi piano sul fianco e appoggiando una mano sulla pancia, come per assicurarmi che anche il bambino stesse dormendo.
"Davvero non capisci, eh?"
Lo sentii sospirare dall'altro capo del telefono e poi sentii dei vari rumori di sottofondo, come se stesse salendo delle scale.
"Comunque, solitamente dove tieni le chiavi di scorta di casa tua?"
"Dentro al vaso della pianta, perché?"
Non appena finii la frase, sentii il telefono staccare di colpo la chiamata, e poi sentii il rumore delle chiavi sulla mia porta.
Mi sedetti velocemente- per quanto mi fosse possibile- sul letto e accesi la lampadina che si trovava sul comodino, illuminando parzialmente la stanza in cui dormivo.
Sentii il cuore in gola quando la porta si chiuse piano e mi resi conto che, quella sensazione alla bocca dello stomaco, non dipendeva affatto dal fatto che io non sapessi chi era appena entrato in casa mia o a causa del bambino; provavo quella- ormai dimenticata- sensazione perché sapevo che Lucas era qui per me, come la quando eravamo bambini.
Lo guardai entrare nella mia stanza, con un piccolo sorriso sulle sue labbra rosee e poi lo osservai finché si toglieva le scarpe e i calzini. Quando- vestito ancora con i pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte- si stese al mio fianco, sentii il cuore prendere a battere ancora più veloce, se possibile.
"Come?" Sussurrai, aprendo più volte la bocca per replicare ancora una volta, ma non facendo uscire nemmeno un suono dalle mie labbra.
"Prima non mi avevi fatto capire che è troppo tardi per parlare?" Domandò, allungando il braccio sopra di me e spegnando la luce.
"Si ma-"
"Buona notte, Cheryl."
Rimasi qualche secondo ferma e poi mi distesi di fianco sul letto, tenendo gli occhi fissi nel buio, ancora sconvolta dal fatto di avere il ragazzo al mio fianco.
Dopo qualche minuto di silenzio, sentii Lucas muoversi sul letto e poi lo sentii appoggiare il suo petto alla mia schiena e la sua mano sulla mia pancia.
Chiusi gli occhi e sorrisi debolmente, rilassandomi tra le sue braccia.
"Buona notte, Lucas"
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