"Mi hai costretto a vedere uno stupido film romantico e ti sei addormentata dopo nemmeno mezz'ora dall'inizio, certo che sei proprio una ragazza modello." Arricciai il naso quando sentii l'indice di Lucas toccare più volte le mie guance e il naso.

"Stai fermo." Sbuffai, girando la testa a destra e a sinistra, cercando di scappare dall'assalto del mio ragazzo.

"No, perché qualcuno si è dovuto vedere un film intero senza poterlo spegnere perché qualcun'altro era addormentato sulle sue gambe."

"Potevi svegliarmi prima."

"Si, così mi tiravi un pugno dove batte il sole. No grazie, mi è bastata la lezione che mi hai dato quando avevo tredici anni."

"E allora non lamentarti." Aprii un occhio e guardai il viso di Lucas sopra di me. "Dammi una mano ad alzarmi, piagnucolone." Borbottai, cercando di alzarmi.

Nell'ultimo mese era diventato faticosissimo alzarmi, soprattutto se ero distesa i seduto nel divano della casa di Lucas, che era come sedersi in una piscina di palline colorate.

"Comunque era un bel film." Borbottò, sollevandomi le spalle con le mani e poi aiutandomi ad alzarmi in piedi. "Anche se sarebbe stato meglio passare il pomeriggio con te sveglia."

"Quando porterai anche tu un'altra persona in pancia, ne riparleremo."

L'ultimo mese era passato talmente velocemente che non me ne ero nemmeno resa conto. Ero arrivata a metà dell'ottavo mese della gravidanza senza nemmeno accorgermene e avevo iniziato a passare più di qualche notte a casa di Lucas, anche se non riuscivo più di tanto a muovermi. Nell'ultimo periodo mi sentivo, più che una persona, una palla pronta a scoppiare.

"Dubito che sarà possibile, amore. Anche se sai che, se potessi, porterei questo peso per te."

"Così da poterti lamentare ogni due minuti di quanto sia faticoso?" Lo presi in giro, facendogli poi una linguaccia.

"Dove devi andare, prima donna?"

"In bagno, vuoi seguirmi anche lì?" Alzai gli occhi al cielo e mi incamminai verso il bagno, trascinando svogliatamente i piedi.

Era tutto il giorno che sentivo la pancia più dura, quasi diversa da solito e, quando sentii un leggero dolore, iniziai a spiegarmi il perché. E, quando quasi davanti al bagno, sentii una sensazione di bagnato sulle gambe, provavi una sensazione di ansia partire dal petto e prendere tutto il corpo.

"Cazzo." Soffiai, appoggiandomi al muro per sostenermi. "Lucas!"

"Dimmi, Cheryl." Urlò di rimando, probabilmente incamminandosi lentamente nella mia direzione.

"Mi si sono rotte le acque."