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Thirty

Non appena misi piede fuori dall'ospedale, mi sentii finalmente bene.
Stare dentro a quel posto impregnato di disinfettante mi aveva sempre dato ansia, soprattutto da quando- a otto anni- mi ero rotta il braccio.

Mi sentivo leggermente scombussolata dopo quella visita, soprattutto per il fatto di aver scoperto che- la futura gioia della mia vita- sarebbe stato un maschietto sano e forte.

Prima di quella mattina, non avevo mai pensato al fatto che la creatura dentro di me sarebbe stato un maschietto o una femminuccia, ma in quel momento mi resi che per me sarebbe stato ugualmente perfetto, sia se fosse stata una principessa, sia se fosse stato un piccolo campione.

A quel pensiero un sorriso si dipinse sulle mie labbra e appoggiai istintivamente la mano sulla pancia.

Quando, quasi mezz'ora dopo, mi ritrovai davanti alla porta del mio appartamento, frugai nella borsa per prendere le chiavi e le tirai fuori, facendo cadere però anche la busta con le immagini dell'ecografia.

Nel momento stesso in cui mi abbassai per riprenderla, sentii una voce alle mie spalle che mi fece sussultare.

"Sempre la solita sbadata, eh Cheryl?"

Non lo riconobbi dalla voce, poiché era seriamente cambiata da qualche anno prima, ma lo riconobbi dal modo in cui disse il mio nome. Da bambina ero affascinata dal suo modo di chiamarmi.

Presi la busta e mi rialzai rigida, senza girarmi verso di lui.

"E quando mai non lo sono stata." Borbottai, aprendo la porta e lasciandola aperta per farlo entrare.

Non avevo la più pallida idea di come mi avesse trovato e soprattutto di come avesse fatto ad entrare nell'edificio del mio appartamento, ma non provai nemmeno ad indagare, tanto ero sicura che centrasse il fatto che lui faceva parte di un gruppo famoso e cose del genere.

Appoggiai la borsa sul tavolo ed aspettai che chiudesse la porta prima di girarmi verso di lui, nascondendo al meglio la pancia dentro alla felpa larga.

"Cosa ci fai qui, Lucas?" Domandai, incrociando per la prima volta- dopo anni- i suoi occhi grigi.

"Sono due settimane che non rispondi alla mia email, ero preoccupato." Borbottò in imbarazzo, grattandosi la nuca ed avvicinandosi. " E poi volevo scusarmi con te di persona."

"Non serviva, Lucas. Non dovevi disturbarti per venire fino a qui e rinunciare ai tuoi impegni da star. " Mormorai, girandomi e sedendomi sul divano. Ero sicura che nel giro di qualche minuto si sarebbe reso conto del rigonfiamento sulla mia pancia e, per quanto amassi già mio figlio, sapevo che avrebbe rovinato qualsiasi idea che Luke aveva di me.

Lo sentii sbuffare e poi sedersi pesantemente al mio fianco, come faceva una volta quando era arrabbiato con me.

"Perché non capisci che sono la stessa persona di una volta e che per te farei di tutto?"

"Allora perché non lo hai fatto in questi anni? Perché non ero con me al college come avevamo detto anni fa? Perché non mi hai più nemmeno chiamata per sapere come stavo?"

"Cerca di capirmi, Cheryl, mi ero sentito così ferito per il fatto che tu ti fossi trasferita che non volevo soffrire." Mormorò, puntando lo sguardo verso le sue scarpe.

Nonostante fossi arrabbiata e delusa da lui, non riuscii a non pensare a quanto bello fosse adesso.

"Non è stata colpa mia se mi sono trasferita, Lucas. Comunque ormai non ha più senso, ora abbiamo vent'anni e siamo adulti. Puoi continuare con la tua vita ora che mi hai fatto capire che ti dispiace per esserti comportato da stronzo per sei anni."

"Cheryl, mi dispiace, davvero. Ma voglio seriamente aiutarti, qualsiasi sia il tuo problema in questo periodo. Non ci ho nemmeno pensato un secondo quando ti ho pagato la retta del college. E-"

"Aspetta cosa?" Bloccai il suo sproloquio e lo fissai incredula. "Hai pagato tu il college?"

"Certo, se mi avessi contatto prima, probabilmente ti avrei pagato anche tutti gli anni del college. Non ho problemi con i soldi, Cher."

"E come avrei dovuto contattarti? Ciao Lucas, mia madre mi ha cacciato di casa e non ho più nemmeno un soldo. Mi compri una villa e mi paghi qualsiasi cosa?" Urlai di colpo, ferita per il fatto che non mi avesse detto prima del college e addirittura che volesse in qualche modo comprare il mio perdono con i soldi.

"Se me lo avessi detto lo avrei fatto. Farei qualsiasi cosa per te, Cheryl, basta che tu mi dica che cosa ti turba."

"Vuoi sapere cosa mi turba?" Domandai alzandomi e posizionandomi davanti a lui. "Sono sola, nessuno della mia famiglia mi parla più. Ho vent'anni e ho dovuto lasciare il college perché sono stata una stupida che si è fatta mettere incinta da un ragazzo che non vuole nemmeno sapere niente di suo figlio." Aprii la felpa e sollevai la maglietta fino a sotto al seno. "Il mio ex migliore amico si ripresenta a casa mia dopo sei anni di silenzio e pretende pure di pagarmi qualsiasi cosa. Secondo te, quale di queste cose mi turba?" Domandai a bassa voce, con le lacrime agli occhi.
Notai il suo sguardo soffermarsi sulla pancia e la coprii all'istante con la maglietta, vergognandomi di me stessa per star nascondendo il mio bambino.
"Ti prego Lucas, vattene e basta. Torna a vivere la tua vita da superstar e lasciami in pace."

"Non ho intenzione di lasciarti di nuovo, Cheryl, soprattutto se devi badare anche a qualcun'altro." Indicò la pancia alzandosi e avvicinandosi a me.

"Ti prego, vattene." Sussurrai quasi senza voce.

"Non ci penso nemmeno. Posso essere stato anche un amico di merda negli ultimi anni, ma non lo sarò da adesso in poi."

"Non lo capisci?" Domandai urlando e facendo un passo indietro. "Io non ho bisogno di te, Lucas. Torna alla tua fottuta vita e lasciaci stare." Finché parlai, lo osservai avvicinarsi e poi prendermi il viso tra le mani.

"Io rimango e ora farò una cosa che da ragazzino sognavo di fare."

Non feci in tempo a replicare che sentii le sue labbra sulle mie.

Ma che diavolo ?

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