▷ nove
Entrai in cucina e presi subito dal frigorifero una birra fredda, rifiutando con un gesto della mano un ragazzo che mi aveva chiesto cosa ci facessi lì completamente sola.
Tornai in salotto e andai subito alla ricerca delle mie migliori amiche per scatenarmi insieme a loro a ritmo di una canzone che detestavo, ma che purtroppo stavano mandando in ripetizione da quasi dieci minuti.
Trovai, fortunatamente, entrambe le mie migliori amiche in salotto che parlavano tra loro.
«Migliori amiche vi andrebbe di ballare un po' con me?», strillai, facendole voltare verso di me con un'espressione stupita sui loro visi.
Non mi sentivo più stanca, anzi adesso ero piena di energia. Energia che avrei speso insieme a Maryse e Megan in mezzo al salotto a ballare.
La stanza era così grande che la maggior parte degli invitati si trovava lì.
«Ti senti bene? Tu che vuoi ballare davanti a tutti?», Maryse aveva un sopracciglio nero alzato mentre mi fissava con sguardo scrutatore.
Feci spallucce, «Perché quello stronzo di Cooper ha detto che non sono capace di divertirmi quindi voglio fargli vedere che si sbaglia», afferrai i loro polsi con un ghigno perfido sulle labbra poi le trascinai in mezzo alla stanza dove stavano ballando tutti, «Balliamo e basta.»
Ero pessima a ballare, ma forse un po' di alcool in corpo mi avrebbe reso meno rigida come un palo. Anche se la birra non era così tanto alcolica da rendermi ubriaca, ma era proprio quello il punto. Io non volevo ubriacarmi, volevo solamente divertirmi con le mie migliori amiche con un po' di alcool in corpo e non come quel ragazzo mezzo svenuto sdraiato su una poltrona.
«Tu sei fuori di testa, ma ci sto, cazzo!», Maryse si mise davanti a me e incominciò ad ancheggiare mentre Megan mi fissò con sguardo implorante, prima di sospirare e unirsi a noi.
Bevvi un sorso di birra e la gola mi si impastò del suo retrogusto amaro poi provai a copiare i movimenti di Maryse, per evitare di sembrare un robot o di ballare come facevo in camera da letto quando ero da sola.
Quando ballavo mentre pulivo la stanza o semplicemente perché ne avevo voglia, sembravo una spastica che muoveva braccia e gambe senza seguire minimamente il ritmo.
In quel momento però mi sembrò di star andando alla grande, anche perché qualcuno gridò il mio nome e mi incitò a muovermi ancora. Sorrisi soddisfatta di me stessa.
Feci una piroetta su me stessa e mentre girai, vidi Morgan fissarmi di sottecchi e al suo fianco, Cassidy che sorrideva nel vedermi ballare poi incominciò anche lei ad ancheggiare a ritmo di musica.
«Cassie, vieni a ballare con noi?», le domandai, gridando per sovrastare la musica troppo alta.
Cassidy annuì, afferrando la mano che le avevo sporto. Notai Morgan brontolare qualcosa, ma lei fece spallucce e si unì a noi.
Intrecciai le mani dietro la sua nuca mentre lei le appoggiò sui miei fianchi poi insieme, incominciammo ad ancheggiare e a ridacchiare perché alcuni ragazzi si erano fermati per guardarci danzare.
«Domani sul giornalino scolastico ci sarà scritto "Mavis Hopkins e Cassidy Coleman ballano come una coppia alla festa di Brittany Brown", quanto ci scommetti?», ridacchiai nel vederla spalancare gli occhi poi si unì a me e, la sua risata era dolcissima.
«Jordan e Millicent dovrebbero farsi i cazzi loro. Che poi non capisco come facciano a sapere le cose se nemmeno sono qui», Cassidy mi fece fare un volteggio poi mi strinse a sé, i nostri seni si sfiorarono e i nostri respiri caldi si intrecciarono, facendomi imbarazzare leggermente.
Anche le guance di Cassidy si colorarono di un rosa acceso.
Si staccò fulminea da me poi tornò con le mani sui miei fianchi mentre io le appoggiai sulle sue spalle e ricominciammo a danzare o meglio, a dondolarci restando ferme nello stesso punto.
«Secondo me o sono appostati da qualche parte oppure mandano una spia ad ogni festa, qualcuno di cui non sospetteresti mai.»
«Chi potrebbe essere?», inarcò un sopracciglio castano, impensierendosi.
«Non saprei proprio... Magari è qualcuno della squadra di football o qualcuno che non viene nemmeno nella nostra scuola, ma conosce Jordan e Millicent», scrollai le spalle con indifferenza, non me ne importava più di tanto, ma non sapevo di che altro parlarle.
Non volevo chiederle di Morgan. Anche se ero un po' curiosa di sapere se avesse detto qualcosa dopo che me n'ero tornata in casa.
«Sai che ti dico? Chissenefrega, divertiamoci e basta», Cassidy mi fece fare un altro giro su me stessa poi saltellammo, come fecero anche tutti gli altri.
Ma che razza di danza stavamo facendo? Il ballo dei rincoglioniti?
Alzammo le braccia verso l'alto poi le ondeggiammo nell'aria mentre provavamo a twerkare, o almeno io, dato che Cassidy ci riusciva perfettamente. Io invece sembravo un babbuino che muoveva il didietro rossiccio.
Notai un ragazzo avvicinarsi pericolosamente a noi poi avvolse un braccio intorno alla mia vita e mi tirò verso di sé, facendomi scontrare contro il suo petto.
«Balla con me, bambolina», mi sussurrò con voce calda e maliziosa al mio orecchio.
Trasalii sotto il suo tocco e quando percepii la sua mano muoversi lungo la mia schiena, sentii il fiato venirmi a mancare.
Strinsi i pugni lungo i fianchi poi senza esitazione, gli tirai una ginocchiata nelle palle che lo fece accasciare al suolo.
«Non provare mai più a toccarmi, idiota.»
Cassidy mi fissò sbalordita poi alzò per aria una mano e io le diedi il cinque, fiera di me stessa.
Se Travis dovesse avvicinarsi nuovamente a me, lo castrerò una volta per tutte. Come avevo appena fatto con quello sconosciuto.
«Ragazzi, vi va di giocare a "Non ho mai"?», strillò Brittany con euforia e fulminea mi voltai verso di lei, trovandola in piedi sopra al divano.
Solo in quel momento mi resi conto che aveva fatto spegnere la musica e che adesso tutta l'attenzione era puntata su di lei e su due giocatori di football dietro alle sue spalle che tenevano in mano due enormi scatoloni.
"Non ho mai"? Stava scherzando? E poi cosa diavolo c'era in quei scatoloni? Alcolici?
Be', conoscendo le menti perverse dei ragazzi, con molta probabilità non berrò quasi mai.
Molti gridarono di sì, ma fu Brittany a scegliere la maggior parte dei giocatori. La squadra di football, quella delle cheeleaders poi io e le mie migliori amiche perché Cassidy era intervenuta e aveva detto che se noi non avessimo giocato, nemmeno lei lo avrebbe fatto quindi Brittany si era ritrovata a dover accettare.
Ci mettemmo in cerchio in mezzo al salotto, ma solo dopo che i giocatori di football ebbero spostato i divani e le cheeleaders ebbero mandato fuori o da un'altra parte quelli che non erano stati scelti.
Mi sedetti in mezzo a Morgan e a Cassidy che mi accarezzò una spalla e mi feci l'occhiolino, facendomi ridacchiare. Mio fratello invece si sedette vicino a Maryse e lei a Megan, la quale era al fianco di James che non smetteva di ghignare divertito.
Due giocatori enormi e muscolosi ci passarono, uno ad uno, una bottiglia di vodka e un bicchierino a testa.
Erano pazzi. Volevano per caso far fuori una scorta di bottiglie di vodka per uno stupido gioco?
Be', ma di cosa mi meravigliavo, Brittany era ricca sfondata quindi poteva permettersi di spendere tutti i soldi che voleva.
Mi rigirai in una mano il bicchierino di vetro poi quando uno dei due ragazzi dai capelli rossi ― erano sicuramente fratelli perché si assomigliavano ―, appoggiò anche la bottiglia di vodka davanti ai miei piedi, emisi un sospiro nervoso.
«Inizio io!», strillò Brittany con troppo entusiasmo e con la sua fastidiosa voce acuta e spacca timpani.
Era normale che avrebbe iniziato lei. Se non sapessi che Cassidy era la capo cheerleader, avrei pensato lo fosse Brittany perché era bravissima a comandare gli altri.
«Non ho mai fatto sesso a tre.»
Nessuno all'interno del cerchio bevve, anche se ci credevo ben poco che i giocatori di football non l'avessero fatto quindi Brittany dovette bere un bicchierino di vodka per penitenza.
Il secondo fu un giocatore di football di cui non ricordavo il nome. James gli mostrò un sorrisetto di complicità mentre Cassidy al mio fianco sbuffò, come se sapesse già cosa avrebbe detto.
«Non ho mai fatto sesso in un mezzo pubblico», gridò il ragazzo con voce grossa e profonda.
Mio fratello bevve e con lui, anche Maryse che fissai con occhi spalancati perché non me lo sarei mai aspettato da lei.
Anche Morgan e Brittany tracannarono la vodka, ma non Cassidy che aveva appena contratto la mascella per il nervoso, fissando di sottecchi il suo ragazzo che ricambiò con un ghigno strafottente.
Avevo una irrefrenabile voglia di prenderlo a pugni, ma mi dovetti trattenere perché toccò a James, il quale guardò proprio verso di me.
Mi mostrò un sorrisino e io sventolai, davanti al mio viso, il dito medio, facendo ridacchiare Cassidy al mio fianco.
Prese in mano il bicchierino di vodka, «Non ho mai fatto il cretino con un'amica di mia sorella», mi fece l'occhiolino.
Strinsi i pugni sopra le mie cosce e digrignai denti per il nervoso. James sapeva che avevo una cotta per lui e per questo ci stava provando con la mia migliore amica? Per farmi stare male?
Non era affatto gentile come avevo pensato. Era uno stronzo come gli altri. Era uno stronzo che si prendeva gioco dei sentimenti degli altri.
Nessuno bevve. Nemmeno io perché non avevo mai fatto la cretina con lui, ma avevo capito che lo aveva fatto a posta per farmi capire che sapeva dei miei sentimenti per lui.
«Dai, che noia! Nessuno che beve? Non c'è divertimento così», sbraitò Brittany con un tono di voce annoiato, lanciando occhiate a tutto il gruppo.
«Megan, forza, faccio sapere cosa non hai mai fatto», mormorai, cercando di non pensare allo sguardo bruciante di James sulla mia figura.
Se pensava che lo avrei guardato, poteva anche andarsene a fare in culo in quel preciso istante perché tanto non lo avrei fatto. Era un cretino come tutti gli altri e ancora stentavo a credere di aver sperato che potesse esserci del buono in uno come lui.
«Non ho mai preso un brutto voto in matematica», Megan abbozzò un sorriso divertito, quando alcuni giocatori la fissarono come degli stoccafissi.
Brittany sbuffò sonoramente, roteando gli occhi, spazientita, «Sul serio? Chi cazzo è così bravo in matematica, a parte te, Collins?»
Megan bevve il suo bicchierino di vodka con tranquillità e con un sorriso vittorioso stampato sulle labbra rosee.
«Non ho mai baciato una persona del mio stesso sesso», Maryse ghignò perfidamente quando mio fratello la mandò al diavolo.
Infatti lui, come James e altre ragazze e ragazzi bevvero la loro vodka, lamentandosi di quei baci dati per colpa della sfida. A quanto pare la maggior parte era finita in coppia con una persona dello stesso sesso e si erano dovuti baciare per la prima sfida.
Avrei preferito anche io finire in coppia con una ragazza, piuttosto che con Morgan Cooper.
Mi voltai verso Cassidy e la vidi col bicchierino a mezz'aria mentre lo fissava con indecisione poi lo portò alla bocca e lo bevve.
«Tutto o―»
«Cooper hai davvero baciato un ragazzo?», domandò con stupore il ragazzo rossiccio che mi aveva la bottiglia di vodka, seduto al fianco di mio fratello.
Girai il viso verso di lui e lo vidi pulirsi le labbra col dorso di una mano poi alzò un sopracciglio con sufficienza, «Che? No! Avevo solo voglia di bere», borbottò aspramente.
«Sei sempre il solito», lo rimbeccò Cassidy, ora più tranquilla e con il bicchierino di vodka vicino alla bottiglia, davanti ai suoi piedi.
«Tocca al mio Jeremy», esclamò Brittany con entusiasmo e battendo le mani fra loro per la felicità.
«Non ho mai fatto un pompino», Jeremy scoppiò a ridere quando il fratello di Scott ― ecco come si chiamava il rosso che frequentava il mio stesso corso di inglese ― bevve il suo bicchierino di vodka.
«Christopher??», la sua ragazza, una cheerleader dai capelli rossi e ricci, lo fissò sconvolta, ma ovviamente poi bevve anche lei.
Io non lo feci, così come la maggior parte dei ragazzi e poi Cassidy, Morgan e Megan.
Ma quasi tutte le ragazze bevvero, così come Brittany che poi fece l'occhiolino a mio fratello.
Maryse fece finta di vomitare, ma poi anche lei tracannò il bicchierino.
«Mary?», la guardai con aria supplichevole, ma lei alzò le spalle e ridacchiò.
«L'ho fatto, scusa.»
All'improvviso Scott emise un fortissimo e potente grido che fece allarmare alcuni nel gruppo poi alzò le braccia verso l'alto, «Finalmente tocca a me!»
Roteai gli occhi. Mi stavo annoiando a morte e come avevo previsto, non avevo ancora bevuto nemmeno un goccio di vodka.
«Non ho mai fatto sesso orale con una ragazza anche se vorrei. Ragazze io sono disponibile a farvi godere», Scott ammiccò maliziosamente verso alcune cheeleaders che ricambiarono, leccandosi sessualmente le labbra e assumendo delle pose sexy.
Emisi un verso schifato poi spostai lo sguardo da quella scena rivoltante e lo posai su Morgan che stava ghignando con divertimento.
C'erano delle stanze al piano superiore, perché non andavano lì a scoparsi con lo sguardo e letteralmente?
Toccò ad altri due giocatori di football e a due cheerleaders, ma neanche durante i loro turni bevvi qualcosa.
Mi stavo annoiando da morire. Avevo solamente voglia di tornarmene a casa o almeno di tornare a ballare, piuttosto che continuare quel gioco stupido.
Cassidy picchiettò un dito sul mio ginocchio ed io mi voltai subito verso di lei. Non avevo più voglia di stare a guardare e ad ascoltare le lamentele di Brittany.
«Che noia, vero?»
Annuii, «Abbastanza. Pensi che se ne accorgeranno se ce la svigniamo?»
Cassidy assunse un'espressione annoiata poi emettendo un sospiro seccato, annuì.
«Uffa e io che volevo semplicemente divertirmi, invece mi sto annoiando a morte.»
Morgan sbuffò sonoramente poi voltò il viso verso di me ― dato che lo avevo sentito sfiorarmi un braccio ― e mi mostrò un sorriso divertito. Il taglio sul labbro inferiore si aprì e una goccia di sangue uscì dalla ferita.
Istintivamente portai una mano sul suo labbro e glielo sfiorai appena, percependo il sangue sotto il mio polpastrello. Quando mi resi conto di quello che stavo facendo e del fatto che ci stavano fissando tutti, ritrassi velocemente la mano poi mi schiarii la voce ricolma di imbarazzo.
«Ti si è riaperto il taglio sul labbro», dissi, indicandoglielo, ma evitando di toccarlo nuovamente.
Morgan si passò lentamente la lingua sul labbro, togliendomi il fiato e facendomi arrossire fino alla punta delle orecchie.
Perché stavo arrossendo per Morgan Cooper? Che problemi mi affliggevano esattamente?
«Cassie, Hopkins ci sta provando col tuo ragazzo, non dici niente?», squittì Brittany con sorpresa.
Spalancai gli occhi poi scoppiai in una fragorosa risata, «Io provarci con Cooper? Ma non dire cazzate.»
Ma poi per quale assurdo motivo dovevo provarci con Morgan se lo detestavo da morire?
Io e Morgan eravamo stati amici ― se così potevo considerarci ― solamente per un paio di mesi durante l'estate dei miei dodici anni. Poi tutto era tornato come prima; lui che mi faceva scherzi con mio fratello e io a ideare una vendetta nei suoi confronti.
Dopo lo scherzo della marmellata nelle ciabatte, gli avevo rasato a zero una parte della testa durante il sonno.
Non ero mai stata fiera di me come in quel momento e non avevo mai esultato così tanto dopo aver visto la sua espressione sorpresa che poi si era trasformata in rabbia.
Dopo però mi era toccato subirmi la paternale da parte dei miei genitori perché ero stata una irreparabile, ma in quel momento avevo goduto come una pazza nel vederlo piangere perché si era svegliato con mezza testa rasata.
Quindi dire che io ci provavo con Morgan sembrava quasi una barzelletta perché proprio non lo sopportavo.
«Brown, sei ubriaca? Mavs detesta Cooper», Maryse intervenne in mia difesa poi scoppiò a ridere nel vedere Brittany arricciare le labbra, scocciata.
Svogliatamente mi alzai da terra, mi spolverai i pantaloni neri poi scrollando le spalle, uscii dalla portafinestra per starmene un po' tranquilla in giardino.
Purtroppo però fuori non si stava meglio, dato che c'erano coppiette che si stavano quasi scopando sugli sdrai.
Emisi un sospiro disgustato. Perché non potevano fare sesso in camera da letto invece che in giro?
«Mavs, aspettami», sentii Cassidy gridare poi udii anche la voce di Brittany urlarle di non alzarsi, ma a quanto pare lei lo fece lo stesso perché la portafinestra si aprì nuovamente.
«Ehi», appoggiò la sua testa sulla mia spalla poi si spostò una ciocca di capelli dietro un orecchio, «So che non ci stai provando con Morgan quindi fregatene di quello che dice Brittany.»
Bofonchiai, seccata poi feci spallucce, «Pensavo mi sarei divertita, ma mi sto solamente annoiando. Quel gioco è stupido, soprattutto perché è tutto concentrato unicamente sul sesso.»
«È quasi l'una, vuoi che ti riporto a casa?», percepii le dita di Cassidy sfiorarmi un braccio e io mi rilassai sotto al suo tocco leggero.
Annuii, poi inclinai la testa di lato, sfiorando per caso il cellulare che avevo nella tasca dei pantaloni, «Stavo pensando... Tu hai ricevuto la conferma della seconda sfida?»
«Sì, prima dell'inizio della festa. Non lo hai letto?»
«No e detto sinceramente non ho mai controllato il cellulare», ridacchiai sommessamente.
Cassidy ridacchiò a sua volta. «Andiamo? Tanto mi sto annoiando anche io.»
Ritornammo in casa e avvisai le mie migliori amiche che me ne sarei andata via con Cassidy e che ci saremmo viste l'indomani mattina a scuola. Mentre Cassidy baciò su una guancia Morgan poi salutò Brittany con una sventolata di mano e senza darle tempo di ribattere, mi trascinò fuori dal salotto.
***
Passammo tutto il tragitto in macchina a cantare e detto sinceramente: mi ero divertita più in quel momento che durante tutta la festa.
Cassidy era intonata e aveva una voce bellissima mentre io ero stonata come una campana e più volte mi ero ritrovata a sbagliare frasi intere.
Entrammo in casa mia in punta di piedi per evitare di svegliare i miei genitori e quando fummo in camera, mi lasciai andare sul letto e sprofondai il viso nel cuscino.
Emisi un sospiro di sollievo poi provai a togliermi i tacchi con i talloni, ma dopo un paio di tentavi lasciai perdere.
Ero troppo stanca e sfaticata per alzarmi per togliermele di dosso e per svestirmi.
«Lascia fare a me, Mavs», sentii l'aria intorno a me muoversi poi le mani di Cassidy si appoggiarono sulle mie caviglie e mi sfilarono i tacchi vertiginosi dai piedi.
Un secondo sospiro di sollievo lasciò le mie labbra. Finalmente i miei piedi erano tornati a respirare e non sembravano più dei cartocci, compressati in una scatola troppo piccola.
«Se ti giri, ti svesto anche», mi diede una pacca sul sedere.
Dovetti trattenermi dal gridare per non svegliare i miei genitori e per evitare una loro ramanzina quindi mi portai una mano davanti alla bocca e mi voltai in pancia in su.
Dopo essermi cambiata ― con l'aiuto di Cassidy ―, mi fiondai sotto le coperte e mi stiracchiai per bene le ossa.
Ora si che mi sentivo meglio. Senza abiti stretti addosso e tacchi che mi uccidevano i piedi.
«Dormi qui o torni a casa?», le chiesi con curiosità, vedendola ancora con indosso il suo abito da sera e le décolleté mentre guardava fuori dalla finestra, assorta nei suoi pensieri.
Cassidy si voltò verso di me e mi mostrò un dolcissimo sorriso che mi contagiò e ricambiai subito, «Torno a casa.»
Mi imbronciai. Avrei tanto voluto che restasse.
Be', però potrei magari invitarla a stare da me durante il fine settimana per un pigiama party o qualche cazzata simile.
Con pochi passi si avvicinò a me poi mi abbracciò calorosamente, «Buonanotte Mavs.»
I suoi abbracci erano così caldi e rilassanti che stava incominciando ad adorarli.
«Buonanotte, Cassie», ricambiai l'abbraccio, affondando il viso nei suoi capelli e inspirando il suo dolce profumo.
«Ci vediamo domani, pulcino bello», mi diede un buffetto sul naso e lo arricciai, emettendo un ridacchio.
«A domani.»
Non appena Cassidy fu uscita da casa, mi sdraiai comodamente sul mio letto e mi coprii fin sopra la testa poi provai a mettermi a dormire, ma la vibrazione del mio cellulare mi fece spalancare gli occhi.
E ora chi diavolo era che mi rompeva le scatole all'una e mezza del mattino?
Presi il mio cellulare, rischiando persino di farlo cadere a terra, e lessi il messaggio. Strabuzzai gli occhi mentre la mia mascella calò verso il basso.
Ma che diavolo stava succedendo?
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