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How I became an aunt

<<Merda!>> esclamo, mentre mi alzo di scatto dal letto e mi dirigo immediatamente verso l'armadio in camera mia, dal quale estraggo gli indumenti che dovrò indossare oggi, il fatidico giorno dello sterminio.

Indosso una maglietta nera attillata con una scollatura a V sul davanti e senza maniche, dei pantaloni corti neri con delle borchie attorno alla vita e un paio di scarpe col tacco del medesimo colore.

Non so quanto potrà essere comodo cercare di ammazzare gli angeli con queste addosso, ma almeno potrò muovermi rapidamente e senza avere difficoltà particolari.

Tiro fuori dal cassetto l'arma angelica che ho comprato da Carmilla Carmine qualche giorno fa: si tratta di una frusta con il manico nero la cui cordicella è strettamente collegata al mio potere, per cui è fatta di elettricità e dà la scossa se colpisce qualcuno.

Non l'ho pagata pochissimo, ma almeno è qualcosa che mi tornerà utile anche per le prossime volte... e non solo, chiaramente.

Se Valentino o Vox mi faranno incazzare, dovranno fare i conti con un'arma angelica...

Comunque, ignorando questi inutili sfoghi relativi ad altre cazzate varie che hanno combinato, con conseguenti litigate via Voxtagram per il primo e tirate di catena più forti del solito per l'altro.

Devono seriamente imparare a starsene zitti e buoni e a farsi i cazzi loro, quei due, altrimenti è improbabile che andremo d'accordo.

Accordo.

Mh.

Accendo la macchinetta del caffé che c'è in cucina, prendo la mia tazza e lo verso lì, poi inizio a bere, mentre penso che quella bevanda costituisce la salvezza dei demoni di tutto l'Inferno, degli angeli in Paradiso, degli umani sulla Terra e di qualunque cosa ci sia in Purgatorio, a patto che ne esista uno.

Nell'esatto momento in cui appoggio la tazza sul piano della cucina, sento una voce familiare che mi chiama: <<Ben svegliata, Irony! Dormito bene?>>.

<<S-sì...>> mormoro, cercando di stabilire un contatto visivo con il demone della radio.

<<Ehi, tutto bene?>> mi chiede, guardandomi negli occhi, anzi, pugnalandomi. Poi, mi prende le mani, e continua a guardarmi negli occhi.

Non so cosa mi prende, non so perché reagisco così, né come mi sto sentendo in quel momento, però sta di fatto che mi allontano di scatto da lui, spalancando gli occhi e tremando.

<<Cosa cazzo combini, Alastor?>> esclamo.

Lui sembra scioccato dalla mia reazione e non capisce perché potrei aver reagito in questo modo: rimane interdetto, quasi impassibile di fronte al mio comportamento, ma questo suo atteggiamento scompare due secondi dopo, quando il silenzio nella stanza viene rotto da una distorsione radiofonica.

"Oh cazzo, Anarkhis, l'hai fatto incazzare. Complimenti."

Le mie imprecazioni interiori vengono coperte dal mio terrore nel vedere le luci della stanza sfarfallare e le corna di Alastor allungarsi, un po' come fanno le mie quando raggiungo la mia forma finale, la sclera dei suoi occhi diventa nera e la pupilla assume la forma di un quadrante della radio, poi il suo corpo si ingrandisce e si piega verso di me.

La cosa che mi inquieta di più, però, è il fatto che sta sorridendo, ma è un sorriso sadico, tipo quello che avrebbe un serial killer quando sta per fare fuori la sua vittima.

Il che ha senso, considerando il suo passato, di cui mi ha anche già parlato un po' di tempo fa.

<<Perché questa reazione, Anarkhis?>> chiede, guardandomi negli occhi.

<<Ehhh... uhm, io...>> balbetto, senza distogliere lo sguardo da lui, e sentendo nel mentre che il mio cuore ha perso un battito.

<<Sei terrorizzata, eh? Bene, bene>> risponde.

Non capisco come sia possibile, ma in un attimo mi ritrovo con il viso a due centimetri dal suo.

Sto tremando e non riesco a respirare, è molto simile a quando la ragazza che mi piaceva si è impiccata a causa mia e sono stata la prima a scoprire il suo cadavere, che pendeva da una corda.

<<Alastor, scusami... veramente, io non intendevo... cioè, è stato solo un breve momento di disagio, ma non è che...>> dico, continuando a interrompermi tra una frase e l'altra perché non sono in grado di farne una completa, allo stato attuale.

Tuttavia, il demone della radio ritorna alla sua forma standard, quindi mi sorride e sparisce nella hall.

Cosa cazzo è appena successo.

Bene, molto semplice: non ho una risposta a questa domanda, e non penso che riuscirò a trovarla.

<<Quindi, oggi è il giorno degli stermini, motivo per cui vi ho fatti alzare a quest'ora! Adesso vi spiegherò come ci disporremo nelle varie zone di Pentagram City>> dice la principessa dell'Inferno, Charlie Morningstar, mentre indica con una penna i vari punti evidenziati su una cartina della città.

<<Nel centro, orientati verso il Carmine District, ci vanno Death, Irony e Alastor>> annuncia, puntando a quella zona.

Fantastico, penso, almeno sarò con mia sorella...

È l'altra persona che mi preoccupa, anche perché onestamente non so cosa aspettarmi da lui.

<<Poi, io, Vaggie e Niffty rimaniamo qui a proteggere l'Hotel, e infine Angel Dust, Cherri Bomb e Husker andranno verso il Doomsday District>> spiega.

Fantastico.

Sempre meglio, cazzo.

Il problema è che sono sicura del fatto che mi sta guardando in questo momento, quel sadico di merda, ma non oso girarmi e ricambiare.

Mi limito solo ad avvicinarmi a Death, mentre ascolto la strategia di guerra ideata da Charlie, e ad appoggiare un braccio sulla sua spalla.

<<E questo è quanto>> conclude la ragazza bionda, appoggiando la penna su un tavolino di fianco a lei.

È arrivato il momento di uscire e combattere, credo, e di fare il culo agli angeli che danno tormento ogni anno.

Impugno la mia frusta, dal cui manico scaturisce corrente elettrica, e saldo la presa su di esso.

Si va in scena, cazzo!

Ci posizioniamo al centro di Pentagram City, quello in cui si trova la torre che indica quanto tempo manca allo sterminio successivo.

Tra l'altro, in questo caso, è stato anticipato solo a causa mia, e questa è l'unica occasione che ho per farmi perdonare da tutto il girone...cosa abbastanza improbabile, dal momento che mi odiano sin da quando ho messo piede qui dentro.

Ho una mia teoria sulle possibili ragioni di questo.

La loro domanda, a cui non riescono a trovare risposta, è: "Com'è possibile che una tizia qualunque, appena arrivata all'inferno, diventi immediatamente una Overlord? Perché prima dovrebbe ottenere anime e terre, e acquisire una certa quantità di potere, no?"

E invece no, cazzo, nel mio caso ha funzionato diversamente.

Accettatelo, e non venite a rompermi i coglioni perché a voi non sta bene una cosa del genere, porca miseria, anche perché se è successo non è stata sicuramente colpa mia.

Ho anche un'altra teoria in merito a questo: Lucifero è un angelo caduto, quindi, probabilmente, per dare ulteriore filo da torcere al Paradiso, ha deciso di darmi questo titolo.

Come se in questo postaccio non ci fossero abbastanza Overlord, però...

Comunque, mentre attivo per l'ennesima volta la mia arma angelica, vedo che Alastor mi sta venendo vicino, anzi, lo sento perché conosco benissimo il rumore dei suoi passi, e riesco a distinguerlo da quello degli altri membri dell'Hotel.

Sì, so che questa cosa è terribilmente awkward; il punto è che lo conosco troppo bene per non sapere una cosa del genere.

E... sì, suona awkward lo stesso, però ignoriamo questo fatto.

<<Irony, tutto a posto? Dopo che abbiamo avuto quella discussione, stamattina, non sembri più tu>> dice.

"Ma grazie al cazzo non sembro più io..."

<<Quale discussione? Scusate se mi intrometto, eh>> chiede Death, che era seduta su un muretto a pulire la falce.

<<Tua sorella lo sa, non c'è bisogno che tu sia al corrente di quello che ci siamo detti>> la rassicura il demone della radio.

Più che rassicurante, onestamente, suona molto inquietante.

<<Come ti pare, "Demone della Radio">> lo apostrofa lei, e poi ritorna a fare quello che stava facendo fino a poco fa.

<<In realtà sto benissimo, non ti devi assolutamente preoccupare per me. Piuttosto, pensa a fare fuori gli angeli, oppure saranno gli innocenti a morire, e vogliamo evitarlo>> ribatto.

Quanto so essere cringe a volte...

<<Credo che la cosa non mi dispiacerebbe>> risponde.

Mi blocco.

MA PORCO DEMONIO, ALASTOR, CAZZO STAI-

Tutto bene?

Mi fermo immediatamente, e lo guardo tipo: "Si può sapere cosa cazzo stai dicendo"?, ma lui si limita a sorridere e a ignorare la reazione che ho avuto di fronte a una risposta del genere.

Vabbé, io non ho capito.

Sulle nostre teste si apre un portale, da cui fuoriesce una luce calda, piacevole ed accecante, seguita da alcune figure nere. Tutte loro hanno un corpo tipicamente femminile, indossano la medesima uniforme grigio scuro, hanno le stesse ali da angelo e impugnano tutte quante una lancia.

Dopo che queste si sono sparse nelle varie zone di Pentagram City, allontanandosi da noi fino a diventare delle sagome dai contorni indistinti.

<<Sono quelli, gli esorcisti?>> chiede Death, mentre fa roteare la sua falce in aria con un movimento che risulta quasi ipnotico.

<<Quelle, e comunque sì, sono loro che dobbiamo ammazzare, prima che facciano fuori noi. Poi, se riusciamo a uccidere Adamo o Lute - o, perché no, entrambi - ancora meglio, in Paradiso succederebbe un putiferio!>> spiega Alastor, mentre raggiunge la sua forma finale.

<<Okay, e chi sarebbero?>> indaga ulteriormente mia sorella, senza staccare lo sguardo dagli angeli.

Noto con la coda dell'occhio che ai piedi di questi stanno apparendo delle catene che trascinano le esorciste sotto l'asfalto, generando urla di anime dannate che si intensificano mano a mano che i loro corpi affondano.

<<Quei due coglioni che sono appena usciti?>> spiego, indicando i due con un cenno del capo.

La capacità di Death di dedurre le cose è molto ridotta, mi pare di capire, anche se quando era in vita non era così... ma non facciamoci domande, anzi, cerchiamo di concentrarci sugli angeli che ha mandato Adam e che dobbiamo mandare via.

Sì, letteralmente.

Afferro tre angeli in un colpo solo, stringo la presa su di loro e dopodiché li mando a sbattere per terra, quando la scossa li ha già tramortiti, e osservo i loro corpi senza vita.

Ho davvero ucciso qualcuno, e adesso me ne sto pentendo.

Però, o così, o niente.

Nel mentre, Alastor utilizza i tentacoli che evoca nella sua forma finale per imitare la tecnica che ho usato io; quindi, non appena termina di ammazzare esorcisti, si gira verso di me sorridendo e annuisce.

<<La tua strategia funziona, eh, Anarkhis? Complimenti!>> dice.

<<Grazie, immagino>> rispondo, distraendomi per un attimo.

Infatti, è proprio per questo motivo che non noto l'angelo che sta cercando di farmi fuori, puntandomi la sua lancia contro: per questo motivo potrebbero esserci delle controversie, in quanto gli Overlord sono immuni agli stermini.

Ma ehi, io sono quella speciale, forse mi vedono solo come l'angelo caduto che non doveva avere potere e rimanere a decomporsi da sola in un punto povero dell'Inferno.

E invece no, eccomi qua.

Però vedo una catena che parte dalla falce di Death, che lo afferra per il gomito, e che si allunga fino a quando non lo spedisce contro la parete di un edificio pericolante, il quale crolla un attimo dopo.

<<Sai quando si dice "mi sono vistx la morte davanti"?>> le chiedo, mentre procedo nell'eliminare altri esorcisti.

<<Sì... in questo caso letteralmente>> dice, e poi scoppia a ridere.

Andiamo avanti per un po' a strappare via le anime degli angeli dai loro corpi, fino a quando non succede qualcosa.

Adam, la Testa di Cazzo primordiale, vola verso il centro del distretto, e immediatamente avverto un impulso che mi impone di seguirlo.

Decido di ascoltarlo e di dedicare qualche minuto ad inseguirlo.

Quindi, raggiungo la mia forma finale, spiego le ali - che, onestamente, sono la parte di me che odio di più, in quanto mi ricordano cos'ero prima e cosa sarei potuta diventare, per quanto possano tornare utili anche in casi come questo - e volo via.

<<Da quando ha le ali?>> chiede Death, che ha sprecato un secondo che avrebbe potuto usare per combattere per guardarmi scomparire.

<<Non ne ho la più pallida idea... ah, sì, dall'ultima riunione degli Overlord, credo>> risponde Alastor.

<<Adam! Vieni fuori, ovunque tu sia>> esclamo, mentre mi aggiro per le strade del Carmine District con una rabbia cieca in corpo.

Non capisco da dove arrivi e da cosa sia provocata, ma probabilmente è per il fatto che sono stata bandita dal Paradiso e tutta la storia che già conosciamo, e che non è chiaramente stata spiegata nei dodici capitoli precedenti.

Mi fermo davanti a un magazzino, con il logo delle armi angeliche Carmine riportato su un'insegna enorme.

L'edificio sembra più largo degli altri, così decido di provare ad entrare, dal momento che la porta è aperta e che non c'è nessuno a controllare chi arriva e chi va via.

<<Porca miseria... dove cazzo è andato?>> impreco, mentre sposto lo sguardo in tutti i punti della stanza, per cercare di capire dove si sia cacciato il Capo delle Teste di Cazzo Ancestrale o come cazzo vuole farsi chiamare.

<<Modera il linguaggio, Irony Anarkhis>> risponde una voce... che chiaramente non è quella della persona che sto cercando.

Vedo una figura camminare nell'ombra, sopra di me, ed è solo quando si sposta sotto una finestra che riesco a capire con chi sto parlando in questo momento: Carmilla Carmine, colei che possiede il distretto in cui mi trovo, oltre che la Overlord che costruisce le armi angeliche e una delle più potenti che detengono questo titolo.

<<Cosa... come facevi a sapere che sono qui?>> chiedo, confusa.

<<Io so tutto... e poi, questo è il magazzino principale in cui tengo le mie armi, è chiaro che passo la maggior parte del mio tempo qui>> risponde, seria.

Mi si avvicina e mi guarda negli occhi, mentre io avverto un brivido che sale lungo la spina dorsale.

<<Oltre a questo, so anche che tu stamattina hai avuto una discussione con una persona a te cara, e che per questo motivo stai male>> prosegue, mentre cammina attorno a me.

<<Come...?>>

<<Non è importante, per il momento, che tu lo sappia. Comunque, sono qui per dirti una cosa.>>

Le luci si spengono per un millesimo di secondo e poi si riaccendono, accompagnate da una musica dannatamente orecchiabile.

Out For Love - Irony and Carmilla's debate

Prendo la mia frusta nera, la carico di corrente elettrica e seguo tutti gli spostamenti di Carmilla.

Carmilla: Ti guida solo la disperazione

Per te, nulla conta come lui

La tua mente è in agitazione

E così non lo gestirai, per cui

Irony, tu vuoi morire, e non lo raggiungerai

se non lo perdoni e per amore combatterai

Le sorrido e le lancio uno sguardo d'intesa. L'altra ricambia. Iniziamo a combattere, una con attacchi fisici e l'altra usando la frusta, spostandoci per tutto il magazzino.

Irony e Carmilla: Per amore, amore

Carmilla: Pensa a quelli a cui tieni, e vai

Schivo un colpo di Carmilla.

Irony: Così li proteggerai

Irony: È l'amore, è l'amore!

Irony: Lotterò fino alla fine e lo salverò!

Avvolgo la cordicella della frusta attorno a Carmilla e la trascino verso di me, poi la libero.

Irony: Alimentata dal mio dolore

e dall'idea di perderlo il terrore

Il mio cuore trema, è rotto ed ora

lo credo, si rianimerà!

Carmilla mi colpisce a tradimento.

Carmilla: Sembravi rotta dentro, un'altra storia

ma raggiungerai presto la tua vittoria!

Ci sorridiamo nuovamente, pronte per le ultime battute della nostra battaglia.

Irony e Carmilla: Per l'amore, amore

Irony: Pensa a chi proteggerai

Carmilla: Così li salverai

Irony e Carmilla: Solo amore, solo amore!

Carmilla: Combattere per amore

Irony: una ragione che non muore

Carmilla: togli gli artigli al cuore

Irony e Carmilla: Solo per amore.

Sospiro di sollievo, poi guardo Carmilla negli occhi e mormoro un <<Grazie>>, per poi sparire nuovamente all'esterno, alla ricerca di Adamo.

Death Crossed si muove per le strade di Pentagram City, ignorando le urla straziate dei peccatori che hanno appena perso la vita - o che sono vicini a perderla - a causa degli esorcisti che stanno facendo strage in tutto il girone.

Ha visto, tramite occhi che non sono i suoi, un ragazzo ferito sotto la trave di un edificio ridotto in macerie, o almeno, sembra un ragazzo.

Probabilmente è alto un metro e settanta, però è rannicchiato, quindi non può dire con certezza se la sua osservazione sia giusta o no. È magro, ha gli occhi marroni e i capelli, spettinati e corti, sono del medesimo colore, e da questi spuntano delle corna lunghe piegate a 60 gradi verso l'interno. Indossa un top nero con un paio di spalline molto sottili, sulla cui parte frontale è disegnato un teschio bianco, una gonna del medesimo colore che gli arriva al ginocchio e calza un paio di anfibi neri. Ha dei braccialetti ad entrambi i polsi, sui quali ci sono scritti nomi come "MCR", "Odetari", "Ghost and Pals" o "Mother Mother". Oppure termini del linguaggio di internet, come "XD", "rawr" o "/jk".

Sta correndo a salvarlo, perché, nonostante lei sia la rappresentazione della morte, è comunque in grado di provare pietà... e quel ragazzo, secondo lei, ha qualcosa che non va, motivo per cui lo vuole aiutare a tutti i costi.

A un certo punto, smette di correre, perché si è stancata: giustamente, ha appena finito di ammazzare angeli e di sforzarsi di andare avanti (e avrebbe dovuto continuare, ma ha deciso di abbandonare Alastor al suo destino e di andare per la sua strada, come ha fatto Irony).

Al che, sbatte la falce contro l'asfalto e viene trascinata sotto da un paio di catene nere che le bloccano i polsi, per poi ritrovarsi davanti all'edificio verso il quale era diretta.

Si avvicina alla trave ed individua il punto in cui si trova il ragazzo.

Quindi, si abbassa e sposta la trave, in modo tale da poterlo vedere meglio: eccolo lì, gravemente ferito, sporco di sangue e di polvere, necessita di essere curato.

Death non se ne intende, però sa già a chi deve portare il ragazzo, che ha gli occhi chiusi, respira malissimo e non reagisce in alcun modo mentre lei lo solleva da terra, se lo carica in spalla e, utilizzando il medesimo trucco delle catene, se lo trascina fino all'ingresso dell'Hotel.

Death corre dentro con un ragazzo sulle spalle, o almeno, credo che sia un ragazzo, perché non l'ho mai visto prima, né so perché si trova qui.

Cosa cazzo sta succedendo, non lo so nemmeno io.

So solo che le persone che non erano nel mio gruppo se la sono cavata, bene o male, e che Alastor potrebbe essere un po' incazzato perché prima io e poi Death l'abbiamo lasciato solo sul campo di battaglia; cosa che, dopo la discussione che abbiamo avuto stamattina, non potrebbe andare davvero peggio di così.

<<Lui chi è?>> chiedo, mentre osservo la sua testa ricoperta da capelli castani spettinati.

<<Non ha importanza adesso, l'ho semplicemente trovato sotto le rovine di un edificio distrutto e, visto com'è messo, mi faceva pena>> risponde mia sorella, con una punta di imbarazzo nella sua voce.

<<Allora portalo in infermeria, adesso penso io a lui>> dichiaro, mentre vado a recuperare ago e filo, una forbice, dei medicinali vari e delle bende.

Dopo cinque minuti, io e mia sorella ci ritroviamo nella stanza dove avevo detto che l'avrei incontrata: lascia il ragazzo su una brandina, lo stende, e poi si siede di fianco a me.

<<Queste sono ferite e lesioni gravi, motivo per cui dovremmo fissare i punti>> spiego, mentre indico i punti della sua pelle maggiormente danneggiati. <<Invece, in casi come questo o quest'altro - continuo a spiegare, sempre usando le sue ferite come esempi - basta disinfettarle e metterci delle bende fino a che non si metteranno a posto. Ovviamente, prima bisogna disinfettarle.>>

<<E... io posso stare qui mentre provi a curarlo? Solo perché voglio vedere come va>> propone Death, sempre con quella punta di imbarazzo che ha riportato anche prima durante il resoconto di quanto le è successo oggi.

<<Non vedo perché no>> dico, mentre inizio ad usare l'ago e il filo per ricucire la lesione messa peggio, collocata sulla gamba sinistra del ragazzo.

Ci vuole almeno un'ora e mezza per finire di medicarlo del tutto e, in questo frangente di tempo, si sono aggiunti agli spettatori Angel Dust, Husker, Charlie, Vaggie e Niffty.

Tutto l'Hotel, in pratica, fatta eccezione per Alastor, al quale devo delle scuse.

<<Ora dobbiamo solo aspettare che riprenda i sensi, e poi sarà tutto finito>> dichiaro.

<<E adesso che fai, Irony? Lo lasci qui?>> chiede Angel Dust.

<<No, Death ha detto che gli presterà assistenza fino a quando non ne avrà più bisogno>> spiego, prima di uscire definitivamente dalla stanza.

Raggiungo la Hall dell'Hotel, dove, seduto su un divano e intento a leggere un giornale risalente all'anno 1896.

Mi chiedo dove abbiano recuperato dei giornali così vecchi, e in particolare del periodo in cui è stata inventata la radio...

<<Alastor?>> lo chiamo, con voce tremante.

<<Sì, cara? Che c'è?>> risponde, senza alzare lo sguardo da quel pezzo di carta vecchia su cui i suoi occhi scorrono da chissà quanto tempo.

<<Riguardo quella discussione che abbiamo avuto stamattina, sai, quando ci siamo visti in cucina... ecco, ti devo delle scuse. Non so perché ho reagito così, davvero, però non volevo e me ne sono pentita.>>

<<Accetto le tue scuse, Irony. Apprezzo moltissimo il fatto che tu abbia chiesto di essere perdonata, te lo concedo, e, se posso essere sincero... come persona mi piaci moltissimo. Non farti strane idee, però>> afferma il demone della radio.

<<Oh... non ti preoccupare per quest'ultima cosa, gradisco moltissimo il fatto che tu mi abbia fatto un complimento e anche il fatto che tu abbia accettato le mie scuse. Ti voglio bene>> dico.

<<Anche io ti devo delle scuse, sai, Irony?>> prosegue, stavolta fissandomi.

<<No... di cosa? Per cosa? Ho cominciato io...>> ribatto, un po' insicura dei concetti che sto esprimendo.

<<Devo scusarmi perché ti ho messa a disagio, probabilmente, e non era mia intenzione farlo>> ammette.

<<Sei perdonato... per questa volta, almeno, razza di bastardo che non sei altro>> dico, con tono ironico, e poi scoppio a ridere.

Sono passati tre giorni da quando il ragazzino è arrivato in Hotel e, sin da quel momento, non si è mai risvegliato.

Death lo ha assistito, e mi ha detto che ha ripreso a respirare regolarmente, ma che non ha ancora ripreso i sensi: come potrei non fidarmi di una che ha trascorso giorni e notti, mangiando e dormendo lì con lui, nel tentativo di capire se sta bene?

A un certo punto del terzo giorno, Death corre fuori dalla stanza e mi chiama, avvertendomi che il ragazzino ha aperto gli occhi e che è confuso perché non si ricorda come è finito in Hotel.

La seguo ed entro in infermeria e la prima cosa che constato è che mia sorella ha ragione.

<<Questa chi è?>> domanda lui, ancora leggermente sconvolto.

<<Il mio nome è Irony Anarkhis e sono la sorella di Death, la donna dai capelli neri che ti ha supportato per gli ultimi tre giorni. Lei di cognome fa Crossed, non farti domande però. Sono una Overlord, tra l'altro>> mi presento, per poi dargli una stretta di mano.

<<Capisco... io ho una storia un po' complicata, volete che ve la racconto?>> chiede.

<<Vai, ti ascoltiamo>> risponde Death, ancora prima che io possa iniziare a parlare.

<<Okay...>> dice lui, poi sospira e inizia a spiegarci cosa gli è successo.

Il mio nome era Mark Disease, ma per il momento potete chiamarmi solo Life. Nessun cognome, perché mio padre, la persona che odio di più al mondo, è anche la stessa da cui ho ereditato il mio.

E non lo voglio più, come potrete ben immaginare.

Ho 16 anni e mi identifico come polisessuale panromantico e bigender. Se servono delle definizioni, sappiate che: polisessuale significa che sono attratto sia romanticamente che sessualmente da più generi, panromantico vuol dire che provo attrazione romantica per tutti i generi esistenti, e con bigender si intende che mi identifico in due generi (nel mio caso il maschile e il femminile, da cui i miei pronomi, she/he).

Come potrete ben intendere, i miei genitori biologici sono omofobi, quindi gli ho tenuto momentaneamente nascosto il fatto che non sono ne etero né cisgender... sono queer, ecco, non mi veniva in mente il termine.

Un giorno, cercando degli indumenti su internet, mi è capitato di vedere la foto di un ragazzo con una mezza maglietta nera e una gonna corta, con braccialetti e collane, e ho immediatamente sentito il bisogno di vestirmi così.

Così, un giorno in cui non avevo niente da fare, sono andato da Hot Topic e mi sono comprato delle cose simili, senza pensare a come i miei genitori avrebbero reagito.

<<Scusa se ti interrompo, Life, ma ho un paio di domande: 1- Perché la storia dello stile è rilevante? e 2- Sei un peccatore? >> chiedo.

<<Per la prima cosa: adesso lo scopri. Per l'altra, no, sono un Hellborn, ciò significa che sono nato qui... abbastanza ovvio. Ah, e sono nato in questo girone, in un posto lontano da qui. Comunque...>>

Il giorno dopo, i miei genitori sono usciti presto per andare al lavoro, motivo per cui sono andato a scuola con gli acquisti del giorno precedente addosso, e tutti si sono congratulati con me, dicendomi che stavo benissimo così.

Poi, il problema è arrivato quando sono andato a casa...

Sono entrato e ho sentito i miei genitori discutere di qualcosa in cucina: per evitare che mi vedessero, sono corso in camera, salendo le scale di fretta, ma sfortunatamente mia madre ha sentito i miei passi, è uscita dalla cucina e mi ha chiamato.

<<Mark!>> mi ha chiamato.

Poi si è girata a guardarmi e il fatto di vedermi vestito con un top nero ed una gonna l'ha spaventata a morte, a tal punto che è quasi svenuta.

Al che mio padre si è spaventato, è corso fuori dalla cucina e ha spostato lo sguardo prima su mia madre e poi su di me; nell'esatto momento in cui mi ha visto, ha cominciato ad urlarmi contro ogni genere di insulto e ha provato a picchiarmi.

Non credo che nemmeno adesso sia riuscito ad accettare il fatto che a me non piacciono solo le ragazze, nonostante non avrei nulla in contrario a fidanzarmi con una femmina cisgender.

Ho fatto in tempo solo a recuperare il mio telefono, un caricabatterie e le mie cuffiette, a scendere dalle scale e a ricevere una sberla in faccia, perché sono immediatamente corso fuori di casa, mentre mio padre mi inseguiva.

Per fortuna ho tuttora la capacità di orientarmi benissimo, quindi conoscevo quelle strade alla perfezione, e per pura fortuna sono riuscito a scappare da lui.

Questo è quello che è successo un po' di mesi fa, circa quattro ormai, e sin da quel momento ho continuato a vagare per tutto il girone, senza sapere dove andare o cosa aspettarmi.

Non nego che è stato difficile, ma a quanto pare adesso sono qui e le cose dovrebbero teoricamente andare meglio.

Life finisce di raccontare, e noto come ricordare questi fatti deve avergli fatto male.

<<Mi dispiace tantissimo per quello che hai passato, ma, sai com'è, la gente non capisce che ora abbiamo una mentalità più aperta...>> lo rassicura Death, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.

Lui sorride, però è ancora triste.

<<Senti, ehm... stavo pensando, siccome non hai un posto dove andare, e siccome qui dentro verresti accettato per quello che sei, perché non diventi mio figlio? Poi avresti Irony come zia, non so se questo ti piacerebbe, ma almeno...>>

<<Stronza di merda!>> esclamo, con tono ironico.

<<Sì, mi sembrate simpatiche entrambe... in più hai fatto tanto per me, da come mi hai detto, quindi non vedo perché no. Ciao mamma!>> esclama Life, per poi abbracciare mia sorella.

Ebbene, sono zia adesso, e non avete idea di quanto la cosa mi faccia piacere... soprattutto perché ho letto dei nomi che mi piacciono moltissimo sui braccialetti sul polso di Life, come "Odetari" e "Mother Mother"...

Sono felicissima di essere diventata zia cowdxmweoxokofkrpfkefk... eh sì, Ace mi ha contagiata con i keyboard smash, adesso continuo a farli anche io, quindi preparatevi a leggerne in continuazione... comunque non la passerà liscia per avermi fottuto lo spazio all'inizio del capitolo >:(




spazio autrice

Un mese senza capitoli... siete sopravvissuti? A quanto pare sì, hehehehe :D

Comunque voglio ringraziare la mia amica spark_eclipse su Wattpad (e anche su YouTube, il canale si chiama sempre spark_eclipse) per aver creato questa fanart magnifica della nostra Irony, che ha anche vinto il torneo di disegno nel mio canale Whatsapp, la metto come bonus su Quotev.

Comunque, domandina: avete qualche canzone che secondo voi si può associare ad Irony? Perché sto cercando di creare una playlist per il libro, in cui al momento le uniche canzoni sono "Usseewa", "The Monochrome Mentality", "La mia parte intollerante" e "Ride the lightning".

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