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J & S

Fu durante un corso extra di letteratura che vidi per la prima volta Sam; era al primo banco e prestava fin troppa attenzione alla lezione.

Sam ha i capelli corti e biondi, probabilmente sono stata attirata da quelli, oltre che dal suo fascino.

Ero troppo timida per iniziare una conversazione, perciò lasciai perdere.

Per mia fortuna, un paio di mesi fa, mentre passeggiavo per il parco, vidi Sam sotto un albero a disegnare mentre ascoltava la musica.

Teneva il volume troppo alto e si poteva sentire la musica attraverso le cuffie.

Fu lì che capii che ascoltava principalmente rock.

Probabilmente rimasi lì a fissare l'artista amante del rock per troppo tempo, perché dopo un po' alzò lo sguardo e mi rivolse un caldo sorriso.

Scommetto che arrossii da morire, perché scoppiò a ridere subito dopo.

Fece "pat pat" con la mano sull'erba, spostando il suo zaino per farmi spazio.

Mi sedetti un po' confusa, ma benedicendo la me del passato per aver voluto passare per il parco.

<<Jasmine, giusto?>> Chiese togliendosi le cuffie e mettendosele attorno al collo.

Annuii imbarazzata. Probabilmente ero tutta rossa.

<<Sam, piacere. Ti ho visto al corso di letteratura se non sbaglio.>>

<<Sì, ero seduta proprio dietro di te.>> Dissi io cercando di scacciare via le farfalle nello stomaco che mi stavano divorando.

Mi avvicinai a Sam per vedere meglio cosa stesse disegnando.

Il suo quaderno era aperto su una pagina piena di disegni di farfalle e fiori.

A quanto pare amava la natura.

<<Adoro disegnare. Volevo prendere lezioni di disegno ma mia madre crede che dovrei impegnarmi più sullo studio.>> Disse, accorgendosi della mia curiosità.

<<Disegni benissimo, in più vai anche molto bene a scuola. Non credo ci sia bisogno di impegnarsi più di così!>>

Lì la sentii.

La sua risata.

La sua risata era bellissima.

Senza rendermene conto scoppiai a ridere anche io.

Ancora oggi non faccio altro che pensare a quella giornata ed a come ogni dettaglio fu perfetto: da le risate sotto l'albero di ciliegie fino alla sera quando abbiamo camminato fino al mare per guardare il tramonto.

Da quel giorno iniziammo ad uscire più spesso.

Mi ritrovavo ogni venerdì dopo scuola ad aspettare Sam davanti al cancello, o viceversa.

Senza rendermene conto, i miei sentimenti si stavano facendo sempre più grandi e sempre più difficili da nascondere.

Era difficile nascondere il rossore delle mie guance o le frasi che non riuscivo a pronunciare senza balbettare quando mi fissava troppo intensamente con quei suoi occhi color nocciola, probabilmente senza neanche accorgersene.

Da lì a poco, il mio diario scolastico si stava riempiendo di disegni di fiori,  frasi sdolcinate e versi di poesie che ripeteva durante tutto il giorno quando questi si rifiutavano di smettere di tormentare la sua povera mente.

Invece, Sam doveva lavarsi le mani ogni volta che tornava a casa per evitare che sua madre vedesse i cuoricini e le stelline fatte in modo infantile dalla sottoscritta.

Fu strano come mi ritrovaii ad essere sgridata ogni volta dalla professoressa per essere "troppo distratta".

Un giorno mi chiese anche se mi fossi trovata il ragazzo e se stessi pensando a lui invece di concentrarmi sulla lezione.

Cosa le avrei dovuto rispondere?

Arrosii come una matta.

Da lì iniziò a girare voce che avessi un ragazzo. Bene.

Pure Sam mi chiese se questa cosa fosse vera.

<<Qualcuno è gelosooo?>> Chiesi io attaccandomi alla sua spalla.

<<Tsk, stai zitta...>> Rispose Sam spingendomi via e cercando di nascondere un sorriso girandosi dall'altra parte.

Credo sia ovvio che non ho fatto altro che dare fastidio a Sam per il resto della giornata.

Alla fine, come tutti i gossip della nostra scuola, anche quella di un mio possibile fidanzato passò e nessuno ci pensò più.

Tranne forse Sam.

Ogni tanto mi chiedeva se mi fossi fidanzata, come per averne la certezza.

Nonostante questo continuammo ad uscire come prima ed a fare lunghe passeggiate lungo la spiaggia.

Un giorno andai a casa sua dopo scuola.

Non ci ero mai stata e sua madre sembrava non avere problemi. Forse. Sembrava infastidita.

<<Hey Jas.>> Disse mentre stavo ispezionando la sua libreria.

<<Dimmi.>>

<<Potremmo andare al parco del primo giorno in cui abbiamo parlato? Vorrei parlarti di una cosa.>>

<<Perchè non possiamo parlare qui?>>

<<Beh, perché non al parco?>>

Sbuffai. Non ne avevo voglia, ma sembrava una cosa importante.

<<D'accordo.>>

Una volta al parco ci sedemmo sotto lo stesso albero della prima volta.

Che bei ricordi.

<<Jasmin...>>

Sembrava un po' in ansia...

<<Dimmi...>>

<<Non so come dirtelo, ma... Tu mi piaci. Tanto.>>

Non sapevo veramente cosa dire.

La persona che mi piaceva si era appena dichiarata a me.

Mentre ero sotto shock, Sam continuò, prendendomi le mani.

<<Ti vuoi mettere con me?>>

<<Certo che sì!>> Esclamai prendendo il suo volto per poi riempire la sua fronte di baci mentre la sua risata mi riempiva le orecchie.

Credo di non essermi mai sentita così felice.

Poco dopo scrivemmo pure le nostre iniziali sull'albero, dato che grazie ad esso è nata la nostra amicizia, che poi si è trasformata in qualcosa di più.

"J & S". Suonava così bene.

Rimanemmo lì fino a tardi, seduti sotto l'albero a parlare, con la sua testa sulle mie gambe mentre giocavo con i suoi capelli biondi.

Lì mi venne in mente una cosa.

<<Hey, posso farti una domanda?>>

<<Certo.>>

<<Per cosa sta Sam? È l'abbreviazione di qualche nome?>>

Sam esitò a rispondere.

<<Sta per Samantha.>>

Sorrisi, guardando il tramonto.

<<Che bel nome.>>

~ Fine ~

A/N: Eheheh che ne pensate? Credo sia il primo racconto romance (pur essendo una one shot) che scrivo-

Sclerate e fangirlate/fanboyate (si dice-?) pure qui -->

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