Parte 10
-Quanto tempo ci resta ancora?- domandò Ashton a Jason mentre stavano per eseguire il check-in
-Manca ancora un'ora, ma dobbiamo passare adesso dopo non possiamo fare il Check-in Ashton.-
-Arrivo dopo.- disse tenendo gli occhi puntati verso la ragazza mentre Jason provava a fargli cambiare idea.
Ero rimasta li, in ginocchio.. non sapevo cosa dire o pensare.
Avevano tutti un'aria molto seria, la mia era sconcertata. Adesso molte cose successe in precedenza erano state chiarite:
Il poster nella stanza di Ashton, Gli allarmi a scuola, la ferita di Jason, per non parlare di tutti i segreti che mi nascondevano, riguardavano sicuramente questo.
"No, non può essere."
Lo continuavo a ripetere nella mia mente. Vederli con quelle divise addosso mi terrorizzava, cosa gli sarebbe successo una volta partiti?
-Grace..- Sussurrò Ashton mentre si avvicinava
-Mi avete nascosto tutto questo per tutto questo tempo?- domandai fissando ancora i suoi compagni in lontananza
-Non potevamo dirtelo. Non ci hanno permesso di dirlo nemmeno alla famiglia, capisci?-
usava un tono così dolce e tranquillo mentre mi parlava, sembrava che volesse dirmi di stare tranquilla, che andasse tutto bene, che la vita avrebbe continuato a scorrere come sempre.
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-Perciò, non sai quando tornerete?-
-No. E' la prima spedizione quest'anno, non si sa quanto duri.-
-Capisco.-
Ci eravamo spostati all'esterno, in uno spiazzale dove quasi nessuno passava se non per fumarsi una sigaretta. Il bagaglio di Ash stava proprio accanto ai suoi piedi, mentre entrambe le sue braccia erano poggiate alla ringhiera.
Sia nella sua voce che nella mia si poteva sentire un pizzico di malinconia. Perché stavo reagendo così? Perché mi sentivo così tanto parte di Ashton in quel momento?
-Grace.-
-si?-
-Perché sei venuta fin qui? E come facevi a sapere della nostra partenza?- mi domandò continuando a fissare l'orizzonte
-Mentre tornavo dal campetto stamani, ho sentito dei ragazzi discutere della loro presunta partenza stanotte, vedendo che erano di terzo anno ho intuito che dovessi partire con loro-
-Una risposta, l'altra?-
-Mh?-
-Perché sei qui Grace?-
-Beh, Ashton siamo passati sopra alti e bassi, molti più bassi aggiungerei ma... io non riesco a toglierti dalla mia testa! Dopo aver chiarito con te è stata tutta una discesa eh... poi quella sera assieme al cinema, ed il nostro bacio ed il resto e...-
Non ebbi il tempo di completare la frase che lui si voltò verso di me, ascoltò il mio discorso ma dopo pochi secondi si avvicinò e mi baciò una seconda volta.
Sgranai gli occhi per qualche secondo, non fu un bacio molto lungo.. ma questa volta venne a pieno ricambiato.
-Grace..- sussurrò al mio orecchio tenendo ancora il mio corpo avvolto in una delle sue braccia
-Scusami se ti ho nascosto molte cose, e scusami anche se ho provato ad allontanarmi da te è solo che.. Ho paura che tra di noi possa nascere qualcosa.-
-Perché hai paura?-
-Perché io sarò spesso distante Grace, e tu mi piaci, e tanto.. E non posso permettere che una ragazza come te abbia solo un ragazzo come me. Come ti proteggerei?-
Nell'ultima frase la sua voce sembrava quasi sciogliersi.
Un brivido attraversò tutta la mia schiena, poi lo strinsi più forte che potevo.
-Ashton, so che può sembrarti follia ma anche a me piaci, e non poco. Porca miseria ti ho seguito fino in aeroporto alle 02:00 del mattino non si capisce che mi piaci?- Nella mia voce risuonò una risata
-Credo che adesso devi andare anzi ne sono sicura ma, quando torni, stringimi più forte che puoi.. e fai in modo che quell'abbraccio duri per sempre, okay?-
-E pensare che prima eri tu a dire di no, a dirmi che tutto questo è sbagliato.- disse sorridendo
-E lo penso ancora ma... se sbagliare significa avere te, allora voglio sbagliare.-
Un sorriso avvolse nuovamente le sue labbra, passò delicatamente le mani sulle mie braccia fino a scendere per prendere la borsa, la mise in spalla e tornammo all'interno.
-Ash dai che si fa tardi!- quasi gli urlò Jaz dal Gate
-Arrivo! Ci vediamo al mio ritorno Grace, okay?-
-Ti aspetto qui, Ash.- gli risposi sorridendo
-Solo, non farti mettere i piedi in faccia da nessuno a scuola. Penso che ormai avrai capito che è un centro di addestramento. Anche se non riesci a superare le prove, fregatene okay? sei brava comunque.-
-okay. Niente piedi in faccia- gli risposi quasi ridendo
-Posso usare il cellulare solo il Mercoledì okay?- Continuava mentre lo costringevano ad allontanarsi per l'orario
-E digli a Miranda che suo fratello ha fatto un ottimo lavoro!-
-Ma cosa centra Lex?!- Quasi urlai per farglielo sentire
-Tu diglielo! lei capirà! c-ciao Patter!- Urlò ma la sua voce ormai non si sentiva più.
-Ci vediamo presto, Ashton.- sussurrai più a me stessa guardando oltre le barre del check-in.
Ormai non si vedeva nessuna divisa militare, nessun capo, nessun generale, niente di niente. Mi girai per uscire dall'aeroporto ma sorridevo, non ero sconvolta o triste.. non più.
Sorridevo guardando il pavimento, continuavo a camminare ma poi una voce bloccò i miei passi.
-Grace! Grace!-
Mi voltai di scatto e vidi Jason corrermi incontro.
-Tieni. Ashton vuole che la tenga tu.- disse dandomi una delle medagliette che aveva qualche attimo prima al collo.
La presi tra le mani e passando il pollice sopra la parte metallizzata lessi: "We Wait, We Hope, We Pray. Until you're home again." e sorrisi.
-Mi ha detto anche di dirti: Adesso che "accidentalmente" si è dimenticato qualcosa nelle tue mani ha un motivo certo per tornare-
A quella frase alzai gli occhi verso Jaz e sorrisi ancora.
-Grazie Jaz, digli che lo aspetto.-
Come nella nebbia Jason sparì pochi secondi dopo alla mia vista, così continuai a camminare fino ad uscire dall'edificio.
-Stai pur certo che avrai un motivo per tornare, Ashton Fletch Green.- sussurrai sorridendo per poi prendere l'autobus che mi avrebbe condotta a casa.
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Stavo entrando nel cortile della scuola ma poi pensai di fare il giro per entrare dalla porta del campetto.
Erano passati solo due giorni dalla partenza dei ragazzi ma già si sentiva la loro mancanza.
Quel giorno per fortuna, avevamo tre ore di creatività. Ovvero delle ore occupate per creare o disegnare tutto quello che si vuole.
Questa giornata noi la passiamo solo due volte l'anno, così mi venne in mente una brillante idea.
Presi un grande scatolone, e lo iniziai a ritagliare creando una sola parete bella spessa. Poi iniziai a dipingerla con le bombolette di colore verde salvia. Gli attaccai sopra 365 fogli che corrispondevano ai totali giorni dell'anno. In ognuno di questi fogli scrissi i giorni e i mesi, e ogni mercoledì lo spazio era evidenziato.
-Come mai questa creazione così particolare?- domandò una delle professoresse
-Perché di mercoledì splende sempre il sole prof.- Risposi pensando alle parole di Ashton
"posso usare il cellulare solo di mercoledì."
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Quando tornai a casa portai con me il mio enorme calendario e lo poggiai per terra in bella vista. Mi buttai sul letto solo per qualche secondo, e quando scrutai per bene il soffitto, mi sollevai per aggiungere una frase alla mia collezione.
"We wait, we hope, we pray. Until you're home again."
La scrissi in tre tonalità diverse di verde, poi tornai a sdraiarmi.
La voglia che Ashton tornasse nonostante fosse partito da pochissimo era già tanta, mal del resto penso, che chiunque avesse un motivo per svegliarsi e correre in aeroporto alle 02:00 del mattino, avrebbe la testa dannata voglia di corrergli in contro e stringerlo.
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