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Parte 18

Sentivo la tensione scorrere dentro il mio corpo.

I dottori che parlavano, usando pinze e bistury sul mio corpo senza neanche chiedermi se mi andasse bene. Effettivamente non potevano chiederlo, e io non potevo oppormi. Quello che serviva serviva, inutile cercare di opporsi.

Erano esattamente le 20.34 di sera, quando la bambina stava per nascere. Io sembravo quasi essere impassibile a tutto, l'assenza di Ashton mi rendeva così, apatica.

alle 21.02 Nacque la bimba. Sentire i suoi primi gemiti, le sue lacrime, la consapevolezza attraverso la voce dei medici che stava bene, tutto sembrava essere diverso adesso.

Improvvisamente era come sentire Ash vicino, era come se una parte di lui fosse li con noi.

Pochi minuti dopo avermi dato i punti ci fecero tornare in stanza, e ad aspettarci c'erano sia mio padre che la madre di Ash.

Quando presi la bambina in braccio scoppiai a piangere. Era talmente bella...

-Ciao amore.. Sai di avere gli stessi identici occhi del tuo papà? e i capelli sembrano essere neri come quelli della mamma.. sei bellissima principessa.-

-Hai deciso come chiamarla?- domandò mio padre

-Credo che la chiamerò Alexis.-

-Come mai questo nome tra i tre di cui mi parlavi?-

-Alice non mi faceva impazzire, l'altro neanche.. Alexis mi piaceva particolarmente. E visto che Ash non mi ha mai dato una risposta, ho scelto io.- dissi cambiando leggermente il tono di voce durante l'ultima frase.

Un silenzio tombale calò dopo la mia frase. Lo sguardo della mamma di Ash e quello di mio padre erano entrambi rivolti alle mattonelle del pavimento della stanza, mentre il mio era fisso su di loro.

Non abbassavo più lo sguardo nel parlare di come da mesi non sentissi Ashton neanche via lettera, la preoccupazione mi aveva logorato così tanto da non farmi più neanche dispiacere.

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Erano passate appena due settimane dalla nascita di Alexis, Ashton non era ancora tornano, non si era ancora fatto sentire, o almeno così pensavo.

Durante gli ultimi mesi della gravidanza sistemai molte delle mie cose a casa di Ash, sarebbe diventata la nostra nuova casa nonostante fosse al confine cittadino, infatti quando rientrai con la bambina dopo esser stata da mio padre, trovai la cassetta della posta piena.

Per un momento mi fermai ad osservarla, e subito mi tornò quella voglia di spaccare tutto. 

Se era davvero una lettera di Ashton quella li dentro, di certo non portava buone notizie.

"Cara Grace,

mi dispiace tanto, dico davvero.. ma non ho avuto la forza di scriverti.

Mi sei mancata così tanto in questi mesi che neanche le lettere, con su scritte le tue parole riuscivano a darmi conforto.

Qui sono successi svariati casini, non posso dirti di cosa si tratta ma non te lo direi comunque.. sarebbero cose troppo crudeli da raccontare.

Nonostante il tempo che ho lasciato scorrere come se non avesse un significato sono qui, e sto bene.

So che magari vorresti mandarmi a fanculo dopo tutto quello che è successo, capirei anche se lo avessi già fatto. Hai ragione eccome ad essere incazzata, perchè so che lo sei.

Non so di preciso quando potrà arrivarti questa lettera, spero prima del 27\02 alle 16.00 visto che sarà la data del mio ritorno.

Non avrò di sicuro un bell'aspetto quando tornerò, capirai vedendomi. 

Spero solo che sia tu che la bimba stiate bene, hai scelto un nome? con ognuno di quelli elencati sarebbe comunque rimasta bellissima.

Ti amo tanto piccola mia, e nonostante le difficoltà ti amerò sempre.

tuo Ashton."

Guardai quei fogli, con su scritte quelle parole, e per un momento tutte le preoccupazioni che mi tormentavano da mesi, sparirono, almeno parzialmente.

Poi rilessi nuovamente la data, e mi resi conto che era oggi, il 27\02. 

Chiamai di corsa mio padre e gli dissi di raggiungermi in aeroporto in modo da poter tenere la bambina mentre io correvo verso la mia superficie, verso Ashton.

Erano già le 15:30, era tardi.. non sapevo neanche se fossi arrivata in tempo.

Presi la macchina e corsi verso l'aeroporto più veloce che potevo.

Non appena arrivai diedi le chiavi della macchina a mio padre e gli lasciai Alexis, poi iniziai a correre verso le porte principali.

Sentivo ancora il dolore dei punti nel basso ventre tirare, ma non mi importava. Continuai a correre comunque indipendentemente dalla sofferenza.

Era sempre così. Una corsa verso il tempo, per poterci godere anche gli attimi più semplici della nostra vita. Erano passati mesi, quasi mezzo anno dall'ultima volta che lo vidi, fremevo alla sola idea di poterlo stringere ancora una volta.

Iniziai a guardarmi intorno, agitata, confusa. Erano le 16.25, dovevano essere già arrivati ma di loro nessuna traccia. Ad un certo punto vidi delle divise militari in lontananza, ma i ragazzi avevano tutti qualcosa in comune.

Tutti e dico tutti, avevano i capelli rasati quasi a zero, e tra di loro io cercavo quei ricci stupendi ma non ne vidi neanche l'ombra.

Ad un certo punto bloccai i miei passi e guardai dritto davanti a me. Ashton.

Aveva anche lui i capelli rasati, nel suo volto si poteva vedere il dolore, la stanchezza.

Iniziai a corrergli in contro, e più avanzavo più i miei occhi sudavano.

Quando finalmente lo strinsi tra le mie braccia, tutto sembrava essere passato, tutto era nuovamente bello.

La distanza che c'era stata tra di noi così a lungo venne immediatamente annullata, dopo pochi minuti sembrava di averlo sempre avuto così vicino.

-Cosa è successo? Come stai? Perchè hai rasato i capelli? come..-

-Calma tesoro, sto bene e sono qui con te. Ora ti spiegherò tutto-

-Va bene amore, ma Jason?-

Alla mia domanda non ci fu alcuna risposta.

-Ashton, dov'è Jaz?- gli chiesi in tono più freddo, ma le sue labbra non mi diedero una risposta.

I suoi occhi calarono a guardare le mie scarpe, da li capii.

Poggiai una delle mie mani ancora tremanti sul viso. Di colpo tutto sembrava essere diventato così cupo per Ashton, e anche per me.

Gli occhi si inondarono nuovamente di lacrime e senza dire nulla strinsi forte Ash al petto.

Il suo migliore amico era morto per salvare la vita di qualcun'altro, non potevo immaginare nemmeno lontanamente cosa stesse passando.

Tra le mille lacrime che stavamo versando, si avvicinò lentamente mio padre, con Alexis in braccio.

Questo suscitò Ash a sollevare la testa per guardarli, e non appena li vide le lacrime si fermarono. Si staccò dalle mie braccia ed iniziò ad avanzare lentamente verso mio padre, quasi impassibile a tutto il resto.

-G-grace hai gia.. gia partorito?-

-Non ti sei reso conto che sono leggermente più magra del solito?- dissi accennando una risata

-Oddio.. ciao- disse con tono dolcissimo alla bambina.

-Come l'hai chiamata alla fine?-

-Alexis.-

-Alexis, mi piace così tanto, lei mi piace così tanto! Ha i tuoi capelli mamma.-

-E i tuoi occhi papà- 

-Si.- disse prendendola in braccio

-S-si mette così? come.. non sono pratico.-

Accennai una risata avvicinandomi.

Quel momento, quel momento tutto nostro era perfetto. Adesso eravamo davvero al completo, adesso che non c'era nessun pezzo mancante, la mia vita era completa.



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