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Prologo

Fissava con espressione nostalgica la macchia sfumata di rosso e arancione che disegnava la forma di un piccolo sole stilizzato con otto lunghi raggi. Era lì, proprio sul suo polso sin dal principio e in quel momento le sembrava più acceso che mai. Le copriva le vene come un tatuaggio facendo risaltare ancora di più il suo incarnato lucente e chiaro. Il suo sguardo si perse nel vuoto, era afflitta e pensierosa. Udì il rumore di passi lenti dal corridoio, ne conosceva perfettamente il suono; quando il calpestio cessò, dedusse che lui si era fermato sulla soglia dell'ampia stanza da letto nel quale si trovava ma non si sentì in grado di affrontarlo e quindi evitò di voltarsi. Alzò la testa e scrutò fuori dalla grande finestra di legno al quale si era appoggiata. Il suo sguardo si era posato su un'Ipomea Bianca piantata tempo addietro in onore del governato prescelto dalla luna. Era collocata nell'immensa distesa di verde che apparteneva al palazzo di quest'ultimo e non rasentava affatto dimensioni modeste. Alzò gli occhi al cielo, era di una sfumatura scarlatta: il sole si apprestava a tramontare oltre le frastagliate montagne di Lys, quello spettacolo le rubava sempre gli occhi colmando il vuoto che si portava dentro. Subito avvertì il desiderio irrefrenabile di aprire la finestra e con un balzo di lanciarsi nel vuoto spiegando le ampie ali dorate. Lei voleva volare. Ambiva sentire il vento che le tagliava il viso mentre prendeva velocità e si perdeva nell' orizzonte fiammeggiante, lasciandosi tutte le preoccupazioni alle spalle. Quando udì un respiro regolare alle sue spalle quella fantasia si dileguò; aveva percorso un lungo sentiero tortuoso e buio che l'aveva condotta da lui: quello era l'unico posto dove voleva trovarsi in tutto l'universo. Le sue guance piene arrossirono mentre la sua espressione si ingentiliva, così da donarle nuovamente l'aspetto appropriato per i suoi apparenti vent'anni e rinvigorendo la sua luminosa bellezza. La lucente armatura che indossava, ad occhio inesperto poteva sembrare pesante, ma in realtà, era fatta di un tipo di leggerissima e resistentissima piastra creata appositamente per lei. Scintillava ogni volta che veniva sfiorata dai fiochi raggi del sole e le conferiva un aspetto forte ed elegante che si addiceva al suo animo risoluto. La larga e pomposa gonna di velluto rosso le ricadeva perfettamente sui fianchi, lasciando trasparire dallo spacco le sue gambe magre e non troppo lunghe, oltre ai due gambali sul quale era stato inciso lo stemma dorato del sole e della luna. Si scostò i capelli rosso rame dal viso rotondo e delicato, le arrivavano fino alla vita e aveva sempre rifiutato di tagliarli. Erano ondulati e ribelli ma a lei piacevano così, quando la luce li colpiva assumevano un colorito ancora più intenso che la faceva impazzire. Decise di condividere con lui il grande numero di pensieri e preoccupazioni che le aveva affollato la testa nelle ultime settimane senza mai lasciarle pace.

«Spesso mi chiedo se la me stessa di questo momento combaci ancora con quella del presente, quella effettiva. Sto cercando di capire se sono già passata. Il pensiero che più in là nel tempo ci sia un'altra versione del mio io, totalmente identica e profondamente diversa, distante, mi sfianca. Lei è la me del futuro per il quale io sono il passato.»

Fece una pausa che lasciava intendere quanto ancora avesse da dire. Si voltò con cautela verso il ragazzo che la guardava estasiato, rapito, come se gli stesse raccontando una storia che solo a lui era stato concesso udire, la più bella e affascinante del mondo. Lui le si avvicinò senza fretta, con il suo caratteristico portamento elegante senza staccarle mai gli occhi penetranti dal viso. La ragazza tentò di riprendere le fila del discorso con un tono più dolce e velato che però lasciava ancora trapelare l'angoscia che prima le invadeva gli occhi.

«Sono sicura che nel futuro, nel passato e qui, adesso tu sei tutto ciò che io e tutte le altre me desidereremmo per sempre.» Lasciando uscire le ultime parole con enfasi e passione, come venissero dal cuore e non dalle labbra. Gli occhi di lui non la persero di vista nemmeno per un istante, la attirò a sé con un gesto veloce ma delicato, avvolgendola con le sue braccia muscolose. Si vedeva riflessa nei suoi grandi occhi, così chiari e scintillanti, magnetici. Ne era attratta come un corpo celeste era attirato dalla forza di gravità ad un altro pianeta. Si sentiva piccola e protetta appoggiata al suo petto robusto e scolpito.

«Non so cosa ci ha portato qui, potremmo chiamarlo destino o semplicemente caso. Ciò che so per certo è che fin dalla più antica notte dei tempi passati, alla più luminosa e recente aurora io ti ho sempre amata.» le sussurrò, accarezzandole il viso. «Oltre questa tetra e lunga guerra, oltre ogni epoca, storia... Io sarò con te.»

Il suo tono era carico di tenerezza, aveva cercato di suonare rassicurante e fiducioso, quasi come se volesse incoraggiarla o risollevarla. I lineamenti poco marcati della ragazza si distesero lasciando trasparire un piccolo sorriso dalle sue piccole e carnose labbra rosse. Sembrò che le parole di lui avessero funzionato, colpendola dritta al cuore e mitigando le sue preoccupazioni. Sentendosi a sua volta rincuorato la baciò dolcemente e tutto quel che era intorno a loro svanì.

**PIACERE DI CONOSCERVI!**

Ciao ragazzi, mi chiamo Angela!

Mi presento, ho 29 anni, sono Italiana e sono un graphic designer. 

Sono sempre stata appassionata di fantasy, e mi piace sfogare la mia creatività anche nella scrittura. Vi condivido il mio libro, Rising, sperando che vi piaccia e di poter avere feedback utili. Grazie a chi leggerà!

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