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Capitolo 07:




Guardai inizialmente solo i piedi del letto, dentro quella stanza. Sollevai lentamente lo sguardo, e poi la vidi.

Era rimasta la stessa di tre anni prima, non sarebbe sicuramente cambiata posì così tanto ma mai dire mai. Le lacrime mi scesero automaticamente non appena i miei occhi focalizzarono la sua figura, non la vedevo da troppo, per non piangere.

-Jane?- domandò lei guardandomi

-N-nonna..- dissi io gettandomi sul letto ad abbracciarla

-M-ma tu cosa ci fai qui? Ancora è presto e..- le sue parole furono interrotte da dei forti colpi di tosse

-Peggy.- disse preoccupato Steve avvicinandosi

Lei spostò subito lo sguardo verso di lui, poi calò il silenzio.

-Steve? Tu sei vivo! E sei ancora giovane!-

-Lo so peggy, sono qui.-

-Sei tornato..-

-Sono tornato.-

Lei tossì di nuovo.

-N-non arriveremo a fare quel ballo Steve, ma.. adesso che c'è lei- disse prendendo la mia mano tra le sue

-Potrai sistemare le cose.- concluse

-S-sistemare le cose? Che intendi Peggy?-

-Se ti capitasse la fotocopia della Peggy Carter che hai conosciuto in passato, non faresti di tutto per averla? Non fartela sfuggire Steve, lei è speciale, per te.-

Dicendo quelle parole tossì ancora fortemente, i macchinari a lei attaccati iniziarono ad emmettere dei Bip sempre più frequenti e vicini tra loro.

-Nonna, nonna che cos'hai?- gli domandai io in preda al panico, sollevandomi di poco dal letto

Steve sembrava come essersi bloccato nel guardare quella scena, non muoveva un muscolo e non reagiva a nulla.

-Nonna? Nonna?!- gridai, ma lei non mi rispondeva più

-Nonna ti prego non lasciarmi! Solo adesso dopo anni ti ho ritrovato non puoi lasciarmi così, nonna!- urlai nuovamente smuovendola, ma inutilmente

Ad un certo punto il macchinario che segnava il battito cardiaco, emise un unico e continuo Bip. Lo schermo era piatto, ed io in preda al panico.

-Nonna no! no! Non puoi lasciarmi così! Svegliati! Nonnaa!- urlai di continuo

-Ho già vissuto questo momento! Non farmelo rivivere di nuovo!- urlai, ma nuovamente invano

Steve rimase seduto sulla sedia, in silenzio. Vedendo le lacrime scendere a dirotto sul mio volto, la mia agitazione, e Peggy che ormai non dava più segni di vita, si mise lentamente a piangere.

Era uno di quei dolori incurabili, insormontabili. Le sue lacrime scendevano senza alcuno sforzo sul suo viso, rigandolo dannatamente. Il suo corpo si era spento assieme a quello di Peggy in quel momento, e fu li che capii quanto i due si erano amati, in passato.

Presa di nervi, rabbia, tristezza e altri sentimenti bui, uscii dalla camera prendendo l'ascensore e salendo sul tetto.

Non ero nemmeno arrivata a sapere la felice notizia che mia nonna era viva, che la vidi morire, tra le mie mani, di nuovo.

In quel momento mi sembrava di aver parlato con un fantasma, quei pochi minuti che avevano annullato la distanza durata tre anni, svaniti, insignificanti.

Avrebbe dovuto raccontarmi tanto, spiegarmi..e invece no, è andata via di nuovo. Questa volta davvero.

Restai sul tetto per circa due ore, ferma nello stesso punto, ad osservare sempre, lo stesso punto.

La porta che conduceva al grande spiazzale in alto si aprii, ma io non ci feci poi molto caso. Steve si sedette accanto a me, con le gambe penzolanti verso il basso.

Senza dire nulla mi strinse tra le sue forti braccia, io scoppiai a piangere.

Gli raccontai come mi ero sentita quando mia nonna era morta ipoteticamente la prima volta, in quel momento non mi sentivo così male, ma quasi.

-Sono dolori che vanno superati, Jane. Io sapevo già da mesi, che a breve sarebbe morta e mi sono preparato. Adesso devi sfogare la tua rabbia, e onorare il nome che porti.-

-Non sto male come tre anni fa Steve, lei per me fino a due giorni fa era morta, non c'era più.. perciò per quanto mi rincresce dirlo, non fa tanta differenza, ormai.-

Lui tornò a stringermi tra le sue braccia, io lo strinsi forte a mia volta, e mi nascosi in mezzo a quell'ammasso di muscoli, che in quel momento erano diventati per me fonte di protezione.

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