Capitolo 11:
Iniziai a svegliarmi lentamente senza neanche capire bene dove fossi.
Mugolai leggermente mentre tentavo di aprire lentamente gli occhi, che erano però costretti a restare chiusi per via della forte luce.
Un'enorme led bianco si estendeva sul tetto, tanto luminoso che ci impiegai diversi minuti ad aprire gli occhi e mettere a fuoco
Provai ad alzarmi ma invano, i miei polsi e le mie caviglie erano legati al letto, lungo le mie braccia fino a su nel petto scorrevano de fili attaccati a dei macchinari, altri erano collegati alla testa.
Iniziai ad agitarmi, in preda al panico. Provai in tutti i modi a liberarmi ma non ci sarebbe mai potuto essere modo di liberarsi da quella situazione.
-Jane Jane calmati! Sono Steve!- rispose una voce, ma non era dentro la stanza
Proveniva dal vetro a specchio alla mia sinistra, li mi rilassai un minimo, ma l'80% del mio copro rimase contratto, per via della preoccupazione.
-S-steve?! Dove siamo? E perchè sono legata a tutti questi fili?-
-Devono farti dei test Jane, per evitare che tu possa... morire-
-Morire?!- domandai allarmandomi ancora di più, adesso la mia preoccupazione era salita all'85%.
-Il vibranio nelle tue cellule ha necessità di sviluppo Jane, e se non si sviluppa..-
-Diventerò un pezzo di metallo.-
-In poche parole. Comunque cerca di stare il più rilassata possibile, sono esperimenti e test fatti dallo S.H.I.E.L.D, non hai di cosa temere-
-Perfetto adesso si che sono tranquilla- risposi ironicamente
-Salve signorina Carter io sono la dottoressa Mox molto piacere- disse lei entrando rapidamente, con uno sguardo serio ed insensibile, tipico dottore dello Shield insomma
-Le stringerei la mano ma..- risposi nuovamente in tono ironico
Un piccolo accenno di risata si fece strada sulle labbra di Steve.
-Farà un po male.- disse
-Scusi cosa, farà un po male?-
-Questo.- disse lei premendo un bottone su uno dei macchinari a cui ero collegata
Su e giù per tutto il mio corpo mi arrivò una potente scossa elettrica, che quasi mi costrinse ad urlare, dimenandomi.
-Non basta, molta più intensità. Passa al 95%.-
-COSA?!-
Non ebbi nemmeno il tempo di oppormi che mi arrivò una scarica così forte che quasi rischiai di perdere i sensi.
-Ti giuro sulla cosa più cara che mi ritrovo che non appena mi libero di questi fili vengo li e ti ammazzo.- risposi
-Beh, è lo spirito giusto per cercare di sopravvivere, più scosse- e ne arrivarono ancora.
Continuarono così per tutto il giorno, e arrivata alla sera ero così stanca, così bruciata.. che non mi sarei potuta opporre più neanche a parole.
-Devi cercare di resistere piccola.. altrimenti rischi di morire.-
-P-perchè? Così non mi stanno già uccidendo?-
Alla mia frase Steve cambiò sguardo, come se mi avesse appena dato ragione.
Stavano facendo tutto per salvarmi, ma erano sicuri che non sarei morta così?
Nei giorni seguenti mi fecero le peggiori torture...
Ore intere in delle vasche piene di ghiaccio, frustate il tutto il corpo, altre scosse elettriche, giornate fuori al freddo senza indumenti.. un'inferno.
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-E' l'ultimo test che abbiamo disponibile Jane, cerca di superarlo ondevitare di andare dentro la CSO.- disse fury
-Cosa diavolo è la CSO.- Domandai io, ma ormai ero diventata talmente tanto menefreghista che il mio tono non aveva proprio il sapore di una domanda
-Capsula Senza Ossigeno. Verresti chiusa la dentro senza aria e a quel punto le tue cellule o si attivano o esplodi.- rispose tranquillo
-Sembra divertente- risposi
-Più divertente dei precedenti test sicuro.- aggiunsi, tornando a guardare avanti
Questa volta le torture non erano solo fisiche, ma anche mentali.
Mentre mi arrivavano potenti scosse alla schiena principalmente, uno dei medici iniziava ad insultarmi, a picchiare Steve, e questo mi provocava una rabbia irrefrenabile. Anche perchè non sembrava affatto scherzare.
-Vuoi che gli dia un altro pugno? Mh? Lo vuoi?- rispose per poi dare l'ennesimo pugno a Steve
Strinsi le mani in due pugni che, lentamente, avevano acquisito un colore argentato ma non esagerato, io non feci nemmeno caso.
-Ti conviene lasciar perdere tesoro.- gli dissi
-Vieni qui e fammi male, se ci riesci.. o preferisci che a farsi male sia lui?-
A quel punto niente poteva più tenermi, a cominciare dai miei piedi fino a finire alla mia testa, dei filamenti tutti argentati comparirono sull'estremità della mia pelle.
Era come se avessero disegnato appositamente dei canali dove fare passare il vibranio che, in stato liquido, mi consentiva di piantare pugni a chiunque senza sentire un cazzo di niente.
Con lo stringere poco di più il pugno, ruppi le cinghie che mi tenevano ben salda, e nonostante i soldati ben addestrati provarono a tenermi tutto fu invano.
I miei occhi erano diventati, come il vibranio che scorre ormai nelle mie vene, argentati... e assieme al loro quasi tutto il mio corpo.
Sollevai l'uomo da terra tenendolo dal collo con una sola mano, e con un semplice e veloce gesto lo scaramentai fuori dall'enorme vetrata, rompendola.
E fu da quel momento che si venne a creare l'ennesimo, nuovo supereroe.
Quella non era più solo Jane Carter, quella era diventata Jane Steel.
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