Harry e Brooklyn
[Brooklyn]
Dormire tra la veglia e il sonno, ormai era una mia abitudine, quindi quando sentii dei rumori in cucina, aprii gli occhi e osservai il soffitto della mia stanza.
Quando sentii dei passi sulle scale, alzai il busto appoggiandomi sui gomiti e guardai verso la porta socchiusa.
"Buongiorno amore." Sorrise Harry, entrando ed avvicinandosi al letto con un vassoio con la colazione.
Mi sistemai meglio e gli lasciai un bacio sulla guancia quando appoggiò tutto quel ben di Dio sul letto.
"Oggi sono ventisei, eh?"
"Non ricordarmelo." Sbuffai, prendendo un cornetto e iniziando subito a mangiarlo. Non ero in vena di festeggiare il mio compleanno, soprattutto se significava essere seguiti ovunque dalla stampa.
"Allora l'auto, che ho parcheggiato nel giardino, me la tengo io?" Ridacchiò, pulendo la mia bocca da alcune briciole.
"Harry, non dovevi." Sussurrai, appoggiando la mano sulla sua guancia e accarezzandogliela dolcemente.
Fermò la mia mano e la portò alle sue labbra, baciando la fede che portavo all'anulare.
"Questo ed altro per mia moglie."
Era ancora così strano sentire quella parola pronunciata dalla sue labbra, anzi, era strano pensare di aver avuto la fortuna di diventare sua moglie un anno prima.
"Sai, ancora mi sembra impossibile che siamo arrivati fino a qui." Mormorai, spostando il vassoio dalle mie gambe e sporgendomi verso di lui, passando la mano tra i suoi capelli corti.
"Mai sottovalutare un Styles. Eh piccoletto?" Ghignò, passando la mano sulla pancia appena segnata.
Sbuffai una risata e appoggiai involontariamente la mano sul ventre. Negli ultimi tre mesi era diventata come un'abitudine che non riuscivo più a togliermi.
"Allora, signora Styles, mi concede qualche coccola mattutina?"
"Prima vado in bagno e mi lavo i denti. Poi potrei anche pensarci." Sorrisi, togliendo le coperte dalle mie gambe e camminando verso il bagno, dove passai solo qualche minuto. "Oggi dobbiamo andare a casa dei miei genitori, te lo ricordi?" Mormorai, rientrando nella stanza e salendo sul letto a carponi, gattonando fino ad Harry e sedendomi a cavalcioni su di lui.
"Me ne ero dimenticato. Spero che tuo padre reagisca bene alla notizia. Il giorno in cui gli ho detto che volevo sposarti, mi ha ricordato di avere il porto d'armi e una cantina piena di pistole."
Ridacchiai ripensando a quella sera, quando mia madre aveva esultato e mio padre aveva praticamente dato di matto.
"È una bella notizia, dubito che possa dirti niente. E poi siamo già sposati da un anno e non ti ha ancora puntato una pistola. È già un traguardo."
Scosse la testa divertito e appoggiò la schiena al muro, dandomi la possibilità di spingermi verso di lui senza farlo sbilanciare.
Appoggiai le labbra sulla sua guancia e poi sull'altra, facendolo sbuffare.
Quando appoggiò le mani sul mio seno, indietreggiai con la testa e gli feci cenno di no, facendogli assumere un'espressione confusa.
"Che c'è? Lo sai che sono più sensibile nell'ultimo periodo."
"E non sarebbe un buon motivo per provare? Sai, a me non dispiace fare da aiutante. Hai il seno più grande ed è così interessante vedere come reagisci a questo." Dichiarò, sfiorando impercettibilmente i miei seni.
Inspirai e gli spostai la mano, appoggiandola poi sul mio fianco.
"Togliti ogni singola idea che ti passa per la testa, Harry. Non ci penso nemmeno, altrimenti facciamo anche tardi dai miei."
• • •
"Avevo ragione io." Ghignò, bussando alla porta dei miei e guardandomi con la coda dell'occhio. "Quella doccia è stata davvero...bollente oserei dire."
"Ti odio." Sibilai, nel momento stesso in cui mia madre aprì la porta, con un sorriso dipinto sulle labbra.
"Ragazzi, vi aspettavamo mezz'ora fa." Disse mia madre, facendoci entrare e abbracciandoci uno ad uno.
Sperai che non si fosse accorta del leggero gonfiore alla pancia che avevo rispetto al mese prima, quando ero andata a trovarla tra una pausa e l'altra.
"Abbiamo avuto un contrattempo." Esclamai, lanciando un occhiataccia a Harry finché abbracciavo mia madre, ricevendo in cambio solo un'occhiolino malizioso.
"Già, il traffico a Los Angeles era tanto." Continuai io, fornendo una spiegazione leggermente più plausibile.
"Tranquilli, sappiamo tutti come funziona in questa città." Rise mia madre, tirandomi verso la sala da pranzo.
"Lily, questo vestito ti sta d'incanto." Disse allegro Harry, tenendo una mano sempre sul mio fianco.
Sapevo che voleva mettere mia madre il più buon umore possibile prima della notizia. Non sapevamo davvero come avrebbe reagito.
"Harry, stai cercando di rubarmi un altra donna della mia famiglia?" Domandò serio mio padre, entrando nella stanza dalla cucina e appoggiando una pentola sul tavolo.
"No, signore."
Vidi mio padre sorridere e porgere alla mano al suo genero, stringendola energicamente e poi dandogli un colpetto sulla spalla. "Come stai, Harry?"
"Molto bene." Rispose mio marito, sorridendo felice.
"Prima di mangiare vorremmo parlarvi di una cosa." Mormorai, intrecciando la mano con quella di Harry. "Però è meglio se ci sediamo."
Vidi un ombra passare sul volto dei miei genitori e quasi mi pentii del metodo che stavo utilizzando.
Frugai nella borsa e ne tirai fuori i risultati dell'ospedale, dove dentro c'erano le ecografie che avevo fatto la settimana prima.
"Volevo farvi vedere questo, per essere sicura di aver capito bene ciò che l'ospedale mi ha scritto. Sai anche tu che non so niente di queste cose." Dissi impassibile, passando a mio padre la busta, incrociando il suo sguardo spaventato.
Cercai di reprimere un sorriso quando sentii la mano di Harry appoggiarsi sul ventre.
Osservai i miei genitori sfilare i fogli dall'involucro e la paura aleggiare sui loro volti.
"Non capisco." Sussurrò mio padre, girando il foglio e trovandosi davanti quelle piccole foto in bianco e nero.
Vidi mia madre portarsi le mani alla bocca e mio padre rimanere immobile per qualche secondo, probabilmente pietrificato da ciò che stava vedendo. Ripresi a respirare solo quando accarezzò con il pollice la foto e poi alzò gli occhi verso di noi, mostrando le lacrime di gioia che stavano scendendo sulle sue guance ruvide.
"Diventerò nonno?" Chiese stupidamente, guardando poi la mano di Harry sulla mia pancia.
Annuii energicamente, con gli occhi leggermente appannati e mi alzai per andare ad abbracciarlo.
"Diventerò nonno." Ripetè ancora, stringendomi a sè, completamente in palla per la notizia.
Abbracciai anche mi madre, scoppiando praticamente a piangere tra le sue braccia.
"Diventerò nonno." Ripetè di nuovo, facendomi ridacchiare per la sua reazione.
Lo vidi poi alzarsi e dirigersi verso Harry, abbracciandolo in un modo che non aveva mai fatto. "Harry, figliolo, grazie."
E in qualche modo, fui sicura di aver visto una lacrima scendere sulla guancia di mio marito.
• • •
"Harry! Hai le mani ghiacciate." Urlai, quando entrò in cucina e appoggiò le mani sulla mia pancia, facendo salire la maglietta.
Da quando avevo dato la notizia ai miei, avevo passato i tre mesi successivi ad andare a pranzo da loro una volta a settimana, ma quando eravamo a casa solo noi due, ero quasi sempre io a cucinare. Non volevo che Harry creasse casino per tutta la stanza.
"Scusa, non me ne ero reso conto." Tolse immediatamente le mani e sistemò la maglietta, accarezzando la pancia da sopra il tessuto.
"I ragazzi a che ora arrivano?" Domandai girando la testa verso di lui e ricevendo subito un bacio sulle labbra.
"Fra circa dieci minuti. Vuoi che ti dia una mano?"
"Se vuoi puoi tagliare quelle verdure." Mormorai, indicandogli il tagliere sopra all'isola. "Basta che non ti tagli un dito."
"Cercherò di fare del mio meglio."
Spensi il gas e mi girai verso l'isola, guardando Harry: il mio migliore amico, il mio compagno, mio marito, l'amore della mia vita. Era così tante cose per me, che a malapena riuscivo ad esprimere ciò che provavo.
"Che c'è?" Domandò quando si rese conto che lo stavo fissando.
"Stavo solo pensando a quanto tu sia importante per me." Mormorai sincera, sorridendo appena.
Harry appoggiò il coltello sul piano in marmo e venne verso di me, circondando i con le sue braccia e abbracciandomi.
"Ti amo, Brooklyn."
"Anche io, Harry." Mi staccai da lui per dargli un bacio, ma mi fermai praticamente subito. "Oh cristo." Sussurrai, appoggiando subito la mano sulla pancia.
"Che succede? Stai male? Devo portarti in ospedale?" Domandò immediatamente mio marito, completamente preso dal panico.
"Harry, stai zitto e metti la mano qua." Sbottai, prendendogli la mano e appoggiandola dove il bambino aveva appena scalciato. Non appena Harry toccò la pancia, lo sentii di nuovo scalciare, lasciando Harry di stucco. "Lo ha già fatto altre volte, ma tu non eri in casa."
Gli occhi di Harry erano ancora spalancati e, quando incontrò i miei, sulle sue labbra si dipinse un sorriso enorme.
Si inginocchiò a terra e sollevò la maglietta, baciando esattamente dove il bambino aveva sfiorato la mia pelle poco prima.
"Amo tanto questa donna, piccoletto. Ma amo tantissimo anche te."
• • •
E con questo ho finito.
Grazie di tutto,
Alice
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