Stay -Parte Uno-
[Harry]
"Quindi, ragazzo, questa sera mia figlia dormirà nella tua stanza?"
"Si, signore."
"E tu rimarrai fermo sul divano- perché sono sicuro che Brooklyn non dormirà su una scomoda poltrona- e non ti alzerai da là, giusto?"
"Avevo pensato di lasciare l'intera camera a Brooklyn ed andare a dormire in camera di Liam." Borbottai inventando la prima cosa che mi passava per la mente.
"Quindi non dormirai con lei?" Continuò l'interrogatorio mantenendo l'aria alquanto minacciosa, tanto che mi chiesi se gli avessero insegnato questo modo di approcciarsi in addestramento o se fosse solamente un padre iper protettivo. "Con questa domanda presuppongo che non sia mai successo in passato e non intendo solo dormire."
Avevo passato quasi due ore ad immaginare come sarebbe stata la prima vera conversazione con il padre di Brooklyn, ma non mi sarei mai immaginato che mi chiedesse se sua figlia avesse mai fatto sesso con me.
"Papà, non spaventarlo. E posso risponderti io: non é successo assolutamente nulla." Rise Brooklyn entrando nella mia- ed ora sua- stanza con il suo beauty case.
"Era solo per essere sicuri, Brookie." Le rispose sorridendo tranquillamente.
Buttai fuori l'aria che inconsciamente stavo trattenendo e lanciai uno sguardo pieno di ringraziamenti a Brooklyn.
"Ora che so abbastanza, puoi chiamarmi Matthew." Mi porse la mano, come se fino a cinque secondi prima non mi avesse chiesto se andavo a letto con sua figlia, e mi sorrise.
Ricambiai incerto la stretta e tirai la bocca in un sorriso incerto.
"Papà, puoi venire a darmi una mano? Faccio davvero fatica a sollevare la valigia da sola." Disse Brooklyn avvicinandosi alla porta ancora spalancata.
"Certo, tesoro. Tu intanto vai, ti raggiungo tra qualche minuto. Devo solo andare giù alla reception a prendere il documento che avevo lasciato." Rispose prontamente Matthew facendole l'occhiolino.
Quando fummo di nuovo soli, mi appoggiai con la schiena all'anta dell'armadio e inspirai velocemente.
"Se vuole posso dire ad un bodyguard all'entrata di prenderle il documento, così può andare direttamente ad aiutare Brooklyn." Mormorai prendendo il telefono.
"Puoi darmi del tu, Harry. E sono già andato prima a pendermelo." Disse tirando fuori dalla tasca il pezzo di carta e sventolandolo leggermente. "Volevo solo parlare un secondo con te."
"Oh, va bene."
"Tu e Brooklyn siete più che amici, dico bene?" Sputò tutto d'un colpo, facendomi quasi affogare nella mia stessa saliva.
"Noi non stiamo-" Fui interrotto ancor prima di finire la frase.
"So cosa mi ha detto Brooklyn e so anche cosa mi stavi per dire tu. Posso sembrare anche uno stronzo, ma io voglio solo vedere felice mia figlia."
"Io-"
"Quando sei entrato nella sua camera, stamattina, le si sono illuminati gli occhi quando ti ha visto, e anche poco fa. Posso essere anche un uomo, ma sono suo padre e vedo chiaramente che non le sei indifferente. Non mi interessa il fatto che voi due mi abbiate mentito. Voglio solo dirti di non farla soffrire."
"Non ne ho la minima intenzione." Dissi sinceramente, quasi contento di non dover più mentire a Matthew.
"Perfetto " mormorò camminando verso la porta. "Ah, Harry." Mi richiamò girandosi verso di me. "Grazie"
[Brooklyn]
"Quindi mi stai dicendo che, il sergente Martin, si è messo a correre nudo per tutta la struttura?" Domandai divertita chiudendo la cerniera della valigia.
"Si, era la penitenza di una scommessa che aveva fatto qualche settimana fa." Rise rumorosamente prendendo dalle mie mani il trolley.
"Non credo che riuscirò più a guardare negli occhi quell'uomo." Borbottai scuotendo la testa.
"Oh, andiamo, non fare la schizzinosa. Non sarebbe stato il primo uomo nudo che avresti visto."
Spalancò la porta ed uscì, lasciandomi così sola e in completo imbarazzo. Chiunque avrebbe potuto capire che, dopo quasi due anni di relazione con un ragazzo, avevo fatto anche io le mie esperienze -soprattutto quando scovi, due volte di fila, un ragazzo in soli boxer dentro l'armadio di tua figlia- ma non avrei mai immaginato che mio padre me lo dicesse così chiaramente. Era imbarazzante...molto.
Camminai velocemente fuori dalla stanza e mi chiusi la porta alle spalle sospirando.
In cosa diavolo mi stavo cacciando?
Corsi per raggiungere mio padre ed entrai nell'ascensore giusto qualche secondo prima che le porte si chiudessero.
"Certo che, figlia mia, ti imbarazzi con niente." Mi prese in giro notando le mie guance leggermente arrossate.
Perchè mio padre non poteva essere uno di quei padri estremamente gelosi che minacciano i ragazzi delle proprie figlie- spaventandoli tanto da fargli passare anche solo la minima idea di toccare la poveretta- e non uno che parlava apertamente del fatto che anche io avevo avuto le mie esperienze 'intime'?
Oh, aspetta, lui faceva entrambe le cose.
"Sta zitto."Sbottai nascondendo le guance con le mani. "Stasera vieni a vedere il concerto?" Domandai cambiando completamente argomento e sperando di non toccare mai più l'altro.
"Secondo te, io mi perdo uno dei primi concerti di mia figlia?" Domandò seriamente guardandomi negli occhi.
Quando arrivammo alla camera di Harry - la mia nuova camera per quella notte - mi sentii quasi delusa nel non trovarlo al suo interno. Sapevo che probabilmente era con i ragazzi, ma in certo senso mi ero aspettata che fossi ancora nella stanza al mio ritorno.
"Non so se stasera, finito il concerto, riusciremo a vederci o se dovrò aspettare dentro lo stadio che le strade si svuotino." Lo avvisai passando una mano tra i capelli e scacciando dalla mente i brutti pensieri.
"Allora ti verrò a prendere domani dopo il servizio fotografico, così pranziamo insieme prima che io prenda il mio aereo."
Dopo aver sentito quelle parole, abbracciai istintivamente mio padre, circondando le spalle muscolose e aggrappandomi a esse, come se fossero ciò che mi teneva in piedi in quel momento.
"Piccoletta, verrò a trovarti più spesso, ora che ne ho la possibilità." Mormorò contro i miei capelli, abbracciandomi a sua volta.
"Non riesco ancora a rendermi conto che tu sia davvero qui, papà. Ho così tanta paura che questo sia solo un enorme e bellissimo sogno che finirà da un momento all'altro." Sussurrai con voce malinconica sul suo petto.
"Anche io, tesoro. Ma fortunatamente è la realtà, perciò tu adesso vai da quei cinque ragazzi, che impestano le pareti della tua camera da anni, e andate a preparavi per il concerto. Voglio vederti felice là sopra, okay?"
Non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere che iniziò a spingermi verso il corridoio.
"Vai a fare ciò che ami. Noi ci vediamo dopo nel backstage."
Mandai un messaggio a Harry, chiedendogli dove fossero in quel momento e, quando mi rispose, faticai a reprimere una risata.
Ricevere dal proprio ragazzo una foto di due dei tuoi idoli che fanno una sottospecie di lotta con i cuscini, non era certo la risposta che mi aspettavo, ma comunque era un indizio, più o meno.
Salii un paio di rampe di scale e bussai leggermente alla porta, ricevendo in cambio solo delle risate. Quando Liam, finalmente, mi aprì, notai immediatamente un guizzo divertito nei suoi occhi.
"Certo che siete abbastanza scemi." Risi entrando e sedendomi sul divano vicino a Zayn.
"Ragazzina, non interferire." Urlò Niall guardando con aria di sfida Louis.
"Ma se ho poco più di due anni in meno di lui." Borbottai lasciandomi sprofondare nel divano della camera del biondo.
"Lascialo perdere, é in piena guerra con Louis in questo momento." Rise Zayn tirando fuori il telefono per fare un video.
Sentii della mani, le sue mani, appoggiarsi sulle mie spalle e sussultai appena.
Non riuscivo a credere che riuscisse a fare quei gesti e farli semplicemente risultare casuali, insignificanti alla vista degli altri e incendiari per me.
"Questa stanza è vero schifo." Disse il riccio con aria divertita.
Il pollice di Harry premette leggermente tra le mie scapole ed inconsciamente mi chiesi come sarebbe stato sentire le sue mani sul mio corpo.
Nascosi le mani dietro la schiena e strinsi il tessuto del divano, maledendomi da sola per il cattivo tempismo di quel pensiero.
Aver visto i suoi occhi pieni di desiderio la sera prima, aveva acceso qualcosa dentro di me come una miccia di un petardo. Speravo solo che scoppiasse tardi.
Ciò che distolse la mia mente dai pensieri poco casti su Harry, fu ciò che trovai tra le pieghe della stoffa del divano.
"Oh, ti prego, questi potevi tenerli in valigia." Sbottai prendendo la lunga striscia di preservativi incastrata nelle pieghe e lanciandola contro Niall.
Il biondo rimase un attimo perplesso prima di perdere da terra l'alluminio e metterselo in tasca.
"Guarda che servono anche a me, sai. E poi devo averli dimenticati la ieri dopo-" Lo guardai un attimo prima di cogliere il senso di ciò che stava dicendo.
"Che schifo, io non rimango seduta su questo divano." Borbottai alzandomi, seguita poi da Zayn.
"Certo che potevi avvertirmi, amico" Rise il moro facendo un passo indietro rispetto al divano.
"Okay, devo dimenticarmi di questa cosa." Mormorai scuotendo le spalle, come se potessi scacciare l'immagine che si era formata nella mia mente.
Non fraintendetemi, l'idea di vedere qualcosa di più di Niall non mi avrebbe certo disturbata, ma non in quel contesto.
"Direi che, finché voi due sistemate la stanza, noi quattro possiamo andare ad informare Jake che siamo pronti per andare allo stadio." Propose Liam avviandosi già verso la porta.
Una volta fuori seguii i ragazzi fino alle porte dell'ascensore, ma poi fermai Harry toccandogli il braccio.
"Ragazzi, voi andate da Jake, io devo chiedere una cosa a Harry da parte di mio padre." Sorrisi, cercando di fare uno di quei sorrisi sinceri e felici.
"Va bene, fra quindici minuti ci troviamo nel parcheggio privato, okay ?"
Annuii a Liam e, non appena si furono chiuse le porte dell'ascensore, feci segno ad Harry di seguirmi sulle rampe di scale e poi verso la sua -mia- camera. Una volta che mi fui chiusa la porta alle spalle, mi girai verso il mio ragazzo.
"Cosa vuole chiedermi tuo padre?" Domandò sedendosi sul bordo del letto.
Sorrisi e gli andai in contro, facendogli fare un sorrisetto sghembo nel momento stesso in cui mi sedevo sulle sue gambe, mettendo le ginocchia ai lati delle sue cosce.
"Volevo solo passare qualche minuto solo io e te, con tutta la tranquillità possibile." Mormorai abbracciandolo.
Era strano come una posizione tanto intima, potesse essere anche tanto dolce in quel momento.
Lo sentii sospirare tra i miei capelli e poi ricambiare l'abbraccio.
Mi sentivo così protetta in quel momento, che a malapena mi rendevo conto di dove mi trovavo.
"So che è difficile fare tutto questo di nascosto, Brooklyn, e se vuoi finirla qui, io-"
Non gli lasciai finire la frase, poichè mi staccai dalle sue braccia e mi avvicinai subito alla sua bocca, depositando solo un dolce bacio a fior di labbra.
"Tu ne vali la pena." Sussurrai sulle sue labbra, lasciando poi un altro dolce bacio suelle sua labbra e affondando poi la testa sul suo collo.
Passammo in quella posizione i successivi cinque minuti, sussurrando parole dolci, come se avessimo paura che qualcuno ce le potesse rubare.
Quando arrivammo nel parcheggio, scoprimmo di essere stati i primi ad arrivare al van e per poco non ripresi il polso di Harry per trascinarlo di nuovo in camera.
"Quindi se i ragazzi mi chiedono cosa voleva tuo padre, cosa gli devo dire?" Domandò quando video il piccolo gruppo entrare nel parcheggio.
"Digli che voleva sapere le date dei concerti." Mormorai la prima cosa che mi venne in mente.
"Ma se sono sul nostro sito." Rispose lui divertito.
"E allora inventati qualcosa di decente da dire." Dissi salendo nel van.
Il viaggio fu abbastanza imbarazzante, soprattutto quando, come previsto da Harry,i ragazzi gli chiesero cosa gli avesse chiesto mio padre. Quel piccolo bastardo aveva risposto dicendo che voleva sapere se mi comportavo adeguatamente.
Nonostante non dovessimo provare quel giorno, passai circa mezz'ora a ripetere il ritmo e le parole del singolo . Continuai a ripeterle nella mia testa finché non mi trovai di nuovo davanti a quel muro scorrevole, con in mano un microfono acceso.
Quando sentii la voce di Liam, che presentava la canzone, abbassai lo sguardo sui sandali neri con il tacco che portavo ai piedi e feci un respiro profondo per placare l'ansia.
"Brooklyn, che ne dici di entrare?"
Quelle erano le 'parole magiche' che dava il via libero ai tecnici per aprire il muro ed era anche un segnale per me per farmi sapere che di lì a qualche secondo sarebbe toccato a me.
Inspirai a fondo e mi stampai un sorriso sulle labbra nel momento stesso in cui la parete iniziò a muoversi.
Sentii le urla intensificarsi nel momento stesso in cui poggiai il piede sulla piattaforma del palco.
"Brooklyn, tu hai sentito le domande che ci hanno fatto prima su twitter?" Mi domandò Niall raggiungendomi.
"Intendi quella dove vi chiedevano la cosa più stupida che avete fatto nell'ultima settimana? " Domandai con una risata.
"Si e visto che tu vivi con noi, secondo te, qual'è la cosa più stupida che abbiamo fatto nell'ultima settimana?" Continuò Louis facendomi segno di raggiungerlo.
"Certo che mi stai chiedendo una cosa difficile." Dissi divertita. "Penso la guerra di cuscini che avete fatto questa mattina." Sentii qualche risata dalla folla sotto al palco.
Dopo aver scambiato qualche parola, la base della canzone partì, insieme alle nostre voci.
Per tutta la durata della canzone, camminai per la struttura e quando, per puro caso, individuai mio padre, non potei che continuare a cantare con più emozione.
Una volta scesa dal palco, mandai un veloce messaggio a mio padre, ringraziandolo per essere stato presente quella sera e poi corsi a cambiarmi. In quel momento ero più che contenta di togliermi i trampoli che portavo ai piedi.
La serata era passata fin troppo velocemente e quando mi resi conto che i ragazzi stavano intonando le ultime note della canzone finale, fui costretta a fare una corsa fino al van, dove, come sempre, mi attendeva Tom. Ormai era diventata una routine aspettarmi sulla portiera dell'automobile
Quando arrivammo finalmente in hotel, quasi mi stupii del poco sonno che provavo. Forse era l'adrenalina ancora in circolo, o forse ero semplicemente meno stanca del solito.
Seguii Harry e Liam nell'ascensore, mentre gli altri si fermarono a parlare con uno dei bodyguard e quando quest'ultimo scese al piano prima del nostro, un silenzio, quasi rilassante, calò su di noi.
Presi la mano di Harry, facendo molto piano, lo trascinai nel lungo corridoio del piano.
"Sai che sei davvero bella?" Mi sussurrò all'orecchio, facendomi fermare di colpo.
"E tu davvero lecchino." Mormorai riprendendo a camminare, così nascondendo il sorriso ebete sulle mie labbra e il rossore delle mie guance.
"Forse, ma tu sei davvero tanto bella, Brooklyn. Lo eri anche prima, con quella gonna, sul palco." Continuò togliendo la mano dalla mia e posizionandola poi sulle mie spalle.
"Grazie." Girai appena la testa e lasciai un piccolo bacio sulla sua mandibola.
"Ti accompagno in camera, poi prendo la mia valigia e vado da uno dei ragazzi a dormire."
Non replicai finchè non fui all'interno della sua stanza e mi distesi a letto.
Harry appoggiò lei mani ai lati della mia testa e mi diede un bacio sulle labbra, prima di alzarsi e raggiungere la sua valigia vicino all'entrata.
"Harry." Lo richiamai poco prima che aprisse la porta. Si girò verso di me, puntando i suoi occhi color smeraldo sui miei. "Resta."
***
Ecco a voi il capitolo.
Vi ringrazio di aver aspettato e soprattutto di aver capito la situazione.
Ho diviso in due il capitolo, per due motivi : 1) volevo assolutamente aggiornare. 2) il capitolo sarebbe stato troppo lungo.
È decisamente cortissimo rispetto al solito, ma non ho potuto fare più di così.
Perdonatemi se il mio umore ha influenzato il capitolo o se fa schifo.
Al prossimo capitolo
-Alis
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