Capitolo IV
Nel preciso instante in cui sentii il rumore della porta, un brivido di preoccupazione attraversò tutto il mio corpo.
-Steve..- risposi vedendolo chiudersi la porta alle spalle, e tutto d'un tratto mi tranquillizzai
-Wanda pensava che fossi qui e a quanto pare aveva ragione..- disse restando con la mano destra poggiata sulla maniglia mentre mi fissava, premurosamente
-Posso?- domandò facendo cenno all'immenso spazio vuoto accanto a me
-Certo- risposi scuotendo il capo
Si avvicinò sorridendo appena il necessario, poi si sedette al mio fianco
-Non farti spaventare da quello che è successo oggi durante l'allenamento, è del tutto normale, nessuno di noi nasce sapendo già le cose posso garantirtelo.-
-Non è l'allenamento a preoccuparmi, sono i miei ricordi. Sono così intensi e così vivi dentro di me.. che quando è successo quel che è successo con Wanda, mi è sembrato quasi di riviverli.-
-Cosa hai visto? Del tuo passato intendo-
-..Non è una storia di cui parlo volentieri Steve..- risposi in senso di chiusura
Non mi andava proprio di raccontargli la storia della mia vita, non perché non mi fidassi di lui, ma perché parlarne mi trasmetteva un senso di totale apatia, di tristezza.
-Si certo scusami Arya, a volte parlo senza ragionare.- disse passandosi una mano tra i capelli abbassando il capo
-Fa niente Steve- risposi io sorridendo
-Ti rilassa guardare le stelle?- domandò dandogli uno sguardo
Il cielo quella sera era particolarmente illuminato, era davvero meraviglioso poterlo ammirare da così tanta altezza, sembrava quasi di toccarlo..
-Si, moltissimo. Non so se lo sapevi già ma.. da quattro anni a questa parte ho sempre vissuto in un rifugio segreto grazie a Clint, è stato lui a prendermi in custodia.- dissi sorridendo, e tenendo le mani avvolte alle gambe
-Quel posto è davvero meraviglioso. Ci sono delle enormi distese di verde in tutte le direzioni, l'aria è pulita e puoi sdraiarti sul prato ad osservare le stelle.. da li sembrano un po' meno vicine di qui.. ma è davvero un posto magico. Quando facevo brutti sogni, o dei ricordi iniziavano ad offuscare la mia mente uscivo di fretta fuori e mi sdraiavo a guardare le stelle. Era come una magia perché bastavano pochi attimi, per farmi stare meglio.- aggiunsi continuando a guardare il cielo
-E' davvero una cosa bellissima, io invece da piccolo avevo la malsana abitudine di uscire nel portico di casa mia ad ascoltare, l'inconfondibile rumore del silenzio. Brooklyn diventava estremamente silenziosa negli anni 30, quando avevo circa dieci anni.. ed era magico sentire, la differenza tra la pacifica notte, e la frenetica mattina..- aggiunse lui, un po' come se fosse una risposta alle mie di parole
Nella sua voce c'era un pizzico di malinconia, che però svanì subito.
-Comunque sia, ti va di scendere sotto assieme agli altri? Bruce ha fatto una torta e per quanto può sembrare strano ammetterlo è venuta anche buona!- rispose sorridendo, spezzando il discorso
-Va bene, ma solo per una fetta eh.- risposi sorridendo e alzandomi
Di sotto l'aria era del tutto calorosa.
Tutti erano seduti a tavola ad assaggiare l'enorme torta del Dr. Banner, che sembrava davvero avere un aspetto invitante.
Steve mi fece segno di sedermi a tavola, e mi sedetti nell'unico posto libero di tutta la grande tavolata.. quello di fronte Pietro.
Lui si alzava per prendere la torta ma nessuno sembrava accorgersene per via della velocità, io lo notai subito, semplicemente per colpa delle forti raffiche di vento che ogni secondo mi spostavano i capelli in avanti, a destra e a sinistra.
-Potresti sederti e stare fermo per cinque minuti?!- dissi alzando leggermente la voce, attirando l'attenzione di tutti
Non era una casualità che proprio in quell'instante, Pietro era l'unico in piedi..
Tutti stesero in silenzio netto per tre secondi, poi tornarono a fare caciara per la torta.. tranne Pietro, che mi fissava mentre tornava lentamente al suo posto.
-Ti da fastidio la mia velocità?- domandò con quel sorrisetto malizioso che non gli si tolse dal viso neanche una volta dalla prima volta che lo vidi
-Mi dai fastidio tu che la cosa è ben diversa.-
-Uh arrogante la ragazzina, ricordati che io sono qui da più tempo di te.-
-Non conta da quanto tempo sei qui ma da quanto sei simpatico per loro.. e a giudicare dal tuo carattere direi di aver vinto 1-0- risposi a tono
Lui mi fissò per qualche secondo, più seriamente questa volta
In un lampo mi sentii come spossata, quei pochi cucchiaini di torta che avevo ingerito tornavano su e giù come fosse nulla.
Mi guardai attorno e mi ritrovai nel giardino del piano terra della torre, la figura di Pietro davanti a me
-Chiariamo le cose, so bene di non piacerti e credimi, non me ne frega niente ma..- disse per poi avvicinarsi rapidamente a me, prendendomi dal colletto della felpa e restando a pochi centimetri dal mio naso
-Se provi a dare la colpa a mia sorella per quello che è successo prima ti disintegro, chiaro?-
-N-non... non gli ho dato la colpa di niente!- risposi leggermente preoccupata
-Beh meglio così.- disse lasciando il colletto, gironzolando per tutto il giardino
-Lei è tutto quello che mi rimane, e non intendo perderla per una come te.-
-Beh posso assicurarti che non spunterà la polizia a portartela via caro mio, non siamo persone comuni ricordalo bene. E comunque si lo so, Wanda mi ha parlato dei vostri genitori.-
-Lei ti ha raccontato?!-
-Beh si.. perché?-
tutto d'un tratto lo sguardò del ragazzo mutò, da piena sicurezza a dubbio perenne.
cosa cambiava? Ai miei occhi nulla.
Sparì in un lampo ed io restai li ad osservare il punto esatto dove si trovava pochi secondi prima, i capelli nuovamente scompigliati dall'ondata di vento..
Sospirai scuotendo il capo verso il basso, iniziando a pensare che quel ragazzo doveva necessariamente avere qualche problema mentale per comportarsi così.
Mi voltai facendo qualche passo per tornare all'entrata, ma i miei capelli vennero scompigliati nuovamente.
-Vieni con me.- disse freddo alle mie spalle
Mi voltai girando gli occhi al cielo, prima di osservarlo
-Perché dovrei?-
-Fallo e basta.- disse iniziando a camminare
Non trovandomi in possibilità di una scelta, e in ogni caso con niente che fare iniziai a seguirlo, per qualche decina di metri attorno all'edificio.
Entrammo in una specie di settore separato dalla sede, dall'esterno sembrava essere un Bunker..
-Mi spieghi perché mi hai portata qui?-
-Per averti raccontato dei nostri genitori, vuol dire che mia sorella si fida di te, ma una volta che inizi a conoscere la storia, devi conoscerla per bene.- disse premendo un tasto, che proiettò un filmato su una delle pareti
Lo guardai tutto, molto attentamente. Descriveva la distruzione di uno dei palazzi in Sokovia, descriveva la morte dei genitori di Pietro e Wanda.
Si videro anche i laboratori di quel folle di Strucker.. Clint me ne aveva parlato.
Quando il filmato finì, Pietro restò a guardare la pellicola bianca, come se ancora le immagini stessero scorrendo.
-Mi dispiace tanto Pietro.. e posso capirvi perfettamente. Deve essere stato un dolore atroce il vostro, così grande da sottoporvi a quegli esperimenti.. non è vero?- gli domandai, ma da lui alcuna risposta
Le braccia conserte e lo sguardo ancora rivolo alla parete illuminata di bianco dal proiettore, il silenzio e nessuna immagine che passava, eppure la sua attenzione era tutta concentrata li, sembrava quasi che io non esistessi.
-Pietro?- gli domandai una prima volta
Una lacrima, di quelle sottili quasi invisibili rigarono il suo viso
-Pietro?- domandai nuovamente alzando di un minimo la voce, preoccupata
Il suo sguardo si distolse dalla parete illuminata, e tornò a guardarmi nascondendo immediatamente col braccio la lacrima.
-Credo sia ora di tornare di la.-
-Dovresti parlarne con qualcuno..-
-Non ho bisogno di nessuno.-
-Pietro.- dissi afferrandogli il polso
-Tutti, abbiamo bisogno di qualcuno.-
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Gentellaa
Come va? La storia vi sta piacendo? Spero di si!
Lo so lo so, in nostro Maximoff men è un po' rompi coglioni ma vedrete che col tempo tenderà a migliorare..
Ci si vede al quinto capitolo di The Wind Rises gioie
Ve se ama!
-ParanormalAsylum
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