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Capitolo VIII


-Io non credo sia proprio così.- dissi continuando a sorridere, allontanandomi di poco tenendo lo sguardo basso

-Perché no?-

-Perché non sono una persona semplice da gestire. I miei attacchi di panico, i ricordi, le emozioni.. rischierei di fare del male anche alle persone più vicine senza rendermene conto...-

-Non hai motivo di avere paura del passato Arya, insieme..- disse prendendomi la mano

-Andremo avanti. Entrambi cerchiamo di tornare indietro da una vita, ma adesso è tempo di ricominciare, non credi?-

-Io non voglio farti del male Pietro, e so che legando con te... te ne farei. Perciò è meglio evitare, credimi.-

-Dio santo Arya stai morendo dalla voglia di baciarmi ammettilo! E anche io voglio baciarti se solo ti lasciassi andare.- Disse alzando di poco il tono di voce, quasi infastidito

-Ma tu credi di essere il principe azzurro della situazione?! Non vivo per te Pietro! Quindi smettila di pretendere sempre e comunque!-

-Non sto pretendendo niente sto solo mettendo alla luce i fatti.-

-Volevi baciarmi? Bene! Invece di chiedermelo e uscire argomenti nel mentre la prossima volta prendi i coglioni in mano e fallo! Ormai hai perso la tua occasione...- risposi io abbassando il tono di voce nell'ultima frase

Mi alzai dal letto e me ne andai via, nonostante Pietro continuasse a chiamarmi per tornare.

Potevo anche evitare di reagire così male per una cosa simile, ma l'ho fatto per il suo bene. Non potevo tenerlo così tanto stretto a me rischiando di ferirlo... non me lo sarei mai perdonata.

Non appena chiusi la porta che divideva Pietro dalle scale per il piano di sopra, presi un grande respiro cercando di evitare di piangere.

Quando arrivai al piano terra trovai una grande confusione. Tutti correvano a destra e a sinistra preparandosi per chissà quale battaglia, di cui però io non sapevo niente.

-Ma che succede?- domandai più a me stessa che a loro, che infatti non mi calcolarono minimamente

-Clint che succede?- gli domandai preoccupata mentre correva in tutto il salone

-Tesoro, pensavo fossi sotto con Pietro.- rispose lui scosso

-Ero sotto con Pietro ma adesso sono qui, che succede?- domandai seriamente

-Ah... beh perché non torni di sotto di sicuro Pietro si starà chiedendo che fine hai fatto-

-Sono appena salita e visto che abbiamo litigato non ho tutta questa intenzione di tornare giù, mi vuoi dire che succede?-

-Beh.. dobbiamo andare in Australia.-

-Cosa?!- gli domandai quasi urlando

Australia? Era dall'altra parte del mondo! Ma cosa gli saltava in testa?!

-Uno dei nostri più fedeli amici, che hai avuto l'onore di conoscere solo all'inizio era andato li in missione esplorativa, si inizia a credere che si stia diffondendo un virus letale e la fonte sembra proprio essere l'Australia..- iniziò a spiegarmi lui portandomi verso l'esterno

-E giustamente voi dovete andare dove si trova il virus no?!-

-Arya non capisci, Samuel si trova in grave pericolo, la nostra è una missione di salvataggio.-

-E se per salvare lui muore qualcuno della squadra? Che salvataggio è mh?-

-Lui non rischia di morire a causa del virus, ma per colpa nostra Arya. Abbiamo nemici in tutto il mondo e sfruttano qualsiasi anche minuscolo nostro punto debole per attaccarci, e Samuel è stato la scusa perfetta. Torneremo te lo prometto, non posso dirti di preciso tra quanto ma torneremo, non appena Samuel potrà viaggiare.-

-Clint. Devi tornare. Lo so è una raccomandazione che ti faccio per ogni missione, anche quando esci per andare a fare la spesa praticamente ma devi tornare.-

-Lo so tesoro, per te, tornerei anche nelle peggiori delle condizioni.- disse dandomi un bacio sulla fronte

-E non lasciar andare Pietro così, capisco la tua paura nell'affezionarti a qualcuno ma uno come lui non ti capita tutti i giorni- disse sorridendo passandomi una mano sulla guancia

-Adesso va a riposarti okay? Ci vediamo tra qualche giorno.-

-Clint.-

-Si?-

-Anche se non te l'ho mai detto, quando sussurro il tuo nome di fondo ci sta anche la parola papà, okay?-

-Sei la mia piccola spacca culi Arya, ricordalo sempre.- disse tornando di la a prendere di fretta le ultime cose

Non ci fu sensazione più brutta, del silenzio tombale dopo che il gruppo fosse partito.

Non si avvertiva nulla, neanche il più piccolo dei rumori.

A casa con me e Pietro era rimasto Rhodey, assieme a Bucky che però non si faceva mai sentire o vedere, erano come fantasmi entrambi. In quel momento non sentii nessuno dei due, erano di sicuro nelle altre basi come di loro solito, mi sentivo sola.

Ero indecisa se scendere o meno da Pietro, erano ancora le 01:00 di notte circa, e pensavo stesse dormendo..

Alla fine tornai di nuovo giù, evitando però di farmi accorgere da lui.

-Sono sveglio.- disse non appena provai ad aprire la porta

-Non riesci a dormire?- domandai tranquilla

-Dopo quello che mi hai detto? No.- rispose lui freddo

-Oh Pietro mi dispiace okay? L'ho detto semplicemente perché non voglio ferirti.-

-Ma così mi fai ancora più male Arya, anche ora se io volessi potrei baciarti, ma non lo faccio! Perché voglio che sia una cosa reciproca, da parte tua e mia.-

-Tua sorella e il resto del gruppo sono partiti in missione di salvataggio in Australia.- dissi spezzando totalmente il discorso

-COSA?!- Urlò lui, guardandomi preoccupato

-Samuel sta male, è stato colpito da uno dei nemici dei ragazzi e stanno intervenendo loro per salvarlo. Non appena sarà forte abbastanza da spostarsi torneranno qui in America.- risposi io, quasi apatica

-Devo chiamare Wanda- disse agitandosi

-Pietro..-

-E' mia sorella Arya, poteva anche venire a dirmelo lei.-

Prese di fretta il cellulare e chiamò la sorella iniziando prima ad urlargli contro, finendo poi quasi in lacrime per via della preoccupazione.

Non avrei mai potuto immaginare un Pietro Maximoff così, sensibile e dolce, premuroso.. mi bastavano piccoli sguardi per innamorarmi sempre più di lui, perché è questo che mi stava succedendo, mi stavo innamorando.

Quando chiuse il telefono si passò una mano tra i capelli, stanco ed esasperato.. alzandosi poi dal letto.

-No, Pietro, sei ancora troppo debole per...- provai io, ma inutilmente

Era già in piedi nonostante la fasciatura al fianco

-Alzarti..- aggiunsi dopo qualche secondo vedendo la sua possente figura reggersi in piedi tranquillamente

Indossava i pantaloni della tuta blu, di maglietta non ne voleva proprio sapere vista la fasciatura, e fu quello ad imbambolarmi.

-Devo andare da lei.-

-Te lo puoi scordare.-

-Hanno bisogno di me-

-Io ho bisogno di te.- dissi fermando i suoi frenetici passi per tutta la stanza

Lui si fermò, poi si voltò a guardarmi.

Fece qualche veloce passo verso di me, stringendomi dai fianchi a lui fino a baciarmi.

Era un bacio forzato, ma estremamente piacevole. Io non ricambiai subito, ma dopo qualche millesimo di secondo lo baciai a mia volta, con passione.

Non ne potevamo più nessuno dei due, e finalmente quel momento era arrivato. Era sbagliato, ma era la cosa più bella che mi potesse capitare in quel momento.

Continuai a baciarlo fin che lui non si staccò guardandomi negli occhi, i suoi pieni di amore e malizia..

-Avevi un po' rotto il cazzo con tutto questo parla parla..- mi sussurrò a qualche millimetro dalle mie labbra

-Si ma adesso non provare a lasciarmi perché non saprei proprio come fare senza te.- sussurrai baciandolo nuovamente

-E chi ti lascia più adesso.- aggiunse lui ricambiando ogni bacio, e continuando a darmene sempre di nuovi.

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