Capitolo XI
-Pietro.-
Fu l'unica cosa che riuscii a sussurrare sentendo la sirena suonare.
Buttai il cellulare per terra e scesi di corsa a controllare cosa stesse succedendo, quando arrivai in Laboratorio la culla sembrava intatta, quindi il problema non stava li.
-Friday cosa sta succedendo?-
-La corrente ha smesso di funzionare per 3.45 secondi, questo ha fatto scattare gli allarmi ma non ci sono stati problemi nella riattivazione della culla Signorina.-
Feci un sospiro di sollievo e mi avvicinai all'interruttore per spegnerli. Ero entrata nel panico, avevo paura che fosse successo qualcosa di brutto ma per fortuna, tutto apposto.
-Pensi che si risveglierà Friday?- domandai sedendomi vicino a lui
-Non posso darle una risposta finche la culla non si aprirà signorina, per adesso è ancora collegato al respiratore, non è ancora fuori pericolo.-
Le parole di Friday mi suonarono così vuote, non riuscivo a prenderle seriamente.
Ero terrorizzata dall'idea che la culla non si aprisse mai, dall'idea che quelle maledette sirene potessero suonare nuovamente, e questa volta non per qualcosa di buono.. ma tutto mi diceva che il suo risveglio era vicino.
Restai in laboratorio fino a tarda serata, senza mangiare ne dormire.. fiduciosa che la culla si fosse aperta ma, non successe nulla.
Stanca e con gli occhi gonfi per non aver riposato, decisi di salire sopra per dormire un po'. Tanto sarebbe stato inevitabile sentire il suono delle sirene in caso di problemi.
-Friday resta attiva tutta la notte. Al minimo cambiamento non esitare a chiamarmi okay?-
-Come desidera Signorina Chatwin.-
Spensi le luci e cercai di dormire, almeno quelle poche ore di buio che erano rimaste prima dell'alba.
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Passarono 3 giorni tutti allo stesso modo.
Restavo dalla mattina fino a tarda notte da Pietro, poi salivo e andavo a coricarmi per poi rifare la stessa cosa la mattina seguente.
Niente sembrava cambiare, tutto si ostinava a restare uguale.
la quarta mattinata decisi di non puntare nessuna sveglia, di alzarmi più tardi, di riposare di più.
Pietro aveva bisogno delle mie attenzioni, ma senza forze non sarei più riuscita neanche a scendere da lui, per vedere la situazione.
Mi svegliai alle 10:00 del mattino.
Feci colazione con i miei soliti Pancakes integrali e caffè, e anche se non mi piaceva ci misi la marmellata alle pesche esattamente come piaceva a Pietro, forse perché mi mancava, o forse semplicemente per la voglia di provare cose nuove.
Salii nuovamente in camera e mi andai a vestire, per poi scendere a dare un'occhiata in laboratorio.
Mi affacciai dalla porta con ancora la tazza di caffè in mano, guardai la culla per un secondo poi mi voltai per tornare su, ma qualcosa mi era sfuggito.
Alzai il mio sguardo verso le scale pensando meglio a cosa avevo visto qualche attimo prima, poi notai il diverso.
Aprii nuovamente la porta, con più violenza questa volta e mi fermai di nuovo a guardare la culla.
Quello che mi era sfuggito, o che meglio avevo visto ma non avevo notato era vero, la culla era aperta.
Corsi verso di essa avvicinandomi velocemente.
Poggiai le mani sul bordo e notai che Pietro respirava autonomamente, non era più in pericolo di vita.
Non so se fu una reazione spontanea ma iniziai a piangere, col sorriso stampato sul volto.
-Il paziente è fuori pericolo di vita. I parametri vitali sono nella norma, entro le prossime 24 ore dovrebbe svegliarsi.- interruppe friday
-Oh mio dio.- risposi in lacrime passandogli una mano tra i capelli
-Non sai quanta paura ho avuto io. E anche se adesso non mi parli, poterti toccare è la cosa più bella che.. oh dio santo sei vivo.- continuai piangendo
-Va bene.. ehm.. Friday chiama Clint, dobbiamo subito avvisarlo che Pietro sta bene.-
-Metto subito in chiamata il Signor Barton.-
dopo tanti squilli attaccò nuovamente la segreteria ma a me andava bene così.
"Clint! Sono sempre io, Arya. Volevo solo dirti che Pietro si sta lentamente riprendendo.. la culla si è aperta e respira autonomamente.. credimi sono felicissima! Friday dice che entro un giorno dovrebbe risvegliarsi.. lo spero tanto credimi. Ti farò sapere più avanti come sta okay? Quando hai qualche minuto libera chiama se puoi, ti voglio bene."
-Da adesso andrà tutto bene.. te lo prometto.- dissi rivolgendomi nuovamente a Pietro.
Nell'euforia più totale decidi di restare li. Adesso era una certezza il suo risveglio.. e poteva accadere da un momento all'altro.
Gli strinsi la mano per tutto il tempo senza lasciarla mai, restai accanto a lui, ad aspettare.
-mmm...mmm.-
Continuavo a tenere gli occhi chiusi per via del sonno, la mia mano era ancora stretta a quella di Pietro.
-mmmm...mmm.-
Ad un certo punto sentii questi leggeri mugolii e alzai subito la testa, Pietro era sveglio.
-Pietro! Oh mio dio sei sveglio!-
-A-a-arya.. cosa è successo?-
-Il Signor Maximoff ha dei perfetti parametri vitali. Sembra che la permanenza dentro la culla abbia rigenerato tutte le sue ferite, quindi in questo momento è solo leggermente scombussolato. Nelle prossime 12 ore potrà tornare alla sua vita regolare.- interruppe Friday
-Non importa cosa è successo importa che adesso stai bene.- risposi stringendolo forte
-T-tu stai bene?- mi domandò
Feci per rispondere ma sentii lo squillo del mio cellulare, collegato a Friday naturalmente che lo proiettò sullo schermo. Era Clint.
"-Clint!-
-Tesoro mio! Come stai?-
-Alla grande, Pietro si è appena svegliato! Quindi si può dire che sto benissimo-
-Grandioso piccola, e lui come sta?-
-Sto bene lumachina, non preoccuparti.- rispose lui, anche sarcastico nonostante la situazione, a Clint
-Lascia che torno e te le farò ingoiare le lumache!- rispose Clint
-Beh tesoro io devo andare.. non so quando potremo sentirci di nuovo.-
-Cosa? Non potete ancora tornare?-
-N-non ancora Arya.. è complicato. Ma ti prometto che torneremo presto okay?-
-..okay-
-Dai un bacio.-"
Quando chiusi il telefono un pizzico di malinconia sfiorò il mio corpo, ma cercai di non pensarci concentrandomi su Pietro.
-Ti senti bene adesso?-
-Come nuovo. Ricordo anche di essere caduto e di..- disse mettendosi in piedi e stiracchiandosi
-Eieiei vacci piano!-
-Sto bene Arya, meglio di prima credimi.-
Lo guardai per un secondo, poi gli sorrisi e lo strinsi forte a me.
Il suono della sua voce, dio se mi era mancato. Era così bello averlo nuovamente vicino.
-Ti prego non farmi più spaventare in quel modo.-
-Scusami. L'importante è che adesso stiamo bene, e che siamo assieme.-
-Sarà sempre così.-
-Dovrà, essere sempre così.- concluse lui guardandomi negli occhi, baciandomi.
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