Capitolo XII
Erano stati dei giorni davvero pesanti da superare..
Non tanto per la solitudine, ma per la paura.
La paura che Clint potesse non tornare, non chiamare più. La paura che Pietro sarebbe potuto morire, o non svegliarsi mai. La paura di restare sola, ecco.
Al suo risveglio, e dopo la chiamata di Clint sentii come un brivido attraversare tutto il mio corpo. Tutto iniziava ad andare per il meglio ed io non potevo far altro che essere felice.
-Non hai idea di come sono stati questi giorni..-
-Sei rimasta sola tutto il tempo?-
-Si. Cioè no, due volte è venuto bucky a controllare come stavi, e come stavo io ma poi andava subito via..-
-Mh, beh adesso sono qui.. non c'è di che preoccuparsi.-
La sua voce era così rassicurante, sembrava tutta un'altra vita con lui.
Prima lo odiavo, odiavo dover vivere con gente a me estranea, odiavo non avere la mia vera famiglia.. ma adesso mi accorgo di essere la ragazza più fortunata al mondo.. perché ho una Famiglia bellissima, ed un ragazzo meraviglioso.
Nonostante però la felicità circondasse i nostri volti ormai da qualche ora, le notizie non tardarono ad arrivare.
Il telegiornale iniziò a parlare di diverse zone dell'America colpite da dei Robot, che assomigliavano niente di meno che a quelli di Tony.
In una delle riprese però, si vide la squadra in azione cercare di fermare questa minaccia.
-M-ma.. ma loro non sono in Australia?- domandai confusa guardando il telegiornale, spostando poi lo sguardo su Pietro
-Aspetta fammi controllare una cosa- disse avvicinandosi al computer di controllo della casa
Dopo qualche secondo spuntò un puntino rosso sul grande schermo, lampeggiava.
-Cos'è?-
-E' il trasmettitore di Wanda. Li hanno impiantati sia a me che a lei quando eravamo nei laboratori di Struker, abbiamo deciso di non levarli proprio per poter essere subito localizzati e chiamati in caso di emergenza.-
-Beh, e allora dov'è?-
-Washington DC, America.- sussurrò lui incredulo, quasi quanto me
-Ci hanno preso per il culo per tutto questo tempo?!-
-Signorina Chatwin, Mr. Barton mi ha gentilmente chiesto di mantenere il segreto fin che fosse stato necessario, per la sua sicurezza.- interruppe friday
-Per la mia sicurezza?! Lui rischia di morire da quasi una settimana e io sono qui a girarmi i pollici?!-
-Signorina Chatwin, non volevano la sua presenza sul campo perché è stata rilevata come inutile. L'entità contro cui combattono è stata generata dal Signor Stark, ed in parte dal Dottor Banner, un mostro di quelle dimensioni viene classificato come indistruttibile.-
-Ultron.- sussurrai io guardando il pavimento, spostando gli occhi da destra a sinistra
-Cosa?-
-I-io.. ho sognato questo momento. Ho sognato la sua creazione. Ma è come se fosse un misto tra una cosa futura ed una cosa passata..-
-Non ti seguo Arya, che intendi?- mi domandò Pietro cercando di capire il mio ragionamento
-Nel sogno, Jarvis era ancora al posto di friday. Solo dopo qualche giorno Tony sostituì Friday al posto di Jarvis senza dare spiegazioni, questo perché era morto, a causa di Ultron. Ma questo non ha senso perché quando sono arrivata io qui, quasi due mesi fa c'era già friday.-
-E.. e quindi?-
-Questo significa che sono due mesi che Ultron raduna un esercito per combattere contro di noi, contro di loro.-
-Arya non ti seguo..- rispose lui confuso seguendomi su e giu per tutta la casa
-Vieni, te lo mostro.-
Scendemmo di sotto nel laboratorio e subito attaccai dei fili alla mia testa, che erano poi collegati ad un grande schermo bianco.
-Cos'è sta roba?-
-Non so precisamente come si chiama, ma lo usa Tony per proiettare sogni, ricordi, e tutto quello che sta nel subconscio. Attaccalo.- dissi chiudendo gli occhi
Pietro mi guardò insicuro ma fece come gli avevo chiesto, dopo di che iniziò la proiezione del sogno.
"-si è fatto male qualcuno?- domandò Maria Hill a tutto il gruppo
-Per fortuna no- rispose il capitano
-Non è corretto, qualcuno si.- disse Tony proiettando il programma di Jarvis andato distrutto
-Hai programmato un'intelligenza artificiale che potesse ammazzarci tutti?!- disse Thor Sollevandolo da terra.
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-Oh, scusami mi dispiace.. solo che non capisco, non. paragonarmi. a Stark!- disse urlando Ultron con un uomo a cui aveva tranciato un braccio
Nel mentre apparì anche Tony ed iniziarono a combattere.
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Una parte della città si alzò in aria. Le persone cadevano da ogni sporgenza ma per fortuna la maggior parte di loro vennero afferrate dal capitano prima di cadere.
Ultron stava conquistando il mondo, e gli avengers stavano cadendo sotto il suo dominio."
L'ultima scena che si vide, fu quella di un'ondata di proiettili che colpivano il suolo, a poco più di qualche centimetro da Clint e dal bambino che teneva in braccio.
Aprii gli occhi e guardai subito Pietro, sperando che così avesse capito.
-E' come se hai raccontato una parte del passato, e predetto il futuro.- rispose lui sbalordito
-E' una cosa che ho sin da bambina ma pensavo fossero dejavu, strani sogni, non realtà.-
-Una parte del suo cervello è più sviluppata a fare questo. Può vedere e sentire avvenimenti avvenuti e che avverranno.- aggiunse Friday
-Non c'è da preoccuparsi signorina, solo 7 persone in tutto il mondo per ogni generazione hanno questo "potere".-
-Mh wow.-
-Arya. Se tutto quello che ho visto è vero dobbiamo andare, il sogno finisce sfocato ma.. Clint rischia di morire.-
-Cristo è vero, andiamo!-
Prendemmo una delle moto depositate in garage e corremmo verso di loro, man mano si stavano spostando sempre più verso New York.
-Nel tuo sogno loro erano in America o in Australia?- mi domandò Pietro mentre guidava
-In nessuno dei due posti in realtà.-
-E allora dov'erano?-
-..In Sokovia.-
Pietro strinse i denti pensando a quanto le cose fossero collegate tra di loro.
-Beh, già il fatto che la località è diversa indica che Clint non dovrà morire per forza, non dovrà per forza andare come nel sogno.-
-Lo spero tanto amore, lo spero tanto.-
Continuammo a guidare fino ad un tratto di strada dove la folla bloccava decisamente il passaggio.
Scendemmo dalla moto e andammo poco più avanti a piedi oltre gli alberi, e li restammo di stucco.
Tutto il Central Park era sospeso per aria con centinaia di persone sopra. Anche parte dei palazzi circostanti fluttuavano assieme al parco, se quell'enorme pezzo di terra fosse caduto, l'onda d'urto avrebbe spazzato via gran parte dell'umanità.
-Devo arrivare lassù, Wanda deve essere lì.-
-Friday, mandaci un Jet al 45\32 di wemblwnton Street, ora!-
-Glielo mando subito signorina.-
Aspettammo che il Jet arrivasse e nel mentre cercammo di salire su uno dei palazzi più alti, fino al tetto ma nulla.
Era come un incubo, che sembrava realizzarsi.
Cosa sarebbe successo dopo? Sarei riuscita ad arrivare in tempo per Clint, e per il mondo intero? Improvvisamente la vita di miliardi di persone dipendeva dalle mie mani, ma chi ero io per poter salvare il mondo?
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