Capitolo XXVII
Passarono altre due settimane prima di poter prendere un volo per Londra, che poi per Londra, non era.
Essendoci stati vari problemi sociali, risse e manifestazioni contro la violenza, gli aeroporti di Londra chiusero i battenti per un bel po. L'unico a restare aperto un giorno ogni due settimane era l'aeroporto di Luton, dove potevo arrivare solo facendo scalo a Berlino.
Arrivai in Germania il 15 marzo 2021, e restai li per un mese. Vivevo con gli enormi risparmi che la mia infanzia mi aveva fortunatamente lasciato, ma iniziavano a non bastarmi più, non per vivere bene almeno... così la mia prima decisione fu quella di trovare uno scopo a Londra, ed in seguito un Lavoro da qualche parte nel mondo.
Il 19 Aprile presi finalmente il mio volo per Londra, ma venni sorpresa da una spiacevole novità.
Londra aveva firmato un patto di alleanza con New York un anno prima, richiamando in caso di aiuto ogni singolo membro degli Avengers.
Mi accorsi subito della loro presenza, così feci retro-front e tornai subito all'aeroporto. Per qualche attimo, un attacco di panico mi avvolse.
Erano li, a poche miglia da me di nuovo... sembrava un incubo. Non ero dispiaciuta nel rivedermi ma spaventata, spaventata da quello che avrebbero potuto fare, se mi avessero vista li.
Sapevano che ero ancora viva, e da quel poco che potei vedere... ebbi come l'impressione che mi stessero ancora cercando...
Non potevo permetterlo.
Mi presi di coraggio e scuotei la testa per qualche instante come per voler tornare lucida. Uscii dall'aeroporto e tornai al centro città dove li avevo avvistati.
Presi il primo autobus disponibile e tornai li dove li avevo visti, scesi di tutta fretta nella zona di Westminster e mi diressi verso la ruota panoramica.
La situazione si era placata, loro erano tutti seduti su un muretto a riposarsi.
Iniziai a correre verso di loro e non appena fui abbastanza vicina da farmi vedere, mi fermai.
-ARYA!- mi urlò contro Pietro, correndo il più veloce che poteva verso di me
-Non Recordabor...- sussurrai, e tutto d'un tratto lo ritrovai a pochi centimetri dal mio viso.
La sua super velocità venne fermata dalla mia formula, che improvvisamente gli cancellò la memoria. Ero io a decidere quali ricordi cancellare e quali no, adesso che sapevo padroneggiare quasi ogni parte di me era possibile farlo.
Il tempo sembrava essersi fermato, per Pietro come per tutti gli altri dietro.
-N-non ricorderai di avermi vista oggi... due anni e mezzo fa sono morta in un incidente stradale, mi avete sepolta con mia madre ma mai dimenticata. Il mio ricordo resterà vivo in voi per tutta la vita, per sempre.- sussurrai guardando negli occhi Pietro.
Restai li ancora un secondo ad osservare il suo viso. Non lo vedevo da più di due anni, e rivederlo fece un male cane. Lasciai il mio sguardo depositato al suolo, poi volai rapidamente via.
Quando i ragazzi ripresero conoscenza, io ero già lontana ma nelle loro espressioni si poteva sentire il dolore, che prima non sapevano di aver provato.
Improvvisamente, le immagini falsificate del mio incidente, della mia sepoltura e di tutto il resto incombettero in loro... demoralizzandoli per qualche minuto.
-Cos'è... tutto questo dolore?- sussurrò Nat con le lacrime agli occhi
-E' il suo ricordo... non so, perchè non abbiamo provato tanto per lei prima.- rispose Tony, con lo sguardo basso
Pietro restò a guardare il cielo, con gli occhi gonfi e lucidi e senza forze... come se non riuscisse a capacitarsi del ricordo impresso nella sua mente.
Io osservai ed ascoltai tutto da lontano, in silenzio ed in modo discreto. Con la tristezza nel cuore mi voltai per andare via definitivamente, era successo tutto così rapidamente che nemmeno io sembravo riuscire a rendermene conto.
Presi nuovamente l'autobus che portava all'aeroporto, una volta li... aspettai circa sei ore il primo volo per Berlino, spostandomi così nuovamente in Germania.
Restai in silenzio, le ultime parole pronunciate furono le formule lanciate contro la mia vecchia squadra e niente più.
Arrivata a Berlino, dovetti attendere due giorni prima di poter tornare a casa, ed una volta li... caddi sul mio letto come fossi morta cercando, nel modo più neutrale possibile, di lasciarmi quel ricordo alle spalle.
Non avevano più alcuna probabilità di trovarmi, perchè non mi avrebbero più cercata.
Arya Barton, era per gli Avengers, ufficialmente morta.
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SETTE ANNI PIU' TARDI...
-Anne non nasconderti in posti pericolosi!-
-Si Alis- mi rispose la bambina che continuava a giocare nel mio giardino
-Sei molto gentile Alis, nessuno era disposto a tenerli con se ogni mattina per sei mesi-
-Oh figurati Rebeca, sono due bambini adorabili ed inoltre io vivo sola e lavoro tutte le notti... torno stanca si, ma posso tenerli e dormire il pomeriggio- risposi sorridendo alla madre dei bambini
-A proposito, come va in ospedale?-
-Non bene in realtà, mancano i fondi ed automaticamente le attrezzature... molte persone soffrono di serie e gravi patologie ma non possono ottenere di certo le migliori cure da noi...-
-Capisco.... beh Kiyv non è di certo il centro del mondo... ma resta comunque una città importante. Noi viviamo solo in uno dei paesi limitrofi, ma al centro c'è abbastanza vita, dovrebbero quindi capire e sistemare la situazione che viviamo-
-Purtroppo non è così facile Rebeca, il nostro è pur sempre un paese secondario... fuori dall'Europa inoltre che ci ruba ogni soldo che guadagniamo... è una situazione davvero complicata.-
Così dicemmo spostammo i nostri sguardi sui bambini, che correvano felici e spensierati. A loro non pesavano i conti economici, le bollette, i problemi politici... erano così felici alla loro età, avrei voluto fermare il tempo e restare li ad osservarli per sempre.
Rebeca era una mia fidata amica che viveva in paese, a causa del suo nuovo lavoro non poteva più occuparsi dei bambini la mattina e non c'erano babysitter a kiyv. Essendo l'unica persona disponibile, decise di chiedere a me di tenerli, ed io accettai senza problemi.
-Arya!- sentii urlare in lontananza
-Arya!- disse atterrando nel mio giardino Carla, un'altra x-men che avevo conosciuto durante un lavoro in Germania.
-Ooo vola...- dissero i bambini guardando stupiti la ragazza
-Carla non puoi atterrare così nel mio Giardino!-
-Arya è una cosa importante, riguarda gli Avengers...- disse col fiatone
-Gli avengers? Tu conosci gli Avengers?- mi domandò Thomas, il fratello minore di Anne
-Tu SEI, un Avengers?- aggiunse domandando Anne
Rebeca continuava a guardare tutta la scena incredula, non capendo cosa stesse succedendo
Io spostai nuovamente il mio sguardo su Carla, ignorando i bambini e la madre.
-Cos'è successo?-
-Kramsi, il re del regno nascosto è arrivato sulla terra con un portale. Minaccia l'intera umanità di volersi prendere il pianeta, e la situazione in America è davvero pessima. Hanno provato a fermarlo ma con insuccesso... sono solo riusciti ad indebolirlo parecchio ma mai a distruggerlo.-
-Da quanto tempo di trova li?-
-Tre giorni.-
-TRE GIORNI?!- domandai stupita
-E per quale assurda ragione mi stai avvisando solo adesso?!-
-Avevi detto di non volerne più sentire parlare, ed inoltre sai quanto tempo ci vuole in volo fino a qui da Berlino?! Non ho la stessa velocità di un aereo ci metto giorni a superare un continente!-
-Beh non possiamo di certo volare fino in America... ci vorrebbero settimane...-
-Prenotiamo un volo in aeroporto no?-
-No troppo tempo, se siamo fortunate i voli internazionali partono questo Sabato ed è ancora giovedì... bisogna prendere un Jet.-
-E dove diamine lo procuriamo un Jet?!-
-...credo di avere un amico che può procurarmene uno.- dissi sorridendo
Mi girai velocemente verso l'entrata di casa mia
-Accipit Causa!- quasi urlai, e tutto d'un tratto da dentro la casa mi arrivò in mano la tuta che usavo per combattere, la indossai velocemente, poi guardai Carla come per poter partire
-Ehm... quindi sei un... un supereroe? E sopratutto ti chiami Arya e non Alis?- mi domandò ancora incredula Rebeca
-Beh si, a 19 anni sono stata persino un Avenger, poi ho deciso di mollare, venire qui sotto falsa identità e di allenarmi. Adesso però mettiti vicino ai tuoi bambini mentre mi libro in aria- risposi ridendo falsamente e sollevando i piedi dal terreno
-Non Recordabor!- dissi allungando la mano verso di loro, che in pochi instanti dimenticarono tutto l'accaduto
Mi precipitai il più lontano possibile volando insieme a Carla
-Gli hai fatto dimenticare tutto?-
-Si ma aspetta, devo fare anche un'altra cosa.- dissi chiudendo gli occhi
-Memoria Condicionibus Actum!- sussurrai, riaprendo poco dopo gli occhi
-Cos'hai fatto?-
-Ho impresso nella memoria di Rebeca un falso ricordo, dove le dicevo che sarei mancata per qualche giorno e che avrebbe badato lei alla casa.-
-Cosa?-
-E' solo una cosa temporanea, appena risolveremo il problema cancellerò il ricordo.-
-Okay ma dove stiamo andando?-
-Dove posso rintracciare il mio amico.- dissi sorridendo, e continuando a volare verso la stazione elettrica di Kiyv.
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