𝐀𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐏𝐬𝐢𝐜𝐡𝐞
Draco era un giovanetto di bellezza divina, accentuata da un paio di piccole ali d'argento, grazie alle quali svolazzava in aria come una farfalla, invisibile a tutti. Giocava con un arco d'argento, con cui scagliava a capriccio le sue frecce d'argento; e chiunque ne venisse colpito, si innamorava perdutamente della prima persona che vedeva. Proprio per questo Draco era ritenuto il dio dell'amore, ma molto impropriamente, in quanto il suo compito, e nello stesso tempo il suo destino, era non tanto far innamorare i mortali per unirli con teneri sentimenti, quanto farli bruciare di improvvise passioni e desideri, senza curarsi se in tal modo spargeva più sofferenze che gioie.
Di Draco, un giorno si servì Astoria, la permalosa e irascibile dea della bellezza, quando venne a sapere che una terrestre, Hermione, la più giovane delle tre figlie di un re, si vantava di essere più affascinante di lei. In effetti, la principessa possedeva una bellezza sovrumana, tale che i Greci venivano da ogni regione dell'Ellade per ammirarla.
Accecata dalla gelosia, Astoria ordinò a Draco di andare a trafiggere con le sue frecce l'immodesta fanciulla, e di far sì che la prima persona che vedesse fosse un essere mostruoso e repellente, come un maiale o un rospo, di modo che Hermione se ne innamorasse senza scampo.
Draco svolse il suo compito con la consueta competenza. Trovò la riccia addormentata in un prato; si avvicinò silenziosamente per prendere meglio la mira ed essere certo di non sbagliare il colpo, ma inciampò in uno sterpo e cadde. Fatalità volle che la freccia pungesse proprio lui: e all'istante il dio dell'amore perse la testa per la bella Hermione.
Un bel guaio! Se qualcuno fosse venuto a saperlo, Draco avrebbe fatto una ben meschina figura. E come avrebbe reagito Astoria se fosse stata informata che il suo fedele servitore servitore si era innamorato proprio della rivale che più detestava? Ma non c'era modo di resistere: Draco, perdutamente innamorato, non poteva neanche concepire di vivere senza l'amata!
Ma come poteva fidarsi di una terrestre che non aveva saputo tenere a freno la lingua neppure in merito alle sue opinioni su una dea tra le più potenti dell'Olimpo? Hermione non sarebbe corsa a vantarsi con le sue sorelle e le sue amiche di aver fatto innamorare di sé nientemeno che il dio dell'amore? Il biondo meditò a lungo. L'unica possibilità per non rinunciare a tutto ciò che la sua passione pretendeva, era fare in modo che la stessa Hermione ignorasse la vera identità del suo innamorato.
La principessa era ancora addormentata sull'erba del prato. Draco diede incarico a Zèfiro - il primaverile vento di ponente- di trasportarla in un grande palazzo nascosto agli occhi dei mortali. Il vento la sollevò e la sostenne dolcemente, facendola volare fino al cuore di una verde vallata cinta da altissime montagne. Quando Hermione si svegliò, si trovò nel giardino di un meraviglioso palazzo di marmo bianco. Si alzò e, piena di stupore, udì delle voci che le parlavano da ogni dove, rivelandole di essere invisibili schiave al suo servizio. Le voci guidarono la giovane all'interno del palazzo, e lì Hermione trovò un delizioso banchetto imbandito solo per lei, stoffe e ori con cui ornarsi, fontane nelle quali bagnarsi, profumi, incensi e suppellettili di avorio e ambra.
La giornata trascorse di meraviglia in meraviglia e, quando giunse la sera, Draco si avvicinò alla sua amata, nascosto dalle tenebre, e le dichiarò il suo amore. Hermione lo corrispose e accettò il patto che il giovane dio le proponeva: non avrebbe mai dovuto fare domande sulla sua reale identità, e avrebbe potuto incontrarsi con lui solo di notte, nel buio più profondo, in modo che non potesse mai scoprire chi fosse il suo amante; altrimenti lo avrebbe perso per sempre.
Questa situazione si protrasse per alcune settimane, durante le quali Hermione visse una piena felicità. Il suo misterioso innamorato, sempre ardente di passione, trovava ogni giorno nuove poesie e nuove canzoni da dedicarle, la circondava di delicate premure e la copriva di splendidi doni. Un giorno, però, la giovane ragazza cominciò a rimpiangere la famiglia e a darsi pena per il padre e la madre che certo dovevano dovevano crederla morta, e chiese a Draco il permesso di tornare dai suoi per qualche giorno. Il dio acconsentì e ordinò a Zèfiro di portare la sua amata nella reggia del padre. La principessa venne accolta con grande gioia e tutti ascoltarono lo straordinario racconto della sua avventura amorosa. Era così raggiante e felice che le sorelle non riuscirono a soffocare l'invidia, e presero a insinuarle dei dubbi tormentosi: non la metteva in allarme il fatto che il suo amante non volesse mostrarsi? Forse era deforme, o si era macchiato di qualche grave colpa...Che cosa nascondeva dietro un così incomprensibile comportamento?
Tutte quelle insinuazioni finirono per avere effetto. Hermione, tornata al palazzo, ogni volta che l'innamorato andava a trovarla, non poteva fare a meno di chiedersi chi fosse, com'era fatto, che volto avesse...Voleva conoscere come stavano le cose. Cominciò a ragionare sulla sua insolita situazione, a ragionare e a ragionare. E una notte, incapace di resistere ancora alle domande che la tormentavano, dopo che Draco si fu addormentato, si alzò e andò a prendere una lampada a olio. Alla luce tremolante della fiammella, intravide il volto più bello che avesse anche soltanto potuto immaginare. Fu presa da tanta ammirazione, tanta gioia, tanta passione che, soprafatta dai sentimenti che provava, si chinò verso di lui per baciarlo. Ma, inavvertitamente, inclinò la lampada, e una goccia d'olio bollente scivolò sul braccio del dio addormentato, che si svegliò di colpo.
Non appena Draco si rese conto di essere stato scoperto, si dileguò. Da quel momento patì ogni tormento, perché gli costava molto rinunciare alla donna che amava e che lo aveva tradito.
Anche Hermione non poteva più vivere. Lo cercò ovunque, per mesi e mesi: invano. Alla fine, disperata, si decise a chiedere aiuto alla stessa Astoria. La dea, dalla descrizione minuziosa che la principessa le fece del suo giovane amante scomparso, comprese immediatamente di chi si trattava. Il cuore le si riempì di una gioia maligna all'idea di potersi prendere una duplice vendetta contro l'incauta che, dopo essersi vantata di essere più bella di lei, aveva osato rubarle l'amore del giovane dio.
Astoria disse che accettava di aiutarla, ma solo a patto che Hermione si mostrasse degna del suo favore, sottoponendosi ad alcune prove. Hermione accettò e venne condotta in un enorme fienile sul cui pavimento erano sparsi migliaia di chicchi di grano, di segale e di riso, tutti mescolati insieme.
La dea della bellezza ordinò alla principessa di dividere i chicchi in tre mucchi e di tornare da lei solo quando avesse terminato. Era certa che l'impudente fanciulla sarebbe morta molto prima di aver terminato l'impresa che, anche a un uomo tra i più robusti, sarebbe costata giorni e giorni di durissimo lavoro. Invece, il mattino dopo, si trovò davanti la giovane che, terminata la prima prova, andava a chiedere di essere sottoposta alla seconda. La dea non volle crederle e andò a verificare lei stessa. I tre mucchi di cereali erano stati realmente formati, grazie a milioni di formiche che, impietosite dalle lacrime della giovane innamorata, erano accorse ad aiutarla.
Astoria allora le assegnò una prova che andava oltre l'impossibile: scendere negli Inferi, farsi consegnare da Daphne, la regina dell'Oltretomba, un certo cofanetto e portarglielo nell'Olimpo.
Fu così che Hermione partì senza la minima esitazione e non si lasciò impaurire da tutti gli orrori che incontrò lungo la strada. Daphne le affidò il cofanetto, con l'avvertenza che per nessuna ragione avrebbe dovuto vederne il contenuto prima di averlo consegnato alla destinataria.
Ma anche quella volta Hermione fu vinta dalla curiosità. Aprì il cofanetto e scoprì a suo danno che conteneva il sonno eterno. Fu per questo che, secondo molti, Hermione non poté mai più vedere il suo innamorato. Secondo altri, invece, Silente fu scosso dai sospiri di Draco e talmente indignato dalla perfidia di Astoria , che decise di intervenire lui stesso per sistemare le cose: assunse in cielo la sventurata principessa, addormentata nel sonno della morte. Hermione, liberata dalle sue spoglie mortali e divenuta semidea, poté sposare Draco e restare per sempre al suo fianco.
------------------------------------------------
Ecco a voi una nuova Dramione un po' diversa dal solito, ambientata nell'Antica Grecia.
Spero che vi sia piaciuta,
Abbracci,
💚𝐕𝐨𝐥𝐝𝐲_𝐞_𝐒𝐢𝐥𝐥𝐲💚
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Com